Perugia: mobilità urbana e qualità dell’aria
quaranta anni di piani regolatori costantemente derogati per favorire una edilizia invadente e disarticolata hanno provocato una crescita della città “a macchia di leopardo”
Tra i molteplici inquinanti immessi nell’aria dall’attività umana i PM-10 sono quelli collegati direttamente alle emissioni prodotte dai motori da autotrazione e dagli impianti di riscaldamento, fonti che nel comune di Perugia concorrono in modo simile all’ammontare totale di tale inquinante (fonte: ARPA-Umbria).
Il rapporto annuale di Euromobility, che mette a confronto lo stato della mobilità pubblica/privata e l’inquinamento dell’aria nelle principali 50 città italiane, indica che negli ultimi anni, a livello nazionale, è in atto un trend alla diminuzione delle emissioni di PM-10. Ciò è dovuto senza dubbio alla graduale introduzione di veicoli che rispettano le indicazioni dell’Unione Europea quanto a riduzione delle emissioni inquinanti. Purtroppo la situazione registrata nel comune di Perugia evidenzia un trend opposto con i PM-10 in progressivo aumento: si passa da una media annuale di 34 ug/mc registrati nel 2007 ai 40 ug/mc del 2009 (fonte: Euromobility su dati ARPA-Umbria)
Il primato del maggior numero di automobili rapportato alla popolazione, il traffico sostenuto, l’inquinamento dell’aria e il conseguente aumento delle malattie respiratorie, gli autobus semivuoti... sono solo alcuni degli effetti concatenati alla cattiva gestione del territorio: quaranta anni di piani regolatori costantemente derogati per favorire una edilizia invadente e disarticolata hanno provocato una crescita della città “a macchia di leopardo”. E’ impressionante il confronto delle aree urbanizzate di Perugia con quelle di città più attente al consumo del territorio, come ad esempio Bolzano, guarda caso città con il più basso livello di PM 10 tra quelle considerate da Euromobility. A questa insanabile fonte di traffico intra-comunale, si aggiunge un consistente flusso di auto di provenienza extra-comunale: i dati forniti dalla regione Umbria evidenziano che il capoluogo umbro è interessato da consistenti flussi pendolari negli assi Perugia-Foligno, Perugia – Marsciano, Perugia – Città di Castello, Perugia – zona Trasimeno:
Quest’ultimo problema potrebbe tramutarsi in soluzione se, nel progettare il servizio di trasporto pubblico, si ragionasse in termini regionali anziché comunali: Il potenziamento e l’ammodernamento delle infrastrutture ferroviarie, peraltro esistenti proprio nelle direttici del pendolarismo, eliminerebbe il traffico automobilistico pendolare extra-comunale e nel contempo aumenterebbe il bacino di utenza del trasporto pubblico locale, che avrebbe una maggiore disponibilità di risorse per migliorare il servizio e renderlo più efficace ed attrattivo, contribuendo così alla riduzione del traffico automobilistico e del conseguente inquinamento.
Roberto Pellegrino
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