L'odissea della visita all'acquedotto di Montepacciano
NOI CON SOMMO DISPIACERE ABBIAMO RINUNCIATO
Il
25 ottobre 2009 una delle nostre camminate del programma “Affluenze” ci
aveva portato all’ingresso dei conservoni in zona S. Marco e qualcuno
ci aveva detto che si potevano visitare insieme al museo dell’acqua.
Non
avendo la possibilità in quel momento ci eravamo riproposti di tornare
perché l’idea di visitare il luogo da cui iniziava l’acquedotto che
alimentò la Fontana Maggiore, a partire dal 1280, ci piaceva molto. E’
passato un anno e mezzo e questa iniziativa “Risalire alle fonti” è
stata pensata soprattutto per questo, infatti prevede la visita ai
conservoni, punto di partenza, e ai sotterranei del duomo, punto di
arrivo dell’acquedotto. Ma mentre è stato facile organizzare la visita
ai sotterranei del duomo e al Fuseum, per i conservoni è stata una vera ODISSEA. Cominciammo a cercare contatti con Umbria acque nella settimana che va dal 7 al 14 febbraio, ci dissero che per le visite si doveva contattare il POST (Perugia Officina per la Scienza e la Tecnologia). La prima data proposta fu sabato 4 giugno, per avere una risposta passò una settimana, non andava bene, fu proposta domenica 5 giugno,
senza poter conoscere i criteri per scegliere la data. Dopo un’altra
settimana si seppe che nei fine settimana non era possibile. Proponemmo
venerdì 10 giugno di pomeriggio, dopo un’altra abbondante settimana si seppe che di pomeriggio non è possibile.
Insomma per sapere che si può andare soltanto di mattina nei giorni feriali (quindi il target sono le scuole e chi lavora deve prendere le ferie)
abbiamo impiegato un mese. Un cittadino che vuole conoscere un pezzo di
storia della sua città si deve aggregare a qualche scolaresca. Non ci
sembra giusto. Ci è
stato detto che i conservoni sono un obiettivo sensibile, ma allora non
si mettano in giro voci che è possibile visitarli e se veramente si
vuole dare la possibilità un po’ più di organizzazione sarebbe opportuna
e gradita. NOI CON SOMMO DISPIACERE ABBIAMO RINUNCIATO
dal blog del circolo Legambiente di Perugia
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