No di ISDE al trattamento termico dei rifiuti
le motivazioni della Società Internazionale Medici per l'Ambiente (I.S.D.E.) e il sostegno di Cittadini in Rete
I.S.D.E. Società scientifica
accreditata presso O.M.S. ed O.N.U. che conta, nella Provincia di
Perugia, trenta iscritti tra medici, chimici, fisici ed avvocati, con
sede presso l'Ordine dei Medici della Provincia di Perugia interviene
nel dibattito sull'opportunità di chiudere il ciclo dei rifiuti per
incenerimento.
A proposito del recente interevento del
vicepresidente di Confindustria Umbro Bernardini circa la possibilità
di bruciare rifiuti sotto forma di CDR nei cementifici il dott.
Maurizio Venezi medico omotossicologo membro di I.S.D.E.Italia e
presidente della sezione ISDE di Perugia tiene a precisare che:
“A proposito del
recente interevento del Presidente di Confindustria Umbro Bernardini
circa la possibilità di bruciare rifiuti sotto forma di CDR nei
cementifici il dott. Maurizio Venezi medico omotossicologo membro di
I.S.D.E.Italia e presidente della sezione ISDE di Perugia tiene a
precisare che: “L'imponente mole degli studi scientifici
accreditati, consultabile da chiunque nei nostri siti web nazionali
ed internazionali (I.S.D.E. et altri), è stata recentemente
elaborata dal nostro coordinatore scientifico dott. Ernesto Burgio
nella pubblicazione "Ambiente
e Tumori" curata dall' A.I.O.M (Associazione Italiana di
Oncologia Medica). Ne risulta inequivocabile evidenza che sostanze di
sintesi, vecchie e nuove, introducendosi per via inalatoria o
alimentare, possano agire come interferenti endocrini e/o
mutageni-cancerogeni all’interno di corpi biologici animali e
vegetali. Una volta assunte in corpo possono raggiungere i preziosi
siti intranucleari di regolazione della funzionalità biologica
(genoma; epigenoma) usando come vettore di trasporto quella materia
estremamente frammentata e parcellizzata che va sotto il nome di
Particolato Materico (Particulate Matter o P.M.). Esso consegue
all’azione dis/aggregante della temperatura con relativo
cambio di stato della materia, dalla forma solida a quella gassosa.
Gas e vapori che vanno a costituire la sostanza dei fumi di risulta;
fumi tanto più ricchi di particolato fine ed ultrafine (il più
piccolo e per ciò stesso più nocivo e penetrante) quanto più alta
sarà la temperatura di trattamento e quanto meno efficaci saranno i
filtri adottabili a sbarramento delle emissioni. Ritengo sia
comunemente intuibile che un filtro anti particolato (F.A.P.) capace
di intercettare una materia così frammentata da raggiungere il
diametro di 0,1 micron (ultrafine particulate matter o P.M. 0,1)
dovrebbe essere costituito da una trama tanto fitta da meritare la
denominazione comune di "tappo".
Se i tecnici che il dott. Bernardini
ha consultato, ritengono possibile far funzionare i cementifici con
opportuno “tappo” così da escludere, in via definitiva e
salubre, l’emissione dei submicroscopici patogeni, saremo ben
felici di valutarne i risultati e la rilevanza scientifica degli
studi. Ma, di grazia, che di evidenze
scientifiche ben repertabili in letteratura debba trattarsi e non
delle solite chiacchiere di orientamento politico-economico alla
ricerca del massimo profitto con minima spesa.
Tutto ciò solo per accennare la
capacità di nocumento dei prodotti delle combustioni in senso lato.
Se poi si riflette sul fatto che il C.D.R. (Combustibile da Rifiuto),
a differenza di altri combustibili, pur nocivi ma costanti da un
punto di vista chimico-fisico, varierà per sostanza di composizione
al variare della materia dei rifiuti; si comprende bene che, come
medici sufficientemente aggiornati ed adeguatamente responsabili, non
possiamo consentire, pena l’assoluta imprevedibilità del danno
biologico per imprevedibilità della sostanza del rifiuto, che alcuna
considerazione di carattere economico possa prevalere sulle
considerazioni di rischio clinico evidenziate dalle griglie
interpretative che, secondo scienza e coscienza, possiamo derivare
dalle più recenti acquisizioni scientifiche.
Lo smaltimento per
termodisgregazione dei prodotti di consumo in dismissione, oltre che
per le acclarate rilevanze scientifiche prodotte, deve essere
assolutamente escluso da qualsiasi ipotesi di
attuazione in nome di quel Principio di Precauzione
la cui sostanza risiede in precisi riferimenti di raziocinio
medicoscientifico, nonchè inamovibili evidenze di carattere clinico."
Nel
rispondere al presunto sostegno degli ambientalisti all'ipotesi di
incenerimento dei rifiuti nei cementifici, riportata sul Corriere
dell'Umbria del 17 dicembre da G.Silvestri, Giovanni Vantaggi, coordinatore ereferente per l'umbria di ISDE-Italia e coautore del lavoro scientifico I
rischi ambientali e sanitari dei cementifici'incenertori
, argomenta: “un cementificio di solito produce circa il
triplo di CO2 rispetto ad un inceneritore (si vedano i
dati relativi alle emissioni del più grande inceneritore d’Europa:
Brescia e lo si confronti con le emissioni di CO2 dichiarate da
qualsiasi altro cementificio)”
e
sulle diossine aggiunge: “sebbene le molecole di diossina
abbiano un punto di rottura del loro legame a temperature superiori a
850°C, durante le fasi di raffreddamento esse si riaggregano e si
riformano come affermano nei loro lavori scientifici Cormier SA,
Lomnicki S, Backes W, Dellinger B. nel loro: “Origin and health
impacts of emissions of toxic by-products and fine particles from
combustion and thermal treatment of hazardous wastes and materials”[
Environ Health Perspect. 2006;114(6):810-817]”
mentre rispetto allo smaltimento delle ceneri
nel cemento mette in guardia: “I test di lisciviazione sul cemento
hanno dimostrato che l’immissione delle ceneri da combustione dei
rifiuti in esso costituisce un importante fattore di rischio
occupazionale, a causa dell’esposizione dei lavoratori a cromo e
cadmio attraverso inalazione e assorbimento transdermico durante .
[Chen HL, Chen IJ, Chia TP. Occupational exposure and DNA
strand breakage of workers in bottom ash recovery and fly ash
treatment plants. J Hazard Mater. 2010;174(1-3):23-27.- Liu HH, Shih
TS, Chen IJ, Chen HL. Lipid peroxidation and oxidative status
compared in workers at a bottom ash recovery plant and fly ash
treatment plants. J Occup Health. 2008;50(6):492-497. - Shih HC, Ma
HW. Life cycle risk assessment of bottom ash reuse. J Hazard Mater.
2011;190(1-3):308-31 - Aubert JE, Husson B, Sarramone N. Utilization
of municipal solid waste incineration (MSWI) fly ash in blended
cement Part 2. Mechanical strength of mortars and environmental
impact. J Hazard Mater. 2007;146(1-2):12-19. Ecc…]”
Le associazioni, i
movimenti e i comitati che insieme a ISDE aderiscono a Cittadini in
Rete si associano ad ISDE e chiedono alla politca di
applicare il principio di precauzione nelle scelte che hanno impatto
sulla salute dei cittadini.
Angela Cataliotti con i contributi di Maurizio Venezi e Giovanni Vantaggi
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