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PM-10: le centraline ARPA certificano la disastrosa situazione perugina
PM-10: le centraline ARPA certificano la disastrosa situazione perugina
Ma il sindaco ha altro a cui pensare… (ikea, decathlon ecc)
Invisibili ma micidiali, le particelle PM-10 e PM-2.5 continuano a inquinare l’aria di Perugia: a Ponte San Giovanni sono stati superati i 35 "sforamenti" consentiti, vicinissime a tale limite le centraline di Fontivegge e via Cortonese. Forse è il caso di ricordare a chi governa la città che il PM10 è tuttora l'inquinante più frequentemente associato a una lunga serie di esiti sanitari, che vanno dai sintomi respiratori alla mortalità cronica (fonte: ARPA-Umbria).
I raffronti dei livelli di inquinamento con altre città cresciute in modo più organizzato dimostrano inequivocabilmente che la grave situazione perugina è l’esito di anni e anni di una politica improntata su una crescita urbanistica disorganica e frammentata, tale da rendere inefficace qualsiasi sistema di mobilità pubblica rispetto all’auto privata, una delle principali cause di inquinamento.
Non ci stupiamo, visto il curriculum del sindaco, che l’attuale politica urbanistica perugina sembra ignorare tali evidenze e continua a perseguire un selvaggio consumo del territorio, concedendo a imprenditori senza scrupoli di costruire su terreno ex-agricolo (si pensi ad esempio alle nuove edificazioni sorte in via Centova, a San Marco, Castel del Piano, San Martino in Campo e alle conseguenti rotonde, svincoli, bretelle... solo per fare alcuni esempi).
A fronte di tali evidenze fanno sobbalzare le affermazioni del sindaco Boccali apparse sul messaggero del 20/11/11, in risposta alla domanda: “che Perugia volete ridisegnare?” risposta: “la città che è scritta del piano regolatore in vigore dal 2002: i principi sono chiari, l’espansione è finita, non c’è più terreno da consumare, si deve lavorare nella città compatta per un riuso intelligente”. Al sindaco sfugge forse che il PRG 2002 è stato “martoriato” da una lunga lista di deroghe, molte delle quali per cambio di destinazione d’uso da agricolo a edificabile.