La prima fontanella di acqua pubblica “naturale, gassata, refrigerata” a Pian di Massiano può certamente, simbolicamente, avere un duplice scopo. Come dice l’assessore. Quello di promuovere l’uso consapevole dell’acqua potabile e contemporaneamente ridurre i contenitori all’origine. Ambedue importanti per la sostenibilità ambientale del nostro vivere quotidiano. Adesso riconosciamo l’impegno con cui viene interpretata la non facile delega all’ambiente. Ma vorremmo proporre l’apertura di una seconda distribuzione di acqua a San Martino in Campo. Scelta ancora più simbolica. Vogliamo ricordare, infatti, che esiste un’intera area del territorio comunale che continua ad avere tutte le falde acquifere avvelenate. Nella zona di San Martino in Campo dal 10 giugno pende un’ordinanza del Sindaco, la nr.695, che fa divieto di usare l’acqua dei pozzi privati anche per scopi irrigui. Integra un precedente atto, il nr. 336 del 28 marzo 2011. In pratica ormai sono passati oltre tre mesi senza che sia successo qualcosa, almeno per quanto ci risulta. La situazione, allora, ci impone di chiedere pubblicamente all’Amministrazione Comunale quali prospettive si aprano per quei cittadini che non possono usare l’acqua dei pozzi, né collegarsi con l’acquedotto pubblico per la spesa che questo comporta. E, in pratica, per loro l’assunto sancito solennemente dal risultato referendario, che l’acqua è un bene comune e pubblico, un diritto, non ha alcun valore.

Comitato di salvaguardia ambientale di San Martino in Campo