14/08/2024
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Cava di Resina
Legambiente a fianco dei cittadini contro la realizzazione di una nuova cava


Comunicato stampa                                                    

Perugia, 1 luglio 2011

  “Ferma contrarietà all’ipotesi di realizzare una nuova cava a Resina nella zona “Le Navi”–  è quanto affermato da Legambiente Umbria nel corso dell’incontro che si è tenuto oggi tra l’associazione e una rappresentanza del comitato di cittadini che si è recentemente costituito proprio per opporsi alla realizzazione di una nuova attività estrattiva sul territorio perugino.

 La nuova cava dovrebbe sorgere nelle immediate vicinanze della frazione di Resina a ridosso del fiume Tevere, nei pressi della confluenza del torrente Resina, un luogo di grande interesse paesaggistico e ambientale, infatti l’area è classificata dal Piano Regolatore comunale vigente come bosco di particolare interesse ambientale, area di particolare interesse agricolo di pianura, area inserita nell’unità di paesaggio e ambito di interesse paesaggistico ambientale e storico.

“Nel Piano regionale delle attività estrattive - ricorda Legambiente Umbria - è esplicitamente detto che la Regione non concederà autorizzazioni per nuove cave e a memoria degli abitanti non risulta che quest’area fosse stata interessata da attività estrattive nel passato. In quel luogo – continua l’associazione ambientalista - anche in ragione della rottura del gasdotto e dei successivi interventi di riparazione avvenuto trent'anni fa o giù di lì, si è venuto a creare in maniera del tutto spontanea un’area umida di notevole interesse paesaggistico e naturalistico, un luogo quindi dove non c’è niente da ripristinare ma solo da conservare, tutelare e valorizzare”.   

Sono 114 le cave attive in Umbria e ogni anno vengono estratti circa 1 milione e 100 mila m3 di materiali. L'attività estrattiva continua ad essere considerata insieme all'edilizia, una delle attività trainanti dell'economia regionale e questo nonostante che interessa fortemente il paesaggio e l'identità dei territori e che quindi dovrebbe sollecitare riflessioni che riguardano il rapporto con una risorsa non rinnovabile come il suolo e la gestione dei beni comuni. Un settore quindi che presenta forti criticità ambientali e che porta solo ingenti risorse nelle casse dei cavatori e non certo in quelle regionali, infatti a fronte di 275.000 euro annui derivanti dai canoni di concessione, le aziende hanno un volume di affari annuo che supera i 13 milioni di euro. Va segnalato anche che i canoni di concessione umbri sono tra i più bassi d'Italia: 0,35 euro/m3 per il calcare contro 1 euro/m3 delle Marche. (fonte Ambiente Italia 2010 di Legambiente).

“Abbiamo messo a disposizione dei cittadini – conclude Legambiente Umbria – il nostro Centro di Azione Giuridica (CEAG) per sostenerli se mai ce ne fosse bisogno anche da un punto di vista legale. Metteremo comunque in campo tutte le azioni necessarie per un ripensamento dell’Amministrazione comunale.”



Legambiente Umbria

Inserito sabato 2 luglio 2011


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Commenti

Nome: marcello
Commento: Non so se la cosa-cava sia stata insabbiata o ni. So che c'è un dibattito in corso e ieri c'è stato un incontro con il sindaco. Per tenere invece in piedi in Parlamento una maggioranza defunta, si fa ricorso agli zombi...

Nome: Dorothee
Commento: Perchè esiste ancora il voto di scambio. Hai mai visto il film "Il giorno della civetta"? Beh immaginati Perugia come quel paesino siciliano dove tutti gli atti criminali vengono insabbiati, con la sola differenza che quì non abbiamo gli uomini, ma bensì i quaquaraquà.

Nome: gio' condor
Commento: Vorrei sapere, ma giusto per informazione, visto che non credo che le altre cave autorizzate di nascosto, come mai nessuo ha creato dei comitati di lotta per fermarne l'apertura?

Nome: Antero Bianchi
Commento: Penso che il paesaggio,il territorio agricolo incontaminato,siano il bene più prezioso che la Zona Nord del Comune di Perugia può vantare.Stravolgere questo con una cava,oltre a distruggere l'assetto idro\geologico,con gravissimi danni ambientali,provocherà una ferita aperta per sempre lungo il fiume Tevere. Con la discarica di Pietramelina,la cava di S.Giorgio,e la cava di S.Orfeto,penso che la zona Nord ha già pagato ampiamente un prezzo altissimo per la causa.

Nome: Antonio Fratini
Commento: Da sottolineare che a poca distanza dalla eventuale costruenda nuova cava, ne esiste un'altra attiva a S.ORFETO - la Cinella e che sembra sia stata autorizzata anche ad "operare" LUNGO IL TEVERE IN LOC. PALAZZACCIA ,,,,, PER NON PARLARE CHE SEMPRE NELLO STESSO TERRITORIO INSISTE LA DISCARICA REGIONALE DI PIETRAMELINA.... COME DICEVA UNA VECCHIA PUBBLICITA': " ..E CHE, C'HO SCRITTO GIO' CONDOR ??? "

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