BRUCIARE RIFIUTI? NO GRAZIE!
gestire i rifiuti senza discariche e senza incenerire non solo è possibile, ce lo impone una lungimirante direttiva europea
Bruciare rifiuti è sbagliato L’Europa, con la direttiva 98/2008, ha fatto delle tre erre “Riduzione-Riuso-Recupero” il perno centrale della gestione dei rifiuti. Anche se in modo meno evidente la direttiva ha reso impraticabile anche il “recupero di energia con trattamento termico” , ossia la combustione dei rifiuti, ponendo dei limiti minimi di efficienza energetica e sicurezza ambientale difficilmente raggiungibili con tecnologie remunerative. Il motivo di tale indirizzo lo si deve alla diminuita disponibilità di risorse naturali e minerarie (tra cui il petrolio) a fronte di una pressante richieste di consumo da parte di una popolazione umana in crescita vertiginosa.
Per l’Europa, e per noi tutti, i rifiuti costituiscono una miniera di “materie seconde” a basso costo che è conveniente recupere e reimmette nei cicli produttivi attraverso processi di trasformazione conservativi “materia-materia”. In questa ottica si comprende anche perché il trattamento termico dei rifiuti “con recupero di energia” è scoraggiato: la “materia seconda” di cui sono fatti andrebbe distrutta per sempre, con l’aggiunta di aumentare i rischi per la salute e per l’ambiente e di allontanarci dagli obbiettivi europei di riduzione dei gas serra.
Quanto alla combustione nei cementifici è da rilevare che andrebbe in concorrenza con il Recupero di materia. Infatti, se è vero che il CDR (Combustibile da Rifiuto) ottenuto dai rifiuti tal quali ha un potere calorifico accettabile lo stesso non può dirsi di quello ottenibile da ciò che resta da una Raccolta Differenziata al 65% che avvia al recupero tutte le materie con più alto potere calorifico (Carta e Plastica). Quindi azzerare il problema rifiuti riducendone la quantità alla fonte e massimizzando il recupero di materia risulta una strategia ecologicamente ed economicamente sostenibile.
Gestire i rifiuti in Umbria senza “trattamento termico” (inceneritori/cementifici)…. Partiamo dall’ultimo dato ARPA che certifica per il 2009 una produzione di 540mila tonnellate di rifiuti urbani. Semplicemente applicando le indicazioni della direttiva europea 98/2008 circa la “riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti” si otterrebbe, nella più pessimistica delle ipotesi, una riduzione del 10% nel giro di pochi mesi. Quindi rimarrebbero da gestire 486mila tonnellate di rifiuti. Fatto 100 questo dato, ipotizzando una raccolta differenziata spinta al 65% (obbligatoria entro il 2012) avremmo un residuo indifferenziato di 170 mila tonnellate (il 35%). Sottoponendo questa parte ad un processo di selezione e stabilizzazione meccanica/biologica da effettuarsi negli impianti già esistenti di Casone (Foligno), Ponte Rio (Perugia) e Le Crete (Orvieto) si otterrebbe un residuo secco stabilizzato del peso di 102 mila tonnellate. E’ importante evidenziare un fatto puramente matematico: un miglioramento della raccolta differenziata di solo 10 punti percentuali si traduce in una riduzione del residuo di circa il 30%, ciò significa che migliorare anche di poco la Raccolta Differenziata ha notevoli effetti sulla riduzione del residuo secco finale. Quest’ultima quota, che con una RD al 70% sarebbe di solo 87mila tonnellate, è paragonabile al quantitativo di rifiuti che l’attuale Piano Regionale conta di smaltire in discarica nonostante il “trattamento termico”. In altre parole, impegnandosi nella raccolta differenziata si otterrebbe lo stesso risultato che si avrebbe con l’inceneritore, ma senza spendere i 100-200 milioni di euro necessari alla sua costruzione. La regione Trentino Alto Adige, che conta una popolazione di poco superiore a quella umbra, ha raggiunto quest’anno una Raccolta differenziata del 67%. Il bando di gara per il programmato inceneritore, stanti i severi limiti della direttiva citata e la prospettiva di non avere sufficiente combustibile, è andato deserto.
… e senza discariche L’Umbria potrebbe annullare completamente la necessità di discarica trasformando l’ultimo residuo di rifiuto secco stabilizzato in materiale speciale per edilizia con un sistema “a freddo” simile o uguale a quello utilizzato da diversi anni a Vedelago (TV) con l’ulteriore vantaggio di creare nuovi posti di lavoro. Con il “sistema Vedelago” si ottiene un recupero di materia del 99%, annullando di fatto qualsiasi necessità di discarica.
Pregi della raccolta differenziata spinta rispetto al trattamento termico dei rifiuti: minore consumo di materie prime, aumento posti di lavoro, diminuzione costi di gestione rifiuti, diminuzione spontanea produzione rifiuti, drastica riduzione dei costi di smaltimento, diminuzione della tariffa TIA, minori emissioni di CO2. Nessuna emissione inquinante, minori rischi per la salute, minori rischi di infiltrazioni mafiose.
Cittadini in Rete - Umbria
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