Finalmente si scrive di bicicletta!
Commento all'articolo "Perugia in bici?"
Condivido assolutamente tutto. Quello che Perugia non sia città per la bicicletta è un luogo comune, comodo soprattutto a chi vuol conservare la situazione esistente: uno per auto tutti incolonnati nella seconda città d'Italia per "densità"di automobili. Perugia e una città nella quale occorre solo cambiare abitudini: ieri in via Cortonese ho visto un tizio uscire di casa per andare al bar distante 300 metri e tornare, naturalmente in ... auto. Meno auto private per le strade e le piazze per far tornar la gente (per la quale sono state costruite) al centro degli spazi pubblici. Il minimetrò da solo non basta, non basta - più in generale - il trasporto collettivo pubblico, o l'uso condiviso o collettivo dell'auto privata, occorre recuperare il senso dell'andare in bicicletta, dell'andare a piedi a cominciare dalle scuole e ai luoghi di lavoro (di "percorsi sicuri casa - scuola" e di mobility manager mai si è cominciato seriamente a discutere e - soprattutto - a fare concretamente in questa nostra città). La "terza gamba" della mobilità sostenibile si diceva ai tempi di marcello catanelli dovevano essere appunto ciclabilità e pedonalità: vengono in mente le opere "ancillari" del minimetrò, i percorsi pedonali e ciclabili di collegamento delle stazioni di Case bruciate, Madonna alta, Cortonese, Pian di massiano ai quartieri all'intorno: naturalmente le prime ad essere "tagliate" anche se con esse il bacino d'utenza di ciascuna stazione sarebbe triplicato. Oggi però ci sono i parcheggi delle auto in quelle stazioni al posto di quelle delle bici .... così è. E poi si ha il coraggio di attaccare l'assessore Chianella che comunque con coraggio (e qualche titubanza) la pedonalità sostiene per i "t-red"!? Certo la pedonalità non è "affare" del solo centro città, ma di tutta la città e di questo bisogna essere convinti: ma questo è un vecchio ragionamento. Finisco qui: chiedo scusa per lo sfogo ...
Angelo Velatta
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