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Il re era nudo
2000 battute di LettereRiformiste

 


L'epilogo, speriamo definitivo, dei 17 anni di prepotente egemonia di Berlusconi è un grande evento per tutti. Ci sembrava innaturale, quasi sovrannaturale, che un uomo così piccolo piccolo potesse dominare un paese così grande grande e un popolo così ingegnoso, che tante pagine meravigliose ha saputo scrivere dal medioevo in poi, insieme ad altre miserande, nelle condizioni più disparate e disperate in cui è venuto a trovarsi sottostando a secolari domini stranieri o italici prima di approdare all'unità del paese.


Quale che ne sia la causa finale, se interna alla sua azienda, o al suo partito, al paese, all'Europa, Berlusconi ha recitato un fin de partie in cui si ritrova tutto Shakespeare, quello delle tragedie e quello delle opere quasi buffe ma non leggere. E' caduto dopo aver vissuto una vita da fiaba che si era scritta da solo, e che ha recitato in mezzo a due ali di folla plaudente, come scrivevano i cronisti sportivi quando osannavano il campione solo al comando. E' caduto perché - a differenza del re raccontato da Andersen - ha finito col mostrare le sue nudità ai sudditi che alla fine si accorsero che era nudo.


È caduto. Gaudeamus igitur, anche chi non è più giovane e temeva di morire berlusconiano.


Risorgerà? Può darsi, ma come l'avatar di uno zombie, fastidioso ma non come l'originale. Verrà ricordato? Si, ma come un Falstaff cui le reti televisive hanno offerto un divertito teatro mondiale dall'Antartide alle Bermude, dalla Patagonia alla Kamchatka , dalla Groenlandia alle Comòre.


Ci dobbiamo sentire disonorati? E perché mai: a noi ci rappresentano Riccardo Muti e Renzo Piano, Roberto Benigni gli astrofisici del Cern e Bernardo Bertolucci, e tanti altri che sono conosciuti ed amati all'estero per la loro eccellenza nei campi della scienza e della cultura.

Abbiamo una straordinaria occasione di riprendere a scrivere storie meravigliose, pur in condizioni disperate come ci accadde tante altre volte nel passato.


Un passato che ci è stato scippato. Riprendiamocelo. E' nostro.

 



Gianni Barro

Inserito venerdì 18 novembre 2011


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Commenti

Nome: la redazione
Commento: Ecco, quello di riflettere sempre prima di parlare ci sembra proprio un ottimo consiglio.

Nome: Dorothee
Commento: Le voglio raccontare una storia che forse non conosce. C'era una volta un militare, diventato poi l'uomo più potente d'Europa, che un giorno, non riuscendo ad appendere il soprabito, si sentì dire da un suo comandante: "Lo appendo io che sono più grande"; a questa affermazione Napoleone Bonaparte gli rispose: "Più alto si, più grande no!". Tutte le malvagità che avete detto sul Presidente Berlusconi in quasi un ventennio, non serviranno a niente perché rimarrà l'uomo sui libri di storia (come Napoleone). Mentre dei vostri politici (insignificanti) non ne parlerà nessuno, neanche i vostri nipoti! Riflettere sempre prima di parlare.

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