Oggi 3 Aprile, Domenica
Lettera al Sindaco:
LIPOTIMIE TANATICHE
Oggi 3 Aprile, Domenica.
Vorrei trovare le parole per dire
quanto dolore ho visto passare davanti al mio sguardo, entrare nelle
mie orecchie sotto forma di pianto gridato un attimo prima dello
svenimento, unico sollievo concesso dall’impatto con una realtà
dura piatta e liscia come una lastra d’acciaio da 20 centimetri x2
x4 metri, grande appena per non lasciarti fuga quando ti cade
addosso.
Ero al funerale di Francis E., 19 anni
di Perugia (Italia/Europa/Mondo) ieri mattina. Aspettavo al sole che
iniziasse mentre leggevo distrattamente sul giornale di un ragazzino
di 15 anni che, il primo d’Aprile, aveva fatto lo scherzo di
buttarsi giù da un ponte e poi era annegato. Sono stato rinvenuto
alla realtà dalle grida strazianti della madre di Francis, un attimo
prima che il servomeccanismo che disattiva la veglia davanti ai
traumi più feroci, la franasse tra le braccia brune dei suoi,
piccoli di statura ma grandi d’animo e di fare, connazionali
filippini.
Ieri mattina molti letti sono rimasti
sfatti e molte cucine coi piatti incrostati della cena della sera
prima…sciopero generale?...no, chiusura per lutto! Lasciateci
perlomeno il tempo di attendere ai nostri morti bambini visto che non
ce ne lasciate per “stargli dietro” da vivi…chè voi dovete
correre frenetici a vendere, a consumare, a stravivere, e noi vi si
deve abbadare a tempo pieno…a sette/otto Euri l’ora…più
ore…più euri…più euri…più Western Union …più Western…più
felicità…non qui: in Filippinia, all’altro mondo che non è
quello dove è sprofondato Francis. Lì non c’è più felicità…e
nemmeno il dolore…non serviranno gli anestetici, leciti o illeciti
che siano!
Io ero lì al suo funerale, ma non lo
conoscevo nemmeno questo Francis, il fratello di un altro bambino
della stessa madre il cui nome balzava sempre fuori dalla rubrica del
telefono di mio figlio…chè ne porta uno uguale, di nome, per
omaggio ai nonni, il mio…ebbene sì, frugo di tanto in tanto nella
rubrica del telefono del figlio sedicenne…lui ormai lo sa e lascia
solo le tracce che proprio gli sfuggono quando va di fretta.
Perché lo faccio?
Me l’ha detto il Sindaco, che dice
che dobbiamo badare a dove e con chi passano il tempo i nostri figli
adolescenti…li dobbiamo controllare se vogliamo essere buoni
genitori…quelli che non abbiano a svenire davanti a feretri o
recuperarli in pronto soccorso
…cattivi genitori, invece, quelli!
Guarda, sindaco, che cresceranno anche
i tuoi di figlioli fino, ed auguratamene oltre, lo splendore
dell’adolescenza. Se l’inquini con la curiosità panica del
genitore insicuro…e di questi tempi ci passano insicuri, anche i
babbi che fanno il sindaco, dall’adolescenza dei, pur sani, figli;
ci passano anche se, per portare a casa il risultato, studiano la
“sicurezza in pubblico” in lezioni private dai migliori maestri.
Se gliel’inquini/incrini, quello
splendore psicofisico e creativo, con la curiosità della
preoccupazione. Li preoccupi a lor volta…li rendi insicuri: “se
non si fida il mio babbo di me, tantomeno me ne dovrò fidare io…o
no!?”. E quando, volesse Iddio che mai…ma invece è sempre,
incontra l’amico annoiato dai tanti scavalcamenti digitali sui
giochini che t’aguzzano l’ingegno…che l’han buttato a forza
fuor di casa i nonni: “…che almeno se stacca dal computer!”. E
quello, stesso lui pure così insicuro e incerto, gli propone
lo scavalcatina più facile ed “innocua”: ‘na spruzzatina
d’anestetico locale che se ne vendon, tanto bene tanti, per tutti
“gli usi consentiti dalla legge!”.
E quello, bello bello, sulla cresta del
ponte
s’ammorfea lampante e flash!
precipita in sull’acqua gelida del
biondo Tevere che scorre
…e non si ferma
…non si ferma
…non si ferma.
Sindaco, NON SI FERMA così IL FIUME
DEI MORTI
…accellera!
Chè non è più fiume, c’ha gli
argini in pietra e cemento per protegge l’opera,
tramata impunemente,
fitta e fina,
dai costruttori che l’hanno già
venduta in merce ai cittadini:
NON E’ PIU’ FIUME NATURALE
…E’ ORMAI CANALE ARTIFICIALE,
sindaco…NON SI FERMA PIU’!!
…TI PORTA A ROMA COI SACCHETTI
BIODEGRADABILI E
L’ETANOLO DELLA DISTILLERIA, COI
PESCI MORTI.
Pure loro morti,
pure loro col magro beneficio
dell’anestesia
…pur solo alcolica che sia.
maurizio.venezi@gmail.com
Maurizio Venezi
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