ECOBALLE quarta puntata:
il comune non ha soldi per gestire i servizi pubblici ma partecipa all'aumento di capitale GESENU
La città è disseminata, oramai da
diverse settimane, dei "manifesti-piagnistei" del PD locale, che accusando il
governo di varare manovre inique, palesa in realtà l'incapacità
della giunta Boccali di gestire l'attuale crisi economica. Infatti
è in periodi di vacche magre che la scelta delle priorità diventa
più critica e delicata e la condivisione delle scelte con i
cittadini potrebbe determinare il consenso di un'amministrazione. Qui
invece assistiamo impotenti all'imposizione di provvedimenti iniqui
come l'aumento delle tariffe di trasposto pubblico (evitato persino
dal sindaco Moratti), ad arroganti prese di posizione su questioni
urbanistiche (ex Tabacchificio di Ponte Valleceppi, Maxistalla di
Santa Maria Rossa, affare IKEA ecc) ed ora l'ultimo discutibile
conguaglio TIA.
Proprio quest'ultimo provvedimento
stride rispetto al recente aumento da 3 a 10 milioni del capitale
Gesenu, società partecipata dal Comune di Perugia per una quota del
45%. Dove hanno trovato, i signori della giunta, i quattrini
necessari a contribuire all'aumento di capitale sociale della Gesenu?
In quale piega del bilancio comunale è stato nascosto il
trasferimento alla Gesenu e quale motivazione gli è stata data?
Quali e quanti beni patrimoniali pubblici sono stati conferiti alla
S.p.A. Di Noto la Diega?
Il PD locale non ritiene che anche questa
sia una manovra iniqua?
Roberto Pellegrino - Movimento Perugia Civica
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