La strategia Rifiuti Zero in Umbria?
Prospettive per una chiusura del ciclo dei rifiuti senza inceneritore.
La
strategia Rifiuti Zero è un modo che permette di gestire i rifiuti
riducendo al massimo, al limite annullandolo, il ricorso alla
discarica. Questo obiettivo si ottiene sia riducendo la produzione
dei rifiuti “alla fonte” sia massimizzando il recupero della
materia da reinserire nei cicli produttivi.
Nella
strategia Rifiuti Zero il concetto di “rifiuto” è sostituito da
quello di “materia seconda”, che conserva ancora gran parte del
valore economico delle materie prime di provenienza. Ne conseguono
convenienza economica, risparmio di energia e materie prime, tutela
della salute e del territorio (discariche e inceneritori inquinano),
creazione di nuovi posti di lavoro.
Tuttavia
è indubbio che oltre ad un radicale cambiamento culturale,
l’adozione di questa strategia necessita di una moderna e motivata
classe politica che sia in grado di stabilire un dialogo continuo e
costruttivo con i cittadini che rappresenta.
Oramai
da diversi anni questo metodo è stato adottato in molte parti del
mondo, nei più svariati contesti sociali ed urbanistici. In Italia,
dopo la brillante esperienza del comune di Capannori (RD 87%,
45000ab) hanno ufficialmente aderito alla strategia Rifiuti Zero
altri 14 comuni tra cui, recentissimamente, quello di La Spezia
(96000 ab). Al momento nessuna Regione italiana ha adottato un Piano
Gestione Rifiuti che punti alla strategia Rifiuti Zero, ma in questo
articolo mi propongo di mostrare ciò che concretamente si potrebbe
ottenere nella nostra regione.
Secondo
le previsioni del Piano Regionale Gestione Rifiuti (PRGR) nel 2013
verranno prodotti 592000 t/a di RU con una RD del 65%. Per limitare
il ricorso alle discariche umbre il PRGR ha previsto di utilizzare il
trattamento termico dei rifiuti per smaltire il 35% dei rifiuti
indifferenziati (circa 173000 t/a). Il piano prevede comunque il
ricorso alla discariche per smaltire un ammontare annuo di circa
66000 t/a costituito da rifiuti con potere calorico nullo e scorie di
combustione prodotte dall’inceneritore.
Ho
già dimostrato
che le previsioni della produzione rifiuti stimate dal piano sono
fortemente errate in eccesso. Dimostrerò ora gli effetti di un'
auspicabile adozione della strategia Rifiuti zero da parte della
regione Umbria a partire dalle 539000 tonnellate di RU prodotti nel
2009.
Se
l’Umbria puntasse seriamente alla raccolta differenziata “porta a
porta” incentivando anche economicamente la pratica virtuosa della
raccolta differenziata (in molte realtà i cittadini pagano la TIA in
proporzione a quanti rifiuti indifferenziati producono) e
incentivando la riduzione dei rifiuti stipulando accordi con i
produttori di beni commerciali, la nostra regione non avrebbe
difficoltà a raggiungere una RD del 85%, come dimostrato dalle
numerose esperienze nazionali ed estere.
In
queste condizioni si otterrebbe anche una riduzione complessiva di
produzione di RU che scenderebbe a circa a 485000 t/a (corrispondente
a 510kg/ab*anno, valore già raggiunto da molti comuni umbri). Ed
ecco la lieta novella: con una RD del 85% la produzione di RI sarebbe
di solo 58000 t/a.
In
altre parole, portando la RD all'85%, si eviterebbe la necessità del
trattamento termico dei rifiuti e si ricorrerebbe alla discarica per
una quantità inferiore a quella prevista dal piano con tanto di
inceneritore.
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Roberto Pellegrino - Cittadini in Rete
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