16/07/2024
direttore Renzo Zuccherini

Home >> E lo chiamano sviluppo!

E lo chiamano sviluppo!
Autostrada, nodo, maxistalla, mercato coperto, argini del Tevere, Monteluce, Ikea, inceneritore... Vecchie idee che non funzionano più

A metterle tutte in fila, le grandi pensate degli amministratori locali, c’è da rabbrividire:

la trasformazione della E45 in autostrada (con annesso pedaggio); il nodo di Perugia (22km di strada che per collegare l’ospedale alla “regione” e “snellire il traffico” distruggerà per sempre aree agricole di pregio); la Maxistalla con annesso biodigestore indispensabile per salvare dal collasso le Opere Pie (piazzando l’impianto giusto a Santa Maria Rossa, epicentro di una zona già martoriata da residui zootecnici prodotti dagli impianti di Olmeto/Bettona); la trasformazione del mercato coperto in un mega centro commerciale (con s-vendita alla società privata “nuova Oberdan” dell’intero complesso e con lo scavo di una voragine a pochi metri dal Palazzo del Popolo); l’arginatura scriteriata del Tevere (con la conseguente urbanizzazione delle aree non più a rischio di esondazione, il tutto sembra fatto apposta per accontentare qualche imprenditore locale); l’operazione Monteluce (demolizioni terminate... ricostruzione quando?); l’operazione Ikea (con il discutibile scambio di terreni su cui indaga la magistratura, l’altrettanto discutibile aumento dei posti di lavoro e lo sbandierato arrivo di 2 milioni di clienti all’anno - e altrettante auto circolanti!); l’inceneritore rifiuti da costruire a tutti i costi anche se non ci dicono dove (con una raccolta differenziata che sembra fatta apposta per fallire); la demolizione dell’ex Tabacchificio di Ponte Valleceppi, oramai ex esempio di archeologia industriale (da rimpiazzare con le ennesime palazzine che rimarranno invendute).

Il tutto infarcito da interventi “di contorno”, come le tante deroghe dal piano regolatore per rendere edificabili le aree agricole, rotonde che spuntano ovunque come funghi, (altri sette se ne attendono in via Pievaiola), distese di impianti fotovoltaici al posto dei campi coltivati, parcheggi al posto di antichi orti medievali, centrali termiche che bruceranno biomasse (o rifiuti?) a due passi dall’ospedale regionale, eventi “altamente culturali” come l’eurochocolate ecc... 

Tali scelte, capaci di arricchire solo un limitato gruppo di imprenditori/speculatori, non sembrano portare grossi benefici ad una larga fetta di cittadini, sempre più poveri e costretti, in nome della crescita economica, a subire come inevitabili i tanti episodi di inquinamento dell’aria e delle falde acquifere, la desertificazione di quartieri vecchi e nuovi ceduti  alla microcriminalità, un traffico automobilistico in continuo aumento e una vita sempre più difficile.

La frenetica corsa al cemento per inseguire il miraggio dello sviluppo non funziona più: abitazioni e capannoni rimangono invenduti, gli ipermercati chiudono per mancanza di clienti (si veda la recente chiusura di ELDO, preceduta negli anni dalla chiusura di STANDA, COIN, UPIM) e le opere pubbliche sono ferme per mancanza di risorse e di idee della classe politica.

E’ ora che i cittadini tornino a dire la loro per trovare nuove vie alternative ad un sistema che sembra essersi  esaurito. E’ ora che la politica si apra ad una reale partecipazione.


Perugia, 4 novembre 2011

Il Consiglio Esecutivo



movimento Perugia Civica

Inserito sabato 5 novembre 2011


Commenta l'articolo "E lo chiamano sviluppo!"

Commenti

Nome: massimo ciuffini
Commento: è certamente così, i problemi ci si parano davanti sono quelli della "sinistra immobiliare". Tolta di mezzo quella, tutto andrà a gonfie vele.

Nome: Rosa
Commento: E' proprio vero il dramma umbro è la sinistra che governa (felice la definizione di SINISTRA IMMOBILIARE) che ragiona solo in quantità di terreno sul quale gettare il cemento. Non riescono a pensare ad un diverso sviluppo delle città

Nome: Vanni Capoccia
Commento: Il vero problema dell'Umbria è la "sinistra immobiliare" che continua a far corrodere dalle ruspe il nostro paesaggio non capendo che togli togli la terra da sotto i piedi le città sprofondano materialmente ed anche nei rapporti sociali

Nome: massimo ciuffini
Commento: Che nell'epoca che viviamo la nozione di sviluppo vada senza dubbio riscritta da capo a piedi non v'è dubbio. Che però le premesse siano quelle di mettere tutto in un unico calderone è cattivo segno. Mi permetto di ricordare che: il pedaggiare il trasporto stradale privato è una politica rivolta a far pagare i costi esterni che questo tipo di trasporto genera e comuque a limitarne l'utilizzo mentre la realizzazione del nodo autostradale ha finalità radicalmente opposte. Che il mercato coperto è un'operazione urbanistica denominata tecnicmante INFILL ovvero più o meno "inserimento e densificazione" all'interno del tessuto costruito e uno dei pilastri del cosiddetto Smart growth, mentre Ikea è l'urban sprawl (mi scuso, troppo inglese, ma così si trova tutto su wikipedia ed è possible verificare...) all'ennesima potenza. Il commento è non quale sviluppo ma quale confusione e quale assenza di disegno?

Nome: maria antonia modolo
Commento: Sono perfettamente d'accordo con tutte le osservazioni, ora bisognerebbe anche suggerire "che fare" oltre a quanto detto poi ci vogliono proposte su cui insistere

Redazione "La Tramontana"- e-mail info@latramontanaperugia.it
Sei la visitatrice / il visitatore n: 7121439