22/12/2024
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Ronchi: Piano Rifiuti da rivedere
L’ex ministro, invitato dal PD per “benedire” l’inceneritore, ha invece evidenziato tutte le contraddizioni contenute nel Piano Regionale Gestione Rifiuti

Tra i relatori dell’incontro “IL CICLO INTEGRATO DEI RIFIUTI” organizzato il primo giugno scorso dal Partito Democratico Umbro c’era l’ex ministro Edo Ronchi, invitato, come da sua stessa ammissione, per “benedire sta cosa dell’inceneritore” ossia la chiusura del ciclo dei rifiuti con il trattamento termico, così come previsto dal Piano Regionale e fortemente voluto dal PD e dal PSI Umbri.

Ma l’ex ministro ha dedicato gran parte del suo intervento per sottolineare i contenuti della direttiva europea rifiuti (98/2008). Nel rilevare l’assenza di una regia nazionale ha ribadito che le priorità indicate dalla direttiva sono le azioni di Riduzione, Riuso e Riciclo dei rifiuti. Azioni che vanno attuate secondo le indicazioni contenute negli allegati della direttiva stessa. “L’Europa indica che il perno centrale della politica di gestione dei rifiuti è la prevenzione: ciò non può essere trascurato”, e ammonisce: “se un piano regionale non contiene dettagliati programmi di prevenzione si va in procedura di infrazione”. “La tariffa di smaltimento deve comprendere il costo della gestione del fine vita della discarica, ciò rende estremamente conveniente la raccolta differenziata. I comuni che non lo fanno non sono in regola con la legge”. Ronchi, nel sottolineare che la direttiva chiede di avviare al Recupero di materia la massima parte della Raccolta Differenziata, è  sceso nei dettagli illustrando alcune delle modalità di attuazione degli adempimenti richiesti dalla direttiva, come l’istituzione dei centri di preparazione al riutilizzo e i centri di riciclo.

Ancora riferendosi al Piano Rifiuti Umbro non ha esitato ad evidenziare che la quantità di rifiuti che si prevede di avviare al trattamento termico va in concorrenza con gli obbiettivi di Riciclo previsti per legge: “Se l’impianto è da 200 mila t/anno, che è circa la metà dei 410mila tonnellate (prodotte dai tre ATI), vuol dire che il piano di prevenzione non si fa, oppure non ha effetto. Si va verso numeri, secondo me, sovradimensionati”. Riferendosi poi alle 75mila tonnellate di rifiuti Speciali che il Piano prevede di indirizzare all’incenerimento: “ I 75mila da dove vengono?, chi ha detto che ci sono? Adesso dove vanno?” Per quanto riguarda gli investimenti previsti ha detto “Bisogna che non siano prevalenti e non scoraggino il riciclo”. Insomma, l’ex ministro non ha certo incensato il Piano Regionale Rifiuti, che va dunque urgentemente adeguato allo spirito della nuova direttiva europea.

Per quanto riguarda la chiusura del ciclo dei rifiuti con trattamento termico Ronchi ha ricordato che la direttiva indica una soglia di efficienza energetica dell’impianto sotto la quale non si ha Recupero di energia ma solo Smaltimento. Tale soglia è piuttosto alta e può essere raggiunta solo con la produzione di energia elettrica ed il contemporaneo recupero del calore (teleriscaldamento). Un ipotetico impianto, oltre ad essere economicamente sostenibile, dovrà rispettare le prestazioni ambientali ed essere gestito molto bene dalla commissione di sicurezza. Secondo Ronchi nella scelta della tipologia dell’impianto è necessario il supporto qualificato di un ente pubblico, come l’ENEA, e consiglia di indirizzarsi verso tipologie di impianti già esistenti e collaudati. L’ex ministro ha lasciato intendere che lui è favorevole a impianti di piccole dimensioni come i gassificatori. La sottolineatura della economicità (che potrebbe apparire ovvia) non è stata fatta a caso: la regione Trentino Alto Adige che ha una Raccolta differenziata già al 67% ha bandito una gara di appalto per la costruzione/gestione di un inceneritore ma le restrizioni introdotte dalla direttiva hanno fatto si che la gara andasse deserta…

Sergio Santini (Responsabile Dipartimento Ecologia Pd Umbria) ha posto all’ex ministro la seguente domanda: “in Umbria abbiamo un problema politico dentro la maggioranza: c’è qualcuno che sostiene che è possibile chiudere il ciclo dei rifiuti senza trattamento termico. Ma questo è davvero possibile? Qui Ronchi ha risposto: “che io sappia non lo ha fatto nessuno”. Evidentemente non è a conoscenza dei 34 comuni italiani che hanno aderito alla strategia Rifiuti Zero entro il 2020, per un totale di oltre 450mila abitanti coinvolti (in costante aumento).

Ciliegina sulla torta la dichiarazione di Graziano Antonielli, presidente della GESENU, il quale forse rendendosi finalmente conto che con una rigorosa attuazione della Riduzione dei rifiuti, di Raccolta differenziata e di recupero alla fine rimane ben poco da bruciare, ha lanciato l’idea alquanto fantasiosa di costruire un mega inceneritore a servizio delle regioni del centro Italia governate dalla sinistra. Ogni ulteriore commento è superfluo.

Ha concluso l’incontro Franco Parlavecchio (segretario del PD perugino). sottolineando l’importanza del coinvolgimento dei cittadini che “devono poter partecipare alle scelte” e il partito democratico deve facilitare questo processo.



Roberto Pellegino - Movimento Perugia Civica

Inserito sabato 4 giugno 2011


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Commenti

Nome: Paolo
Commento: Premetto di non essere un elettore del centrosinistra, ma condivido in pieno con il Sig. Parlavecchio che i cittadini devono essere coinvolti nelle decisioni dell'amministrazione. Secondo me, l'amministrazione comunale dovrebbe fare rete con le associazioni territoriali sensibili al tema dei rifiuti al fine di aumentare la sensibilità dei cittadini alla riduzione dei rifiuti e all'aumento della raccolta differenziata.

Nome: Dorothee
Commento: Con queste teste a capo di partiti politici di sinistra o enti pubblici sempre di sinistra, che fine faranno gli italiani, popolo semi sovrano, perchè di comodo solo per le elezioni ? Povera Italia come cantava F.Battiato, anche lui un ricco comunista ! Sta a Voi ragionare e trarre conclusioni popolo rosso o viola o .....

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