Manca una stella al Mercato coperto
Ora che nei finestroni del mercato sono state spostate le tende e si vede il panorama e tutti rimangono a bocca aperta...
E’ Natale al Mercato Coperto, proprio un Natale vero, semplice, come i Natali di una volta, senza musiche, senza rumori, senza fretta e con tanto buon gusto. Lo riconosci subito, lo senti dai profumi, lo vedi dai colori, dai sorrisi. Ora che gli operatori dei generi alimentari si sono raccolti tutti su un unico piano (arance, pesce, alloro, pungitopo, fegatelli, cachi, gobbi, noci, non manca proprio niente, e che bella bietola, che bella insalata! ), ti sembra di stare proprio a casa, e quando vai lì a comprare qualcosa ti chiamano per nome. Hanno anche loro, insieme a tanti perugini, resistito all’attacco della privatizzazione, e, sperando che vada tutto bene, ti mostrano soddisfatti i loro stand colorati messi a nuovo. Alcuni sono proprio una sciccheria. Altri ancora non sono finiti. Ma il costo è stato caro, e, sembra, tutto a spese loro. Per cui ora è proprio necessario lavorare sodo.
Certo, fa ancora male il ricordo di tutti quegli operatori che nella scorsa legislatura chiesero di poter entrare e non gli fu permesso. L’imprenditore era alle porte, e le porte furono chiuse.
Ora che nei finestroni del mercato sono state spostate le tende e si vede il panorama e tutti rimangono a bocca aperta ci rendiamo conto ancora meglio che follia sarebbe vendere il nostro mercato, o meglio darlo agli imprenditori privati per 60 anni! Vendi una cosa che non ha prezzo. Vendi una cosa dei Perugini, non del Comune di Perugia. Ma insomma, dove siamo andati a finire?
E’ Natale al Mercato Coperto, un dolce Natale. Certo, se avessero messo lì anche il mercatino delle strenne e quello dell’antiquariato sarebbe stato meglio, ma per quest’anno dobbiamo ormai accontentarci.
Però c’è una cosa che manca , e allora provo a dirla.
Manca secondo me nella terrazza del mercato una stella cometa, come dire, la stella cometa più grande del mondo. Non per competere con l’albero di Natale di Gubbio, forse basterebbe anche una stella, non la più grande del mondo, ma molto grande. Una stella che guardi ad Assisi e un’Assisi che riesca a rintracciarci.
E poi la terrazza del Mercato non ha neppure un nome. Io la chiamerei “Terrazza della Pace”.
Un Buon Natale e un veramente Felice Anno Nuovo al nostro Mercato