La casa di Montegrillo
Abbandonata da 25 anni, pericolante, ricettacolo di topi e peggio
Mia madre abita da circa 35 anni a Montegrillo, nel palazzo confinante da un lato con il centro commerciale Il Grillo, dall'altro con il piazzale della scuola elementare e media e in mezzo con quella che è stata la casa dei coltivatori dei campi esistenti prima dell'urbanizzazione di Montegrillo. Ricordo bene quando la casa era abitata (fino credo alla fine dei '70) , quando era utilizzata da un gruppo musicale come sala prove (anni 80') e da quando è stata abbandonata a se stessa (gli ultimi 25 anni direi) Come vedete dalle foto, l'unico intervento attuato è stata una recinzione e l'apposizione del cartello EDIFICIO PERICOLANTE; nei primi anni '90 la IV circoscrizione cercò senza successo di capire chi fosse il proprietario dell'immobile o chi ne avesse l'uso; la ricerca non ebbe successo, se non ricordo male mi pare che esistesse un qualche contratto di comodato o di locazione. Fatto sta che da allora nulla è successo, a parte il decadimento di una struttura che forse si poteva ristrutturare ed adattare ad usi sociali e che oggi probabilmente andrebbe abbattuta prima che lo faccia da sola. Chissà se qualcuno sa qualcosa.... Per quanto mi riguarda i miei figli (che frequentano la media di Montegrillo) mi avevano segnalato mesi fa la presenza di siringhe usate vicino alla recinzione e altre voci parlano della (ovvia ) presenza di topi nel rudere (che sta proprio davanti alla scuola, a non più di trenta metri).
Nome: silvana sonno Commento: E' desolante vedere andare in malora edifici come la casa di Montegrillo - ma ce ne sono tante in giro per le campagne che degradano nell'indifferenza - testimoni di un'edilizia spontanea e sapiente che fa(ceva) del paesaggio umbro qualcosa di riconoscibile e specifico della sua storia e del suo tessuto antropologico. La vampirizzazione dei territori ad opera dei Signori del Cemento lo ha stravolto,seminando, col solo criterio delle cosiddette cubature disponibili (troppo facilmente rese disponibili, ahinoi!), palazzoni anonimi - in salsa suburbia -senza dialogo con il pre-esistente né orientamento nello spazio-tempo delle vite concrete a cui offrono di diventare scatolame indistinto.Che tristezza!
Nome: Vanni Capoccia Commento: Quando si parla di recupero dell'esistente e basta a nuove costruzioni si pensa a situazioni come questa. Restaurando quella casa colonica si recupererebbe un bene edilizio segno del passato e della cultura contadina, si sanerebbe una situazione di degrado e non si toglierebbe un metro cubo di aria pubblica e di campagna ai cittadini.
Invece potrebbero già aver messo gli occhi su quel rudere e stiano aspettando che il degrado diventi per chi ci abita intorno intollerabile; a quel punto sarà facile ottenere dal comune licenza edilizia, aumento dei metri cubi e giù con altro cemento in città.
I coppi, le tavelle e i mattoni recuperati finiranno per essere venduti in Toscana ed utilizzati per il restauro di una loro casa colonica, così la Toscana sarà più bella e l’Umbria, che potrebbe non invidiarle nulla, più brutta.
Vanni Capoccia