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San Martino in Campo: vietato l’uso dell’acqua dei pozzi
San Martino in Campo: vietato l’uso dell’acqua dei pozzi
L’Amministrazione Comunale sta premendo perché le responsabilità vengano scoperte? È avviato un percorso per interventi di bonifica della falda?
In questi giorni è stata emessa un'altra ordinanza sindacale che vieta l’uso dell’acqua dei pozzi nell’area di San Martino in Campo. Questa volta non si può utilizzare l’acqua nemmeno a scopo irriguo. E la questione rende sempre più problematica la qualità della vita di cittadini che ancora oggi non sono collegati con la rete idrica comunale perché non possono permetterselo. La causa dell’inquinamento sono i composti organici alogenati. Cioè i derivati dal tricloroetilene. Cioè la trielina derivata da attività industriali come le lavanderie e le lavorazioni metalliche. Il tricloroetilene deprime il sistema nervoso centrale e produce sintomi come quelli dell’ubriacatura da alcol: mal di testa, confusione, difficoltà nella coordinazione motoria. Un’esposizione prolungata può portare all’incoscienza e alla morte. Il tricloroetilene è considerato un cancerogeno fortemente sospetto, in classe 2° della classificazione Iarc per cancerogenicità su fegato e vie biliari. Adesso non vogliamo fare dell’allarmismo, ma nemmeno sottovalutazioni. Ma le domande sono molte. L’Amministrazione Comunale sta premendo perché le responsabilità vengano scoperte? È avviato un percorso per interventi di bonifica della falda? Ecc….. Perché, volendo, esistono interventi di bonifica come “pump and treat" che è una tecnica consistente nel pompaggio e il trattamento in superficie della falda inquinata. Una tecnica sicuramente complessa, ma i cui costi devono essere addebitati ai privati responsabili. Se non scattano queste volontà politiche, tutte le ordinanze sindacali non servono a niente perché il principio dell’auto depurazione non sussiste. E le assemblee pubbliche diventano chiacchierate assolutorie e consolatorie in libertà. Infine, essendo ancora in ambito referendario, forse vale la pena ricordare che l’inquinamento delle falde acquifere è una evidente scellerata privatizzazione di un bene comune come l’acqua. Perché nessuno si può arrogare il diritto di usarla per puri e semplici scopi speculativi privati.