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Gestione rifiuti e inceneritore: i cittadini interrogano le istituzioni
Gestione rifiuti e inceneritore: i cittadini interrogano le istituzioni
Le domande a Comune, Ati, Regione, Usl
Riportiamo di seguito, integralmente, le domande che "Cittadini in rete" rivolge alle istituzioni umbre, perché queste rispondano prima di prendere qualsiasi decisione in tema di gestione dei rifiuti e di inceneritore:
DOMANDE CHE “CITTADINI IN RETE – UMBRIA” PONGONO AL COMUNE DI PERUGIA
1) Il comune di Perugia ha dato la propria disponibilità ad ospitare un impianto di trattamento termico dei rifiuti solidi urbani? Se si sono state individuate delle aree specifiche e quali sono? Quale procedura di partecipazione popolare si prevede di attivare? 2) In base al Decreto Ronchi, entro il 2003 ciascun comune avrebbe dovuto raggiungere il 35% di Raccolta Differenziata. Come mai nel 2010 tale percentuale non è ancora stata raggiunta? Sono state applicate le penalità previste nel contratto di servizi nei confronti del gestore per il mancato raggiungimento dell’obiettivo? 3) Se è vero che la maggiore voce di costo che influisce sulla Tariffa di Igiene Ambientale (TIA) è quella del conferimento in discarica, perché il Comune di Perugia, in questi anni non ha potenziato la Raccolta Differenziata? 4) Perché il Comune di Perugia non introduce un sistema di tariffa puntuale secondo cui la TIA viene pagata in proporzione alla quantità di Rifiuto Indifferenziato prodotto dai singoli utenti? 5) Come si spiega che la misura media della Tariffa di Igiene Ambientale del Comune di Perugia è una delle più alte d’Italia e ben al di sopra della media nazionale? 6) A chi sono stati venduti i materiali recuperati dalla Raccolta Differenziata? Quali sono stati i ricavi dalla vendita di tali materiali negli ultimi anni? 7) Il CO.RE.PLA riconosce un corrispettivo variabile ai convenzionati che conferiscono il materiale plastico proveniente dalla Raccolta Differenziata. Nel 2009 il CO.RE.PLA ha riconosciuto un corrispettivo di 314€/tonn per materiale differenziato costituito da bottiglie di acqua e detersivi (frazione estranea max 10%); 276,41€/tonn per monomateriale costituito da rifiuti di imballaggio in plastica di origine domestica (fraz. estranea max 4%); 194,74€/tonn per lo stesso materiale (fraz. estranea 5- 15%); 34,26€/tonn per lo stesso materiale (fraz. estranea 16-20%). Oltre il 20% di frazione estranea l'onere di smaltimento è a carico del convenzionato. In quale di queste categorie rientra il materiale plastico raccolto nel comune di Perugia? A quale percentuale di frazione estranea punta il sistema di Raccolta Differenziata organizzato a Perugia? Qual'è stato e quale sarà il destino dell'eventuale materiale plastico raccolto che risulta contenere una frazione estranea superiore al 20%? 8) Il Comune di Perugia ha mai valutato l’ipotesi di creare un centro di riciclo sul tipo di quello attivo a Vedelago (TV)? Se no, per quale motivo? 9) Il Piano Regionale Gestione Rifiuti prevede (parag. 6.4.2.1.1) che la raccolta dell’umido avvenga a norma del DL152/2006 con “sacchetti biodegradabili certificati”. Per quale motivo il gestore distribuisce agli utenti sacchetti non biodegradabili? 10) Ad oggi, numerose città europee e 15 comuni italiani, visti i buoni risultati ottenuti con la raccolta “porta a porta” in termini di riduzione dei rifiuti ed incremento della RD, hanno puntato alla strategia rifiuti zero che riduce drasticamente il ricorso alla discarica e all'incenerimento rifiuti. Visto il forte incremento della Raccolta Differenziata ottenuto in pochi mesi nel centro storico della città con l’attivazione del metodo di raccolta “porta a porta”, perché il Comune di Perugia non adotta la strategia “rifiuti zero”?
DOMANDE CHE “CITTADINI IN RETE – UMBRIA” PONGONO ALL'ATI-2
1) L'ART. 8 “INDICATORI GENERALI E STANDARD DI QUALITA’ TERRITORIALI” del contratto di servizio tra ATO2 e Gestori Rifiuti, prevede una penale di 5000 euro a carico di quest'ultimi, per ogni punto percentuale di Raccolta Differenziata non raggiunto rispetto agli obiettivi del 45% entro il 2008, e del 50% entro il 2010. Al 2009 la RD registrata nell'ATI2 è il 33,31%. Sono state applicate le penali ai gestori che non ha raggiunto gli obiettivi? 2) E' vero che L’ATI n. 2 sta conducendo studi di fattibilità al fine di collocare nel proprio territorio un impianto di trattamento termico dei rifiuti? Quali sono le aree interessate da tali studi? Quale procedura di partecipazione popolare si prevede di attivare? 3) A chi è stata affidata l’esecuzione dei predetti studi? 4) Che tipo di impianto di trattamento termico dei rifiuti verrebbe realizzato (termovalorizzatore, inceneritore, gassificatore ecc..)? Quante tonnellate/anno di materiale proveniente dalla raccolta dei Rifiuti Urbani sarebbe in grado di trattare? 5) L’impianto tratterebbe anche la frazione dei Rifiuti Speciali ad alto potere calorico (cartone, plastica)? Se si quante tonnellate/anno? 6) Quanto si prevede che costerebbe realizzare tale impianto? Come sarebbero reperiti i fondi per la sua realizzazione? 7) Quale sarebbe il peso dei residui della combustione? In quale modo sarebbero smaltiti? Dove verrebbero stoccate le ceneri leggere trattenute dai filtri, per le quali è previsto lo smaltimento dedicato? 8) Chi gestirebbe l’impianto? A chi andrebbero i ricavi del funzionamento per l'eventuale vendita di energia elettrica o termica?
DOMANDE CHE “CITTADINI IN RETE – UMBRIA” PONGONO ALLA REGIONE 1) La Regione Umbria attraverso il PRGR ha deciso di dotarsi di due impianti di trattamento termico, soluzione che riduce ma non elimina il ricorso alle discariche necessarie per smaltire inerti e residui anche tossici risultanti dal trattamento termico dei rifiuti. Per quale motivo tra gli “scenari obiettivo” considerati nel piano è stato a priori escluso l'opzione “Rifiuti Zero” che ha dimostrato, nelle numerose e diverse realtà in cui è stata adottata, di essere vantaggiosa per l'economia, per l’Ambiente e per la salute pubblica, eliminando l’impatto ambientale degli inceneritori e delle discariche nonché creando numerosi posti di lavoro? 2) In base al Decreto Ronchi e successive integrazioni, entro il 2003, ciascun comune italiano avrebbe dovuto raggiungere il 35% di Raccolta Differenziata. Sono state individuati i motivi per i quali ad oggi tale percentuale è stata raggiunta solo da pochissimi comuni umbri? 3) Perché la Regione Umbria ha disposto deroghe in ordine al conferimento in discarica e non ha invece imposto ai comuni la Raccolta Differenziata? 4) Perché la Regione Umbria ha amnistiato i comuni che avrebbero dovuto pagare la penale prevista dal decreto Ronchi per non aver raggiunto le percentuali di RD previste? 5) Perché la Regione Umbria non ha a tutt’oggi stabilito l’adozione di tariffe puntuali secondo cui la TIA viene pagata in proporzione alla quantità di rifiuto indifferenziato prodotto dai singoli utenti? 6) Quanti punti di distribuzione di prodotti alimentari e detersivi alla spina esistono nel territorio regionale? Con quale esito in termini di riduzione rifiuti? Ha avuto un seguito concreto la campagna dei pannolini ecologici della Provincia di Perugia? 7) La Regione Umbria, intende avvalersi del contributo di una commissione scientifica indipendente per valutare l’impatto che un impianto di trattamento termico dei rifiuti potrebbe avere sulla salute dei cittadini? Se sì, è possibile consultarli ed avviare l’apertura di un tavolo scientifico di confronto per eventuali revisioni, osservazioni e/o correzioni da parte della Cittadinanza Scientifica (cittadini competenti in materia scientifica, di nota e comprovata impostazione ecologica, riconosciuti ed incaricati dalla cittadinanza resasi partecipe)? 8) Dove verrebbero stoccate e come verrebbero smaltite le scorie del trattamento termico dei rifiuti e le polveri “leggere” eventualmente trattenute dai filtri, per le quali il Piano Regionale Gestione dei Rifiuti prevede lo smaltimento dedicato?
DOMANDE CHE “CITTADINI IN RETE – UMBRIA” PONGONO ALLA AUSL 2 - UMBRIA
1. Nel caso in cui una amministrazione locale decidesse di autorizzare la costruzione di impianti di trattamento termico dei rifiuti, in quale considerazione sarebbero tenuti gli studi, ampliamente rappresentati in letteratura scientifica nazionale ed internazionale, circa gli effetti patogeni, mutageni e cancerogeni che i derivati dalla combustione dei rifiuti hanno sulla salute di organismi vegetali ed animali, esseri umani inclusi, specie in fase di crescita intrauterina e neonatale? E in quale considerazione sono tenuti gli impatti sull’ambiente e sulla salute dalle discariche presenti nel nostro territorio regionale? 2. E’ noto che le polveri fini (PM – 10) ed ultrafini (PM - 0,1) che si producono durante le reazioni termochimiche ad alta temperatura in un eventuale impianto di trattamento termico dei rifiuti, veicolano sostanze cancerogene/tossiche (PCB, diossine, idrocarburi policiclici aromatici, metalli pesanti ecc). Esistono ad oggi dei filtri in grado di trattenere le polveri “fini ed ultrafine” che un impianto di trattamento termico dei rifiuti emetterebbe in atmosfera? La AUSL-2 è a conoscenza che le polveri ultrafini, per avere dimensioni minori a quelle di un virus, sono considerate capace dai più Autorevoli Autori di diffondersi capillarmente superando perfino membrana cellulare e la membrana nucleare delle cellule che sono i più sofisticati e mirabili filtri biologici presenti in natura? 3. E’ possibile, eludere, anche solo parzialmente, il principio di precauzione in una materia così ampliamente discussa ed indagata, ed in fase di approfondimento, quale il danno epigenetico da polveri sottili e ultrasottili, che parrebbe aprire, tra l’altro, lo scenario sospettato della cancerogenesi trans-generazionale da inquinamento ambientali? 4. Sono già stati richiesti da parte della Regione Umbria, studi sull’impatto che un impianto di trattamento termico dei rifiuti potrebbe avere sulla salute dei cittadini nel nostro territorio? Se sì, in che modo è possibile ottenerli per consultazione ed eventuale apertura di un tavolo scientifico di confronto per eventuali revisioni, osservazioni e/o correzioni da parte della Cittadinanza Scientifica (ossia cittadini competenti in materia scientifica, di nota e comprovata impostazione ecologica, riconosciuti ed incaricati dalla cittadinanza resasi partecipe)? 5. E’ considerazione condivisibile, dall’ente preposto alla salvaguardia di salute pubblica, quella che vorrebbe i cittadini titolari di un diritto all’informazione scientifica sui temi di salute la più trasparente ed eticamente orientata possibile in vista di scelte così determinanti e vincolanti quali l’eventuale costruzione (e relativa ingente spesa pubblica) di un impianto di trattamento termico a chiusura del ciclo dei rifiuti? 6. Nel caso in cui una amministrazione locale decidesse di autorizzare la costruzione e/o l’utilizzo di impianti di trattamento termico dei rifiuti: • quali precauzioni per la salute verrebbero prese? • La AUSL 2, nel caso un parere le fosse richiesto, intenderà avvalersi del contributo in impostazione, esecuzione o revisione di studi di Valutazione di Impatto Sanitario (V.I.S.) di una commissione scientifica indipendente composta in accordo con le associazioni dei cittadini e l’Ordine dei Medici?