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Anche in Umbria i responsabili non mancano
Anche in Umbria i responsabili non mancano
Il Consiglio regionale ha votato l'avvio dell’iter per la costruzione dell’inceneritore a Perugia
CITTADINI IN RETE UMBRIA
COMUNICATO STAMPA: RESPONSABILI
Ieri il Consiglio regionale ha votato il collegato alla finanziaria con il quale in sostanza si avvia l’iter per la costruzione dell’inceneritore a Perugia.
Anche in Umbria i responsabili non mancano. Chi è responsabile dei dieci anni di ritardo sulla raccolta differenziata, chi si sente responsabile affinché non si arrivi alla situazione di Napoli, chi si assume la responsabilità di non mandare in crisi la giunta regionale, chi crede di assumersi la responsabilità delle scelte difficili, senza se e senza ma. Fra tutti questi uomini di buona volontà non c’è chi dimostri di avere a cuore la salute pubblica e anche la convenienza economica per le casse della pubblica amministrazione.
Infatti, quanto abbiamo speso per dotarci di un Piano di gestione dei rifiuti che praticamente rimane inapplicato? Il Piano prevedeva di raggiungere il 50% di Raccolta Differenziata entro il 2010, siamo al 31%. L’obiettivo del 65% entro il 2012 è lontano.
Il Piano prevedeva la costruzione un “impianto di trattamento termico con recupero di energia”, che in Europa si chiama inceneritore, da 210000 t/a per bruciare il 35% dei rifiuti rimanenti dopo la RD più una parte dei rifiuti speciali insieme all’inceneritore di Terni. In quel 35% non ci saranno i materiali a più altro potere calorifico, questo nessuno lo dice e noi vogliamo sottolinearlo, come la carta e la plastica già differenziate. Da qui il conflitto tra RD e incenerimento, si dovrà trovare qualcosa da bruciare per mantenere il regime ottimale dell’incenerimento. L’impianto costerà circa 108 milioni di euro.
Il Piano dice che nonostante l’incenerimento, anzi a valle dell’incenerimento, si dovranno portare in discarica ancora 69000 t/a di rifiuti tra cui le ceneri che sono un rifiuto speciale.
Con questi interventi il Piano prevede che nel 2013 l’Umbria produrrà 600000 t/a di rifiuti con una RD al 65%
Senza questi interventi il Piano prevede che la RD rimarrà al 30% e la produzione di rifiuti raggiungerà le 700000 t/a nel 2013.
La situazione monitorata oggi è che rispetto alla previsione di Piano la quantità di rifiuti è già diminuita di 71000 t/a rispetto ai dati del 2009, probabilmente a causa della crisi economica, cioè la diminuzione prevista per il 2013, circa 100000 t/a, è già quasi raggiunta con 4 anni di anticipo.
La RD come abbiamo visto è ancora lontana dagli obiettivi a causa dei ritardi decisionali.
A tutto questo aggiungiamo che un inceneritore trasforma, è questo il concetto fisico appropriato secondo le conoscenze scientifiche, e non fa scomparire i rifiuti. Esempio: 1000 kg di rifiuti inceneriti diventano 3600 kg di altre sostanze tra cui, 2300 kg di anidride carbonica, 250 kg di ceneri pericolose e 30kg di polveri ultrafini. Queste ultime responsabili di malattie come i tumori che possono essere sviluppate anche dalle generazioni future a causa di profonde e dannose mutazioni del DNA.
La questione del recupero energetico poi è destinata alla classificazione di ecoballa se consideriamo che l’energia impiegata per costruire una bottiglia di plastica, dalla culla alla tomba, è 180 volte superiore a quella che si ottiene bruciandola. Riciclandola si recupera, quindi una maggiore quantità di energia.
Con 108 milioni investiti nella Raccolta Differenziata e nel riciclo, anziché nell’inceneritore, si potrebbe raggiungere l’obiettivo RIFIUTI ZERO, incentivare la creazione delle filiere del riciclo di materia seconda sul mercato libero anziché gli attuali consorzi e contribuire ad avviare veramente questa tanto sognata green economy. Da ultimo il rifiuto, avrebbe un calo fisiologico nelle quantità e verrebbe vissuto come risorsa perché materia seconda. Non meno trascurabile risvolto la nostra tariffa, tra le più care in Italia, diminuirebbe sensibilmente.
Non è un sogno se alcune città italiane lo stanno facendo, se ci sono progetti pilota ben riusciti anche in Umbria. Se nonostante tutte queste possibilità chi vuole l’inceneritore si considera ancora responsabile allora è proprio una questione di incomprensione culturale e generazionale.