16/07/2024
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Partecipazione, questa sconosciuta
“Partecipazione” significa innanzitutto conoscere e poi decidere insieme

Più volte ho avuto modo di riscontrare, anche dalle parole del sindaco Boccali,  che il termine  “partecipazione” qui a Perugia è erroneamente scambiato col concetto di “informazione”, spesso tardiva, incompleta e pertanto odiosamente demagogica e propagandistica.

L’ennesima riprova di ciò l’ho avuta con le recenti dichiarazioni dell’assessore Lorena Pesaresi per la quale sarebbero un esempio di partecipazione gli incontri organizzati nell’ambito dell’agenda 21 in cui l’amministrazione si pone in ascolto di ciò che hanno da dire i cittadini su determinati argomenti (mobilità, rifiuti ecc). Ho partecipato a quelle riunioni e l’impressione che ho avuto è stata quella di  uno “sfogatoio” in cui si da la possibilità a cittadini, singoli o associati, di esporre il loro punto di vista senza nessuna reale possibilità di incidere significativamente su decisioni già prese altrove.

Se andiamo a vedere le realtà dove la “partecipazione” è praticata veramente* troviamo la fase decisionale agli ultimi posti dell’intero processo partecipativo. Ad esempio un “processo decisionale inclusivo” di tipo "dall'alto in basso" (o top-down: quelli cioè in cui l'iniziativa parte dal versante istituzionale per coinvolgere i cittadini e la società civile) può essere utilizzato dalle amministrazioni per individuare soluzioni a problemi complessi: la riqualificazione di un quartiere, la destinazione d’uso di un edificio pubblico, la ristrutturazione di un servizio pubblico, la gestione di una parte del bilancio ecc…  Nelle oramai numerose esperienze s’è visto che soluzioni condivise coi metodi della democrazia partecipativa sono più bene accette e non danno luogo a logoranti proteste e contenziosi tra cittadinanza e amministrazioni, anche se naturalmente non accontentano tutti i soggetti coinvolti dal provvedimento.

Tecnicamente la partecipazione (alle decisioni) ha inizio con una fase di informazione completa e obiettiva su una determinata questione in modo che tutti i soggetti interessati possono elaborare  e discutere più soluzioni. Solo al termine del procedimento, che si avvale di tecniche e tempi ben precisi, si giunge alla individuazione di una soluzione condivisa. Il processo non termina qui: I soggetti interessati sono coinvolti anche nel controllo dell’effettiva applicazione della decisione presa e al mantenimento nel tempo degli effetti voluti.

In altre parole “partecipazione” significa innanzitutto conoscere e poi decidere insieme. Mi auguro che l’amministrazione quando parla di partecipazione si riferisca al suo vero significato e che questa possa essere messa in pratica a partire dai temi trattati dall’agenda 21 quali la gestione dei rifiuti e dei trasporti pubblici.

*) Vedi per esempio le numerose esperienze di bilancio partecipato attivate nei comuni italiani .



Roberto Pellegrino movimento Perugia Civica

Inserito domenica 27 marzo 2011


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