Come tu vuoi
Una poesia di Mario Luzi
La tramontana screpola le argille, stringe, assoda le terre di lavoro, irrita l’acqua nelle conche; lascia zappe confitte, aratri inerti nel campo. Se qualcuno esce per legna, o si sposta a fatica o si sofferma rattrappito in cappucci e pellegrine, serra i denti. Che regna nella stanza è il silenzio del testimone muto della neve, della pioggia, del fumo, dell’immobilità del mutamento. Son qui che metto pine nel fuoco, porgo orecchio al fremere dei vetri, non ho calma né ansia. Tu che per lunga promessa vieni ed occupi il posto lasciato dalla sofferenza non disperare o di me o di te, fruga nelle adiacenze della casa, cerca i battenti grigi della porta. A poco a poco la misura è colma, a poco a poco, a poco a poco, come tu vuoi, la solitudine trabocca, vieni ed entra, attingi a mani basse. E’ un giorno dell’inverno di quest’anno, un giorno, un giorno della nostra vita.
(poesia letta da Giannermete Romani durante la passeggiata dei frantoi, da Pieve di Campo al Cimitero a San Girolamo, del 16 novembre)
Mario Luzi
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