22/12/2024
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Oggi 3 Aprile, Domenica
Lettera al Sindaco: LIPOTIMIE TANATICHE

Oggi 3 Aprile, Domenica.

Vorrei trovare le parole per dire quanto dolore ho visto passare davanti al mio sguardo, entrare nelle mie orecchie sotto forma di pianto gridato un attimo prima dello svenimento, unico sollievo concesso dall’impatto con una realtà dura piatta e liscia come una lastra d’acciaio da 20 centimetri x2 x4 metri, grande appena per non lasciarti fuga quando ti cade addosso.

Ero al funerale di Francis E., 19 anni di Perugia (Italia/Europa/Mondo) ieri mattina. Aspettavo al sole che iniziasse mentre leggevo distrattamente sul giornale di un ragazzino di 15 anni che, il primo d’Aprile, aveva fatto lo scherzo di buttarsi giù da un ponte e poi era annegato. Sono stato rinvenuto alla realtà dalle grida strazianti della madre di Francis, un attimo prima che il servomeccanismo che disattiva la veglia davanti ai traumi più feroci, la franasse tra le braccia brune dei suoi, piccoli di statura ma grandi d’animo e di fare, connazionali filippini.

Ieri mattina molti letti sono rimasti sfatti e molte cucine coi piatti incrostati della cena della sera prima…sciopero generale?...no, chiusura per lutto! Lasciateci perlomeno il tempo di attendere ai nostri morti bambini visto che non ce ne lasciate per “stargli dietro” da vivi…chè voi dovete correre frenetici a vendere, a consumare, a stravivere, e noi vi si deve abbadare a tempo pieno…a sette/otto Euri l’ora…più ore…più euri…più euri…più Western Union …più Western…più felicità…non qui: in Filippinia, all’altro mondo che non è quello dove è sprofondato Francis. Lì non c’è più felicità…e nemmeno il dolore…non serviranno gli anestetici, leciti o illeciti che siano!

Io ero lì al suo funerale, ma non lo conoscevo nemmeno questo Francis, il fratello di un altro bambino della stessa madre il cui nome balzava sempre fuori dalla rubrica del telefono di mio figlio…chè ne porta uno uguale, di nome, per omaggio ai nonni, il mio…ebbene sì, frugo di tanto in tanto nella rubrica del telefono del figlio sedicenne…lui ormai lo sa e lascia solo le tracce che proprio gli sfuggono quando va di fretta.

Perché lo faccio?

Me l’ha detto il Sindaco, che dice che dobbiamo badare a dove e con chi passano il tempo i nostri figli adolescenti…li dobbiamo controllare se vogliamo essere buoni genitori…quelli che non abbiano a svenire davanti a feretri o recuperarli in pronto soccorso

…cattivi genitori, invece, quelli!

Guarda, sindaco, che cresceranno anche i tuoi di figlioli fino, ed auguratamene oltre, lo splendore dell’adolescenza. Se l’inquini con la curiosità panica del genitore insicuro…e di questi tempi ci passano insicuri, anche i babbi che fanno il sindaco, dall’adolescenza dei, pur sani, figli; ci passano anche se, per portare a casa il risultato, studiano la “sicurezza in pubblico” in lezioni private dai migliori maestri.

Se gliel’inquini/incrini, quello splendore psicofisico e creativo, con la curiosità della preoccupazione. Li preoccupi a lor volta…li rendi insicuri: “se non si fida il mio babbo di me, tantomeno me ne dovrò fidare io…o no!?”. E quando, volesse Iddio che mai…ma invece è sempre, incontra l’amico annoiato dai tanti scavalcamenti digitali sui giochini che t’aguzzano l’ingegno…che l’han buttato a forza fuor di casa i nonni: “…che almeno se stacca dal computer!”. E quello, stesso lui pure così insicuro e incerto, gli propone lo scavalcatina più facile ed “innocua”: ‘na spruzzatina d’anestetico locale che se ne vendon, tanto bene tanti, per tutti “gli usi consentiti dalla legge!”.


E quello, bello bello, sulla cresta del ponte

s’ammorfea lampante e flash!

precipita in sull’acqua gelida del biondo Tevere che scorre

…e non si ferma

…non si ferma

…non si ferma.

Sindaco, NON SI FERMA così IL FIUME DEI MORTI

…accellera!

Chè non è più fiume, c’ha gli argini in pietra e cemento per protegge l’opera,

tramata impunemente,

fitta e fina,

dai costruttori che l’hanno già venduta in merce ai cittadini:

NON E’ PIU’ FIUME NATURALE

…E’ ORMAI CANALE ARTIFICIALE,

sindaco…NON SI FERMA PIU’!!

…TI PORTA A ROMA COI SACCHETTI BIODEGRADABILI E

L’ETANOLO DELLA DISTILLERIA, COI PESCI MORTI.

Pure loro morti,

pure loro col magro beneficio dell’anestesia

…pur solo alcolica che sia.


maurizio.venezi@gmail.com






Maurizio Venezi

Inserito martedì 5 aprile 2011


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Commenti

Nome: margherita
Commento: Finché l’amministrazione, i partiti, i sindacati e le donne stesse penseranno di poter risolvere i problemi della famiglia con l’apertura di qualche asilo nido e qualche mensa in più, questo problema non si risolverà mai. I problemi della famiglia aumentano con il crescere dei figli, soprattutto nell’età delicatissima delle scuole medie, quando è proprio il momento che gli uccellini spiccano in volo fuori dal nido, e vorrebbero far tutto da soli e i genitori non si ascoltano più. È proprio allora che la società dovrebbe potenziare al massimo le sue strutture di accoglienza per favorire l’associazionismo, il confronto, la crescita sociale, l’equilibrio psico-fisico, con più sport, più attività ricreative. La mia opinione è che i figli non si dovrebbero fare per parcheggiarli in strutture tutto il giorno quando sono piccolissimi. Bisogna occuparsi dello sviluppo armonioso della persona, non della sua semplice messa al mondo. La famiglia ha la sua massima importanza all’inizio, mentre la società deve intervenire al momento giusto, né troppo presto né troppo tardi.

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