16/07/2024
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Il fallimento della raccolta differenziata è il fallimento del Piano dei rifiuti
Sono dati sconfortanti che certificano l'inefficacia delle politiche messe in campo dalla Regione

 

Differenziata ferma al 32,9 per cento (+1,5). “Di questo passo obiettivi del Piano raggiunti tra oltre vent'anni. Con questi dati assurdo pensare al termovalorizzatore”

 “I dati sulla raccolta differenziata certificano il fallimento delle politiche di gestione dei rifiuti in Umbria. Di questo passo la nostra regione si avvia verso una situazione di emergenza difficilmente recuperabile. Sarebbe opportuno che l’assessore all’Ambiente venisse in Consiglio e spiegarci i motivi di questa pessima performance e della mancata applicazione del Piano regionale dei rifiuti”. Con queste parole Oliviero Dottorini commenta i primi dati relativi alla raccolta differenziata e alla produzione di rifiuti per l’anno 2010 in Umbria.

“Lo scorso anno, rispetto al 2009, la nostra Regione ha registrato un aumento di produzione di 10mila tonnellate di rifiuti, pari a circa 10 chilogrammi in più per abitante, mentre il Piano regionale aveva l'obiettivo di mantenere inalterata la quantità di rifiuti prodotti – ricorda Dottorini -. Ma il vero fallimento è quello relativo alla raccolta differenziata. Andando a scorrere i dati, infatti, troviamo solo un modestissimo 1,5 per cento in più di rifiuti differenziati rispetto al 2009. Riteniamo questa situazione grave e preoccupante dal momento che tutti e quattro gli Ati sono ampiamente al di sotto degli obiettivi del Piano che per il 2010 prevedeva il raggiungimento del 50 per cento di raccolta differenziata”.

“Sono dati sconfortanti – commenta Dottorini - che certificano l'inefficacia delle politiche messe in campo dalla Regione e mettono in evidenza la volontà di non attuare il Piano dei rifiuti nella sua interezza, ma solo nella parte che riguarda l'incenerimento. E' ormai evidente infatti che l'impegno dell'assessorato all'Ambiente è rivolto quasi esclusivamente alla chiusura del ciclo e all'accelerazione sull'impianto di smaltimento ultimo. In quest'ottica il blocco della raccolta differenziata potrebbe essere funzionale a un disegno che punta a portare in emergenza l'Umbria proprio per accelerare l’ampliamento delle discariche e la realizzazione del tanto invocato inceneritore”.

“Nel dettaglio possiamo vedere come, a fronte di piccoli e medi comuni particolarmente virtuosi, le principali realtà urbane rimangono al palo. Solo per fare qualche esempio Perugia, che nel corso del 2010 ha attivato il servizio di raccolta porta a porta, si ferma al 35,4 per cento con un incremento del 2,8 per cento rispetto al 2009, mentre Terni addirittura peggiora la propria prestazione attestandosi al 32,2 per cento (-1.6 per cento) e Foligno non va oltre il 30,6 per cento. Ma è l'Umbria nel suo complesso a segnare il passo: i comuni dell’Ati1 fanno segnare un aumento dell’1,9 per cento, quelli dell’Ati2 del 2,4 per cento e quelli dell’Ati3 del 2,3 per cento, mentre addirittura nell'Ati4 si registra un calo della raccolta differenziata pari allo 0,7 per cento”.

“Il 2010 doveva essere l'anno della svolta e invece certifica, in maniera brutale, la mancata attuazione al Piano dei rifiuti – commenta il Presidente della commissione Bilancio e Affari istituzionali -. Di questo passo l'obiettivo del 65 per cento di raccolta differenziata, previsto per il 2012, non verrà raggiunto neppure tra vent'anni. Per quanto ci riguarda, continuiamo a sostenere che il Piano dei rifiuti non può essere applicato a pezzi, dando impulso soltanto alla parte più arretrata della gestione integrata. E' evidente infatti che con questi dati sarebbe assurdo pensare alla chiusura del ciclo e alla realizzazione di impianti di smaltimento ultimo dei rifiuti, mentre occorre intervenire quanto prima con politiche concrete ed efficaci, investendo su metodi di differenziazione spinta, magari basandosi su sistemi meccanico-biologici già funzionanti in altre regioni”.

 

Perugia, 8 luglio 2011



Oliviero Dottorini

Inserito martedì 12 luglio 2011


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