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Cava di Resina: Perugia civica insieme ai cittadini per salvaguardare il territorio
Cava di Resina: Perugia civica insieme ai cittadini per salvaguardare il territorio
L’amministrazione non rimanga sorda: sarebbe questo il primo segno concreto di uscita dalla filiera cave-cemento-costruzioni
Una assemblea popolare di oltre trecento cittadini ha bocciato senza appello la scelta di autorizzare una nuova cava in località “Le navi” presso Resina, in zona esondabile e a ridosso dell’abitato, che andrebbe a compromettere un'area boscata integra, aprendo una nuova ferita nel paesaggio umbro già fortemente segnato dalle cave. Perugia civica chiede che ora l’amministrazione comunale prenda atto di una volontà popolare così ampia e revochi la concessione. Sarebbe questo il primo segno concreto di una svolta nella politica locale, che ancora si mostra attardata nell’appoggio incondizionato alla filiera CAVE-CEMENTO-COSTRUZIONI, che in realtà significa un appoggio a cavatori, cementieri e costruttori che si appropriano di grandi profitti e fanno ricadere sulla comunità cittadina e regionale i costi sociali e ambientali. L’Umbria ha già cave in sovrabbondanza, specie in tempi di crisi dell’edilizia. Ciò che serve è ora un serio impegno in una nuova politica, che punti a creare occupazione a partire dalla valorizzazione del territorio, dagli interventi di ripristino dei siti dismessi e degradati, dal recupero del patrimonio edilizio esistente. Serve anche un impegno per innalzare il costo delle concessioni, per restituire almeno in parte alla collettività il costo sociale e ambientale dello sfruttamento delle risorse di tutti: l’acqua, la terra, il sottosuolo... Ricordiamo che l'area Nord del Comune di Perugia sta già pagando in termini ambientali un prezzo altissimo e sarebbe assurdo infierire su un territorio già molto provato con un nuovo scempio ambientale; ricordiamo solo la presenza, a pochi chilometri, della discarica di Pietramelina; ricordiamo le numerose cave già presenti nel territorio; ricordiamo anche i tentativi, per fortuna bloccati dalla mobilitazione popolare, di sperimentare l’eolico sul Monte Tezio e di insediare la Fassa Bortolo a Colle Umberto: mentre già si stanno mettendo in moto le ruspe per devastare il territorio sopra Maestrello per realizzare un mega-impianto di energia solare in un terreno che il Piano regolatore prevedeva boscato. La vicinanza tra Resina e Pietramelina ci fa ricordare infine che il tema delle cave è strettamente connesso a quello delle discariche: per uscire da un uso devastante e distruttivo del territorio, occorre applicare seriamente il principio della riduzione degli sprechi di materia, del riuso e del riciclo. La disattenzione a questo principio spiega sia i colpevoli ritardi dell’amministrazione comunale nello sviluppo della raccolta differenziata (con conseguente enorme aumento della discarica di Pietramelina), sia la colpevole fretta nel concedere l’autorizzazione all’apertura della cava di Resina. In questo caso, la partecipazione popolare ha parlato chiaro: l’amministrazione non rimanga sorda!