22/12/2024
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Mobilità cimiteriale
i perugini preferiranno il trasporto pubblico solo quando esso sarà concorrenziale alla comodità dell’auto privata (disegno di Marco Vergoni)

Ho già affermato tutte le mie perplessità sull’operazione minimetrò e rimango del parere che un tale sistema non andrebbe incrementato perché troppo costoso, rigido e tutt’altro che ecologico, almeno fino a quando verrà utilizzato da così pochi passeggeri. Ritengo pertanto del tutto incomprensibile la volontà dell’amministrazione comunale di realizzare la seconda tratta del minimetrò per collegare il centro con zone prive di interessi “quotidiani” come il cimitero di Monterone. A mio avviso è una scelta perdente “in partenza” che manderà in tilt il bilancio comunale e sottrarrà preziose risorse al resto della mobilità pubblica. Il perché è facilmente comprensibile se si considera la sproporzione tra il costo annuale di TUTTA la rete autobus urbana (12 milioni di euro) e il costo del solo minimetrò (10 milioni di euro)…

A mio avviso la scelta più sensata per ridurre il traffico e l’inquinamento che ne deriva è MIGLIORARE L’EFFICIENZA DEGLI AUTOBUS, aumentando la frequenza delle corse, la loro penetrazione nei quartieri e razionalizzando maggiormente la rete. Un tale intervento sarebbe in gran parte ripagato dall’acquisto dei biglietti, dato che attualmente gli autobus girano vuoti, e i cittadini risparmierebbero moltissimo sul consumo di carburante con notevole miglioramento della qualità dell’aria.

Piuttosto che spendere centinaia di milioni di euro per collegare il cimitero al centro storico, una “grande opera” che migliorerebbe l’appetibilità dei servizi di mobilità pubblica, sarebbe quella di raddoppiare i binari nel tratto urbano della rete ferroviaria esistente. Ad esempio il tracciato della linea FFSS già tocca molti quartieri popolosi (Santa Lucia, Ferro di Cavallo e San Sisto), la facoltà di ingegneria, il centro ricreativo Borgonovo, l’ospedale (vedi figura in basso). Per non dire della linea FCU che collega la città con “i ponti”: (ponte Pattoli, Ponte Felcino, Pretola, Ponte Valleceppi e Ponte san Giovanni). Il raddoppio dei binari e l’eliminazione dei passaggi a livello permetterebbe di collegare questi centri con moderni sistemi metropolitani che hanno una capacità di trasporto simile a quella del minimetrò. Una ipotesi simile si stava concretizzando al varo della prima tratta del minimetrò, ma pare che le FFSS si siano ritirate dal progetto. E’ pur vero che le due ferrovie appartengono ad enti non municipali ma che sono stati eletti a fare questi amministratori se non sono capaci di trovare accordi e mediazioni nell’interesse dei cittadini che rappresentano?

Concludo ribadendo che i perugini preferiranno il trasporto pubblico solo quando esso sarà concorrenziale alla comodità dell’auto privata.





Roberto Pellegino - Movimento Perugia Civica

Inserito lunedì 21 marzo 2011


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Commenti

Nome: massimo Ciuffini
Commento: Caro Roberto, non è facile risponderti in poche righe. Cercherò di farlo comunque, semplificando moltissimo (c’è un detto ad ogni problema complesso c’è una risposta semplice..ed è sbagliata). Per quanto tutti questi mezzi corrano su rotaie e prevalentemente con un azionamento elettrico, treno, metropolitana e tram sono mezzi molto diversi per quanto attiene questi parametri fondamentali: tipologia di marcia e segnalamento, accelerazioni e decelerazione, pendenze ammissibili, tipologie delle vetture e composizione dei convogli. Seleziono tra molti altri questi aspetti perché sono quelli che hanno una maggior rilevanza sulle prestazioni da garantire. A partire da queste differenze si può avere un sistema che faccia male più cose o tre diversi che facciano bene solo le cose per cui sono stati progettati. Esiste la possibilità di trovare alcuni compromessi tra esigenze e prestazioni contrastanti, tra costi e benefici. Secondo me, ad infrastruttura ferroviaria invariata come numero di binari, è pensabile la realizzazione di servizi ferroviari di penetrazione e distribuzione all’interno di Perugia su al massimo tre nodi (Ponte San Giovanni, Fontivegge e al limite Silvestrini) in provenienza da origini regionali ed interregionali su rete fs e ex-fcu. E’ invece impossibile pensare a dei servizi interni tipo metropolitana a meno di considerare frequenze dell’ordine dei 20 o 30 minuti e limitare ulteriormente il servizio ferroviario regionale, interregionale ed a media lunga percorrenza. Raddoppiare la ferrovia, con i costi molto alti che comporterebbe, mi induce a pensare che forse esistono altre soluzioni più economiche e più alla scala della piccola città in cui viviamo. Sul tema del treno/tram o tram/treno poi, altra deriva “uovocolombiana”, va ricordato che un tram come un autobus viaggia in sede promiscua cioè in mezzo al traffico a meno che non abbia delle corsie protette. Se le corsie protette non ci sono o non ci possono essere per i bus, non ci sono o non ci possono essere nemmeno per i tram. Te lo immagini che casino un servizio ferroviario in sede fissa a semplice binario interconnesso con un altro in sede promiscua tra semafori, rotonde, e code nell’ora di punta? C’è poi un elemento determinante di cui ci si scorda spesso, non eminentemente tecnico: i ritardi e le inefficienze croniche delle aziende ferroviarie sia nei i servizi che per la rete. Per il tanto vituperato Minimetrò sono occorsi 10 anni tra il momento dell’idea e la sua inaugurazione. Le ferrovie, tutte, hanno speso molto denaro pubblico per almeno 30 anni per realizzare quello schema che tu hai inserito. Hai visto qualche cosa?

Nome: Roberto Pellegrino
Commento: Caro Massimo, a proposito dell'uso metropolitano dei treni, puoi spiegarci in poche parole "la realtà da un punto di vista tecnico ci dice cose diverse", dato che in molte città italiane ed estere i treni sono usati come sistema di trasporto urbano? Tra l'altro, ai tempi dell'inaugurazione del Minimetrò circolavano a PG piantine come quella inserita qua sopra in cui si mostrava l'integrazone tra rete ferroviaria e MM...che fine ha fatto quel progetto?

Nome: massimo ciuffini
Commento: Non sono sfavorevole al treno in assoluto, ci mancherebbe. Per Perugia e per l'Umbria credo che prima venga la priorità di avere dei collegamenti di breve e media percorrenza efficienti,dentro la regione e verso le città delle regioni confinanti (Roma, Ancona e Firenze)tipo i francesi TER. Questo si può fare subito con una riorganizzazione del servizio senza costi per costruire niente (dei bei servizi cadenzati possono sfruttare benissimo anche il binario unico). Questi servizi sono anche utilissimi per entrare in città per spostamenti brevi tipo Bastia Perugia FV o Ponte Felcino Ellera. Ciò che secondo me è strategicamente sbagliato è voler far diventare la ferrovia una metropolitana. Apparentemente sembral'uovo di colombo, la realtà da un punto di vista tecnico ci dice cose diverse.

Nome: stefano
Commento: Per quel che riguarda il trasporto ferroviario il raddoppio della linea sarebbe basilare, forse come dice Ciuffini irrealizzabile dal punto di vista economico, ma sarebbe un'ottima alternativa all'auto servire intere zone popolose come i Ponti e non solo con navette frequenti(alla stregua di quant'avviene in altre regioni tipo Lazio col collegamento Fara sabina-Tiburtina-Fiumicino) collegate alle varie Fontivegge, Ingegneria, Silvestrini, Ellera...noto con piacere che tanti studenti umbri e non solo vengono a Perugia facendo i pendolari ad Ingegneria o a Medicina prendendo il treno, sia dalla parte sud dell'Umbria che dalla Toscana;e ciò considerando la scarsa frequenza di treni che effettuano dette fermate. Se si riuscisse a far fermare molti più treni e ad aumentarne la frequenza (impossibile a farsi finchè rimarrà una linea a binario unico)se ne ricaverebbe un vantaggio enorme!!! Per non parlare del fatto che un collegamento veloce con Arezzo o Firenze consentirebbe di prendere poi i treni dell'alta velocità...magari la signora Lorenzetti, ora che è presidente di Italferr, potrebbe darci una mano..!?!

Nome: massimo Ciuffini
Commento: Caro Roberto sono assolutamente in disaccordo con questo tuo articolo. Faccio fatica a capire perché un ecologista abbia un giudizio negativo sul Minimetrò (le tue posizioni sono molto vicine a quelle di iperliberisti convinti tipo Istituto Bruno Leoni o la Voce.info per non parlare di noti demagoghi locali...) ma francamente rimango basito quando questo giudizio è negativo ad un punto tale che sconfina nell’irragionevolezza, o come diresti tu, nella MINIMETROMATICA. Senza entrare nel merito se sia giusto o meno prolungare la linea 2 del Minimetrò da Monteluce sino a Monterone, (ammesso che si faccia anche solo il tratto sino a Monteluce…a te risulata di sì?) vorrei contestare una ad una tutte le tue affermazioni a supporto di un giudizio così “lapidario”. il Minimetrò… • anche con i “pochi” passeggeri attuali consente una riduzione di emissioni considerevole e non vedo come tu possa dire il contrario • non è costoso almeno sino a quando non mi dirai rispetto a cosa, visto che qualunque apprezzamento deve pur contenere una scala di valori…(per inciso il costo di gestione annuale del Minimetrò rispetta i limiti fissati dalla legge, ovvero il 35% dei costi di gestione sono sostenuti dagli incassi dei biglietti e prima del biglietto ad 1,50, mentre il restante costo è dato dal rimborso del capitale per aver costruito l’infrastruttura, ovvero quello che non si considera mai quando si parla di altri sistemi di trasporto dove l’infrastruttura è stata già costruita con enormi investimenti pubblici nel passato prossimo e remoto…ma che ci costa anche oggi per tenerla faticosamente in piedi) • La rete bus costa 12 milioni di costi di gestione (ovvero autisti, autobus metano etc) e non è prevista nessuna posta per il fatto che gli autobus utilizzino la nostra strada comunale e provinciale (che contribuiscono comunque a bucare come un colabrodo) e che, sempre noi, abbiamo già pagato e stiamo ancora pagando(di che cosa pensi che sia ANCHE fatto il nostro gigantesco debito pubblico nazionale?). Stai dunque confondendo le mele (il costo di gestione dei bus) con le pere (il costo di gestione e la rata del mutuo relativa al costo dell’infrastruttura nel caso del Minimetrò). • Anche ammesso che sia giusto, e per me non lo è, confrontare le due cifre, il confronto va fatto con i passeggeri * kilometro trasportati. In questo caso i numeri, bassi quanto vuoi del Minimetrò, sono proporzionali al suo costo rispetto a quelli dello stesso tipo dell’autobus. Varrebbe dunque la pena dire che se Atene piange, Sparta non ride… Veniamo poi alle questioni di prospettiva. MIGLIORARE L’EFFICIENZA DEGLI AUTOBUS Gli autobus sono vuoti perché, su tutte le ragioni e ce ne sono tante, vanno piano. La velocità commerciale degli autobus è molto bassa perché non ci sono corsie preferenziali. Se ne potrebbero fare di più di quante ce ne siano oggi ma la conformazione fisica di Perugia, soprattutto nelle zone semicentrali dove servirebbero di più, ne impedisce una realizzazione massiccia senza inibire il traffico delle automobili su tratti molto estesi della rete stradale. Se gli autobus andassero più veloci, a parità di impegno di mezzi e personale, potrebbero avere frequenze maggiori. E’ senza dubbio vero che la frequenza è un elemento fondamentale per un mezzo pubblico (vedi il minimetrò che ha una frequenza di 1,5 minuti e che è il suo maggiore punto di forza) ma associato alla velocità commerciale: è del tutto inutile che abbia bus frequenti quando sono tutti incolonnati in un unico serpentone di lamiere che va alla velocità di una lumaca. UNA “GRANDE OPERA” CHE MIGLIOREREBBE L’APPETIBILITÀ DEI SERVIZI DI MOBILITÀ PUBBLICA Raddoppiare la ferrovia ha un costo stratosferico (solo raddoppiare il tratto di 1,5 km da Ponte San Giovanni a Pallotta costerà non meno di 60 Ml di Euro solo per la linea) e di tempi di realizzazione tali che verranno prima inventate le macchine (o i Minimetrò) volanti. Va poi considerato non solo il costo ed il tempo per realizzare l’infrastruttura ma anche i costi per comprare i treni e i costi di gestione che sono i più alti di tutti i sistemi di trasporto pubblico. Indipendentemente da questi fattori poi il servizio ferroviario non è poi così efficace come immagini, non sarà mai comunque una metropolitana contemporanea (velocità, accelerazione, inacrrozzamento a raso, funzionamento automatico, altre frequenze etc.). Concludo dicendo due cose. Sono convinto che su questi argomenti, benchè ci possano essere anche punti di vista radicalmente diversi, nessuno ha la verità in mano e nessuno dovrebbe utilizzare spregiudicatamente numeri e cifre per avvalorare tesi precostituite, in un senso o nell’altro. Pensare al futuro di Perugia mi sembra assolutamente necessario e va fatto abbandonando completamente quelle prospettive grettamente economiciste che hanno contribuito a creare la situazione di stallo economico e sociale in cui ci troviamo oggi. Tanto detesto i Sindaci "Amministratori del Condominio" tanto detesto quei cittadini condomini che essi largamente si meritano ed hanno contribuito a creare:litigiosi, rancorosi e sempre convinti che ci sia qualcuno che li stia fregando. Da questo presente non si esce con questa mentalità. Ma non doveva arrivare la tramontana? Un saluto, Massimo Ciuffini

Nome: Renzo
Commento: Spiace vedere Sindaco, Presidente della provincia, amministratori vari, che si impegnano con tutte le loro energie sul tracciato delle superstrade, e che dimenticano assolutamente la questione delle ferrovie, sia quelle urbane che quelle di collegamento tra Perugia e il resto del mondo.

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