Una commemorazione per guardare al futuro
L'ambiente è il grande assente negli interventi delle istituzioni locali
E' con grande
tempismo che il comitato organizzatore dell'odierna celebrazione per
i 150 dell'unità d'Italia La
Sanità Pubblica in Umbria a 150 anni dall'Unità
ci propone una riflessione di grande prospettiva storica alla vigilia
di un riordino della nostra sanità regionale imposto da vincoli
finanziari.
Illuminanti
i dati forniti dal Presidente della European
Union of Public Health Association, che, con la sua relazione
L’evoluzione dell’Igiene,
dalla prevenzione alla promozione,
ci consente di inquadrare l'attuale crisi non solo economica
dell'Italia alla luce di alcuni indicatori come l'aumento dell'età
media (siamo il paese più vecchio del mondo), la spesa per la sanità
pubblica (siamo l'ultimo paese dell'OCSE),
la differenza del 4% nell'aspettativa di vita media tra nord e sud, i
6 milioni di analfabeti e il 66% di persone con scarsa capacità di
decifrare problemi complessi, che non leggono
libri o giornali e non usano le nuove tecnologie eccetto il
telefonino. Una relazione improntata tuttavia all'ottimismo e ad
alcune indicazioni pragmatiche che ci auguriamo possano ispirare
anche i nostri legislatori regionali:
non ostinarsi a cambiare la struttura organizzativa
focalizzarsi sui problemi del cittadino
mettere al centro la persona
gestire la conoscenza e il talento con la stessa attenzione con cui
si gestiscono i soldi
intervenire in maniera multisettoriale.
Il
concetto della centralità della persona, come portatrice del diritto
soggettivo alla salute, è stato ripreso nella relazione del
dirigente del Servizio
di
Programmazione socio-sanitaria dell'assistenza di base e ospedaliera
della Regione, accanto a quello delle caratteristiche di
universalismo e solidarismo a cui, fino alla redazione del Piano
Sanitario Regionale 2009-2011,
è stata ispirata la programmazione del sistema sanitario umbro.
Grande assente negli interventi
delle istituzioni locali è stato l'ambiente, sia nel senso di
ambiente fisico, chimico e biologico come grande determinante di
salute, sia nel senso di comunità, a cui la persona appartiene, che
gestisce direttamente il bene comune della salute.
La visione di una sanità costruita dal basso, dalle comunità
locali, in un rapporto di stretta collaborazione tra operatori di
professionalità diverse, istituzioni locali e cittadini consapevoli,
è stata tuttavia recuperata negli interventi degli operatori, medici
di base, responsabili di distretto e di centri di salute, nonché
dalla Presidente dei lavori odierni che ha sollecitato un nuovo
protagonismo dei sindaci nella sanità pubblica.
Il Luogo di questa nuova sanità territoriale, che viene definito
Casa della Salute, è già in costruzione e ci sono esperienze di
Centri di Salute, come quello di Colleluna nel Comune di Terni, che
hanno molte delle caratteristiche di una Casa della Salute come
l'accessibilità per tutti (raggiungibilità con mezzi pubblici,
percorsi pedonali coperti, nessuna barriera architettonica);
l'identificabilità del luogo come luogo della salute
l'integrazione tra il sociale e il sanitario
la presa in carico del paziente
la continuità dell'assistenza su 12 ore giornaliere per 7 giorni
alla settimana
la presenza di progetti specifici per le persone più fragili,
mamme, bambini, anziani
la collaborazione tra medici di base, specialisti, infermieri e
amministrativi
l'uso dell'informatica come fattore abilitante di cooperazione la partecipazione dei cittadini e delle associazioni nella programmazione e nella valutazione dei servizi.
La risposta del Sindaco di Perugia e Presidente dell'ANCI è stata di
apertura verso gli stimoli della giornata, anche se non sono mancate
le digressioni sugli interventi di ingegneria istituzionale da cui la
relazione iniziale ci aveva messo in guardia. Fa ben sperare la
citazione dell'esperienza Brasile, come paese in controtendenza in
cui il benessere sociale è in aumento, chissà se pensava a Porto
Alegre?
Angela Cataliotti
|