16/07/2024
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Il parco fluviale del Tevere
Dopo un quarto di secolo, rimarrà un'opera virtuale?

Abbiamo letto con interesse la lunga nota del vicesindaco e assessore all’ambiente di Perugia apparsa sulla stampa. Dobbiamo,però,subito dire che fin dal titolo saremmo più d’accordo sull’uso del condizionale al posto dell’indicativo. In effetti il Tevere dovrebbe essere “una risorsa e un patrimonio”. Senza voler essere polemici a tutti i costi, anche perché le responsabilità vanno divise nel tempo e nel succedersi degli amministratori. Nella realtà la strage di pesci del 31 luglio, ad esempio, è una prova lampante di come venga considerato il fiume da certa imprenditoria locale. E quale garanzia di salvaguardia offrano le istituzioni che hanno consentito e consentono il mantenimento sulla sua sponda destra dell’unica azienda del territorio comunale censita nell’elenco delle 19 attività regionali “stabilmente  a rischio incidente rilevante”. Oppure si realizzano improbabili centraline idroelettriche ecc… Per quanto riguarda, poi, il riferimento al parco fluviale territoriale comunale è rilevabile come la sua realizzazione sia dopo un quarto di secolo ancora “un’articolata proposta operativa del progetto elaborata dall’Amministrazione comunale”. Vogliamo ricordare infatti che l’idea nacque all’inizi degli anni Ottanta per l’impegno del Comitato d’Iniziativa Popolare per il Tevere. Nel gennaio 1984 a Ponte Valleceppi si tenne un’assemblea pubblica accompagnata da una mostra sul tema “La realizzazione di un parco fluviale”. E ancora nella festa del primo maggio 1985 fu presentato un audiovisivo sullo stesso tema con il patrocinio della C.G.I.L. di Perugia. L’idea fu subito raccolta dall’allora assessore all’ambiente Caterina Romizi come impegno prioritario nei “lineamenti programmatici per il quinquennio 1985/90”. Si costituì un gruppo di lavoro per la redazione del progetto, di cui il primo stralcio fu presentato per la “Festa Grande” del 20 giugno 1986 ecc.. Ma da allora non sono mai scattate le conseguenti volontà politiche e le sinergie interistituzionali. Così in questi ultimi anni i capitali pubblici sono stati investiti in altre opere considerate di maggior ritorno d’immagine. (Se mai c’è stato!). Né i tempi e le ristrettezze di bilancio delle finanze pubbliche lasciano presupporre una prossima realizzazione di quello che dovrebbe essere il vero segno di politiche per l’ambiente. A tutt'oggi in Umbria esiste un solo parco fluviale ufficialmente riconosciuto: quello nato nel 1990 come area protetta, che si estende in sette comuni del ternano (vedi internet alla voce parco fluviale del Tevere). Un ultimo appunto: è vero che l’Ansa degli Ornari oggi è liberata dalle mire di cavatori senza scrupoli, sempre per le innumeri azioni di protesta del Comitato Tevere, che avviò tutta una serie di pressioni come il documento del dicembre 1984 alla Sovrintendenza per i beni culturali e paesaggistici dell’Umbria, che individuava nell’area un sito da sottoporre a un vincolo paesaggistico a seguito del Decreto Nr.4983 del 21/09/1984 conosciuto come (Decreto Galasso). Poi, però, per l’acquisizione e sistemazione dell’Ansa furono richiesti 3 miliardi delle vecchie lire in un elenco di opere da finanziare attraverso il CIPE in data 05/08/1988, che non ebbe mai seguito. Così un’area di altissimo pregio paesaggistico importante per la biodiversità oggi è ancora assolutamente privata e, quindi, irraggiungibile da scuole e pubblica fruizione. Per concludere la sortita di Arcudi è sicuramente apprezzabile,anche perché ribadisce vecchi impegni oggi quasi dimenticati da altri progetti provinciali o interventi frammentari ed episodici sulla base del progetto regionale TAC (turismo,ambiente e cultura). Ma non vorremmo che in concreto la realizzazione di un PARCO FLUVIALE TERRITORIALE DEL COMUNE DI PERUGIA rimanga soltanto virtuale.

 

Il Segretario Circolo Legambiente di Perugia  (ed ex membro del Comitato di Iniziativa Popolare per il fiume Tevere) 



Lauro Ciurnelli

Inserito lunedì 24 novembre 2008


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