Ho degli ottimi motivi per credere che, di quello che scriverò, non gliene importi niente a nessuno, ma ho anche un ottimo motivo per pensare che possa interessare a qualcuno. Questo motivo ha un nome: speranza, quella speranza di cui (da sessantenne) mi sento debitore soprattutto nei confronti dei tantissimi giovani che continuano ad affollare (stipati come le famose sardine dentro la scatoletta) gli incontri del festival nonostante i ragazzi siano quelli che avrebbero le maggiori giustificazioni nel ritenersi orfani di una costruttiva speranza.

Terminata così la premessa, passo alle considerazioni: il telegiornale regionale (o almeno così credo) dovrebbe avere il compito di fare da cassa di risonanza, di dare risalto ai fatti che caratterizzano la vita regionale.

E’ proprio per questo che assistiamo spesso alla divulgazione di notizie tipo “la macchina del sindaco è stata inopinatamente colpita dalla cacata di un piccione clandestino”; oppure, ancora più frequentemente,  ci vengono propinati servizi in cui apprendiamo di eventi talmente importanti e fondamentali da richiamare ben 4 o 5 persone.

Ieri (tra gli altri) hanno partecipato al festival (e mi scuso con tutti quelli che non nomino – soprattutto con quelli che vengono da altri Stati o addirittura da altri continenti - ma l’elenco sarebbe veramente troppo lungo): Lucia Annunziata, Giulia Innocenzi, Gianni Riotta, Carlo De Benedetti, Lirio Abbate, Giorgia Meloni, Fabrizio Gatti, Vauro Senesi, Marco Travaglio.

Servizi a tal proposito durante l’odierno Tg3? Nessuno. Rimane solo una domanda per ognuno di noi e ritengo che sarebbe importante dare una risposta: chi e perché ha voluto mutilare così drasticamente il diritto-dovere di informazione?