Ebbene, dopo due anni, il pedone che, arrivando alla fine del marciapiede sulla Cortonese, non ha ancora trovato il modo di attraversare: infatti il passaggio pedonale è sempre laggiù, a parecchi metri di distanza. Non gli resta che azzardare, a suo rischio e pericolo: come al solito, e come ha fatto in questi anni.
N.B.: delle tre foto, due sono di oggi, una è di due anni fa. Qualcuno sa riconoscerle? (esclusi i gaffitari, si capisce).
Ecco l'articolo di due anni fa (ma è sempre attualissimo):
Il pedone, che si ostinasse a voler attraversare la strada dopo il sottopassaggio di via Cortonese a Fontivegge, deve affrontare la sorte, o aspettare uno dei rari attimi in cui il traffico rallenta. Le strisce pedonali, che peraltro non vengono mai rifatte, si cancellano subito, proprio a causa del traffico incessante; ma, quando ci sono, e quando sono almeno visibili, sono collocate nei punti più strani: ad esempio, prima della fine della ringhiera di protezione del marciapiedi. Quindi il pedone deve giungere alla fine della ringhiera e poi tornare indietro sulla strada per trovare le strisce su cui attraversare. A dirla così è una cosa poco chiara, ma a farla sul posto è ancora più confusa e soprattutto pericolosa. Più avanti, all’inizio di via Cortonese, ci sono le strisce per arrivare allo spartitraffico, ma non ci sono poi per arrivare dall’altra parte della strada: e non si capisce perché un pedone dovrebbe rischiare la vita per arrivare a uno spartitraffico da cui non si va da nessuna parte. Sembra insomma che le strisce, quando ci sono (e capita di rado) siano disegnate a caso, tanto per dire che si son fatte, senza un chiaro disegno di percorso pedonale che segua la logica degli spostamenti a piedi. Sembra, ancora una volta, che l’importante è fare spartitraffico e corsie per il traffico privato, tanto a piedi non ci va nessuno. E così finisce che davvero a piedi non riesce più ad andarci nessuno. E’ ora di cominciare a ragionare in un altro modo.