In Danilo Dolci: 'Il potere dell'acqua' (Melampo, Milano, 2010)
Predicava Maometto:
"Quelli del Paradiso si vedranno scorrere fiumi ai piedi... nei giardini dell'Eden troveranno fiumi scorrenti sotto gli alberi. Iddio ha fatto scendere dal cielo l'acqua per ravvivare la terra dianzi morta".
(Ancora Nino Mangano ricorda un canto delle campagne di Naso, un lamento d'amore, che inizia: "Pedi d'aranciu, comu ti perdisti... Eri virdi, e gialina ti facisti: t'avi mancata l'acqua di lu pedi").
La Sicilia ci č ormai inconcepibile senza l'arabo Chiostro di Monreale, senza i curvi zampilli e le colombe della sua fontana tra il profumo dei gelsomini. Senza "gebbie", e ulivi saraceni (glsomino č parola di origine persiano-araba).
Canta un poeta arabo-siciliano:
Favara dal duplice lago...
vista soave.
Dove i laghi si incontrano, ivi l'amore si accampa