Una festa imperniata sul vino
Franco Venanti dice la sua all’interno del dibattito sul “palio di Perugia”: ecco la proposta. “Rievocazione storica che unisca la città , il contado e soprattutto il popolo”
Riprendiamo dal Corriere dell'Umbria l'articolo di Sandro Allegrini dedicato alla interessante proposta di Franco Venanti:
PERUGIA 20.08.2011
Il maestro Franco Venanti non le manda a dire e fa la sua proposta, tutta dedicata al culto di Bacco
È il prototipo della peruginità: aguzzo, sornione, bastian contrario. Ma sincero come il vino di una volta. Porta con disinvoltura le sue ottanta primavere, con l'umiltà dei grandi, pur essendo considerato il maestro più rappresentativo della neofigurazione. Ha raccontato Perugia in tanti suoi libri. Il più famoso è "Quando una rondine faceva primavera", intriso di nostalgia e zeppo di aneddoti. Franco Venanti detesta essere considerato un "matre à penser", ma non rinuncia a dire la sua. Come nel caso della riproposizione degli antichi "ludi perugini" dei quali si fa, in questi giorni, un gran parlare. "Nei termini in cui è stata posta, la considero un'enorme sciocchezza", esordisce. E lancia subito una freccia avvelenata contro certi amministratori che aprono la bocca e le danno fiato. "Non capisco perché non hanno interpellato la mia Bonazzi, la più antica e rappresentativa associazione cittadina che celebrerà a breve il mezzo secolo". E dire che Venanti s'intende di tornei cavallereschi: ha all'attivo l'ovale in ceramica della più bella pubblicazione in materia. Ma ai tornei non crede. Pensa invece al recupero di tradizioni popolari, come una manifestazione corale imperniata sul vino, sui canti carnascialeschi, sui carri allegorici in costume (medievale, cinquecentesco o ottocentesco). Insomma: una rievocazione che unisca città, contado e soprattutto "popolo", nella sua accezione civile e identitaria. "Per riproporre - dice - un nostro prodotto tipico, come il vino. Non solo il cioccolato, che va comunque bene. Ma una risorsa autoctona, che troverebbe nella manifestazione un eccezionale canale di promozione. Mettendo in vetrina e valorizzando le aziende vitivinicole, le cantine sociali, le imprese del settore, rendendole protagoniste di un rilancio culturale e commerciale". "E poi - aggiunge - "in vino veritas", ossia la possibilità di rivelarci per quello che siamo, secondo le nostre rustiche radici". "Si potrebbero far rivivere - spiega Venanti - i fasti delle Bartocciate, sfilate su carri agricoli addobbati, con la maschera perugina del Bartoccio, coi suoi arguti "cartigli" satirici contro il potere e i signori". Venanti vede la possibilità di una festa bacchica, che unisca i rioni della città e il vecchio contado. All'insegna dell'allegria e della spensieratezza. Rustici Baccanali, tra uve pestate a piedi nudi, giovani allegri, canti e suoni, musica e parole di ieri e di oggi, con un occhio di riguardo alla lingua del Grifo. Dunque figuranti e carri allegorici, con votazione popolare dei vincitori. Ma anche la rievocazione dei "briaconi" perugini, "immortalati nella pagina di Claudio da Spinelli", suggeriamo. "Ma che Spinelli!" ribatte Venanti. "Ho conosciuto tutte queste figure in via Bonazzi, alla bottega della Pocciona (una specie di popputa virago felliniana, ndr). Non sono macchiette, ma personaggi con la loro dignità". "Tra le manifestazioni collaterali ben venga la palla a braccio o altri giochi popolari - precisa - ma niente sassaiola o giochi violenti, anche per non dare ai giovani il cattivo esempio". "I Borghi, le associazioni, il comune e le Pro-loco, gli artisti e la gente qualunque: tutti possono collaborare - conclude il pictor optimus - a costruire e rievocare momenti di partecipazione gioiosa alla vita della città". Venanti dixit.