Piano Energetico Umbria
Dall'analisi dei dati forniti da Terna, il pensiero del M5S di Perugia per l'Umbria: in un mondo finito non è possibile consumare all'infinito
Produzione netta4.117,6 GWh
- idroelettrica 1.397,0 GWh ( 24,43% del fabbisogno )
Richiesta da altre regioni 1.608,6 GWh ( deficit )
Totale fabbisogno5.718,3 GWh
Alcuni impianti produttivi per provincia e tipologia
Perugia:
Enel spa, Pietrafitta, generazione termoelettrica a gas metano da 510 MW
Sorgenia spa, Fossato di Vico, generazione eolica da 0,75 MW
Enel spa, Centrale PietroVanucci di Bastardo, generazione termelettrica a carbone/olio da 75MW
Terni:
Endesa Italia, Centrale di Galleto, generazione idroelettrica da 530 MW
Edison spa, Terni, generazione termoelettrica da 100 MW
Edison spa, Centrale di Nera Montoro, generazione termoelettrica da 50 MW
Consumi per settore e provincia
Perugia:
Agricoltura 84,4 GWh
Industria 1.267,2 GWh
Terziario 928,2 GWh
Domestico 721,5 GWh
Terni:
Agricoltura 16,8 GWh
Industria 1.727,3 GWh
Terziario 289,4 GWh
Domestico 256,1 GWh
Linee Guida per un Piano energetico per l'Umbria
Da una semplice lettura dei dati, è palese che consumiamo più di quello che riusciamo a produrre! Dobbiamo quindi produrre di più? come ci viene ripetuto dai media e dai politici fino alla nausea, da anni. La nostra idea e differente, in un mondo finito non è possibile consumare all'infinito, ed è proprio questa la chiave di volta del pensiero del M5S di Perugia per l'Umbria.
1) non produrre più energia, ma contenere i consumi per poi cominciare a ridurli;
2) rendere più efficienti i processi di produzione e trasporto di energia elettrica;
3) convertire quanto più possibile la produzione di elettricità da fonti esauribili a fonti rinnovabili!
4) passare da grandi centri di produzione isolati a micro-centri di produzione e distribuzione coordinati ed interlacciati!
Come fare? La nostra idea di piano energetico si compone di scelte, scelte che devono segnare una svolta, perchè non è pensabile di consumare sempre di più: il mondo è uno solo e non abbiamo a disposizione che quello in cui viviamo. Il passo fondamentale è quello di ridurre i consumi ; innanzitutto potremmo ridurre la quota del consumo domestico cominciando a utilizzare dispositivi a basso consumo, dalle lampadine agli elettrodomestici. Basti pensare che passare dalle lampadine ad incandescenza a quelle a fluorescenza si risparmia il 75% e andando sulla tecnologia LED si riduce di un ulteriore 10%. Lo stesso discorso si puo' fare con gli elettrodomestici: ad esempio , un frigorifero europeo consuma in media la metà di uno americano, ma il modello più efficiente sul mercato internazionale consuma oggi solo un quarto rispetto a un frigorifero europeo. È stato anche stimato che, a livello di singola unità abitativa, nei paesi dell’OCSE l’energia impiegata dallo stand-by si aggira dai 30 watt a 100 watt e, visto che questa energia viene richiesta lungo l’intero arco della giornata, anche se si tratta di basse potenze, il consumo totale risulta consistente, pertanto si potrebbero adottare sistemi che consumino 1 watt.
Abituandoci a utilizzare meno energia e a razionarla durante la giornata, potremmo singolarmente (in via teorica) richiedere all' ENEL di avere 1,5 KW invece dei 3 KW standard, in modo tale da ridurre il consuno medio orario; questo ci permetterebbe quindi di passare ( in via teorica ) da 977,6 a 488,8 GWh anno per l'uso domestico, che corrisponde a circa ¼ di quella richiesta a altre regioni. Con lo stesso principio si potrebbe intervenire sia sul settore terziario (in maggior parte), che nei settori agricolo e industriale.
Gli attuali processi produttivi dell'energia elettrica sono spesso poco efficienti, ma soprattutto poco efficiente è il trasporto dell'energia da grandi centrali isolate nel territorio alle utenze. Una nota ricerca dimostra che ammodernando, implementando e razionalizzando la rete elettrica si potrebbe rendere disponibile una quantità di energia elettrica pari a quella prodotta da 10-12 centrali EPR francesi, quelle bloccate dal referendum, con costi centinaia di volte inferiori.
Insomma, quando si spreca così tanto è da scriteriati pensare che la soluzione passi per un aumento della produzione alla fonte, come invece tutti i partiti continuano ad asserire.
Lo sviluppo impetuoso delle energie rinnovabili che pare finalmente alle porte, non deve illuderci. Tali fonti non devono essere considerate come la panacea, capace di assicurarci maggiore energia a disposizione, ma come modalità di produzione elettrica a sostituzione di quella da fonti fossili. Ad esempio, raddoppiando la quota eolica e triplicando la quota da fotovoltaico (sui tetti) si potrebbe chiudere la centrale di Montoro, attualmente alimentata da petrolio, carbone e gas. Ma soprattutto, lo sviluppo delle energie rinnovabili, si coniuga in modo naturale con la vera rivoluzione che vorremmo portare ai cittadini, vale a dire il passaggio dall'energia venduta a prezzi di cartello da oligopolisti di partito arricchitisi sulla pelle di noi utenti, a Cittadini che producono e scambiano (senza perdite di carico) tra loro l'energia che serve per la loro vita.