Tutto ciò che non è riutilizzabile, riciclabile e compostabile è un errore e deve essere sostituito nel ciclo produttivo attraverso una strategia che vede istituzioni, imprese e università collaborare da qui ai prossimi 15 anni. Il rapporto di posti di lavoro creati dall’industria del riciclo rispetto a quella d’incenerimento-discariche è di 15 a 1 (fonte Conai). L' ’incenerimento, privato di sussidi pubblici (tasse dei cittadini) non si sostiene da solo dal punto di vista economico e risulta essere “il metodo più costoso di smaltimento” (fonte Wall Street Journal) e studio “Light my fire”. Come provato da studi comparati la raccolta porta a porta rispetto a quella stradale con cassonetti permette oltre a maggiori percentuali di raccolta differenziata con migliore qualità anche un maggior risparmio/recupero energetico di materiali che altrimenti andrebbero gettati-bruciati e/o di nuovo prodotti nei cicli produttivi (fonte studio Tea-Mantova). I danni economici da inceneritori variano da 4 a 21 euro a tonnellata smaltita, quelli delle discariche da 10 euro a 13 euro per tonnellata smaltita ( “Environmental impacts and costs of solid waste” ).
Pertanto il M5S punta su :
- piani di riduzione rifiuti, come il progetto europeo "Meno 100kg pro capite” con prodotti alla spina, pannolini lavabili, acqua del rubinetto, compostaggio domestico; - Creare sistemi di vuoto a rendere con imprese e grandi distribuzione, con tassazione dell' imballaggio doppio/triplo; - Negozi del riciclo, dove i cittadini consegnano il riciclabile, in cambio bonus denaro; - per famiglie ed imprese, passare alla raccolta differenziata porta a porta con tariffa puntuale tramite microchip (più ricicli meno paghi), con il pregio di spingere ad una riduzione dei rifiuti ( anche -20% di rifiuti prodotti); - raccolta differenziata in tutte le scuole ( come a Treviso), Università, centri sportivi, cinema, parrocchie e luoghi di lavoro in modo da educare il cittadino in ogni ambito; - realizzazione di isole ecologiche per rifiuti ingombranti e speciali/industriali; - costruzione impianti di digestione anaerobica e compostaggio con produzione di biogas-metano (modello Linkoping, Svezia); - costruzione di moderni centri riciclo modello “Vedelago” dove anche gli scarti residui non riciclabili possono essere trasformati ( bioessicazione ). Questi impianti inoltre costano il 75% in meno di un inceneritore; - creazione di un apposito Centro Studi in collegamento con le imprese locali e le università per studiare quanto selezionato e non ancora riciclato in modo che nei cicli produttivi delle aziende vengano gradualmente sostituiti tutti i materiali e oggetti non riutilizzabili, riciclabili o comportabili; - per i rifiuti particolare, che non possono essere trattati diversamente a “freddo”,si identificano tecniche di oxycombustione senza fiamma; - recuperare plastica, vetro, alluminio dalle vecchie discariche chiuse (landfill mining); - chiusura entro 15 anni di tutte le discariche ed inceneritori; - obbligo per il comune di costituirsi parte civile per reati ambientali, con l' aumento dei controlli e multe per chi smaltisce rifiuti illegalmente.
VI ASPETTIAMO AL PROSSIMO DIBATTITO che si terrà il 1 aprile, tutto su www.movimentoumbria.it