16/07/2024
direttore Renzo Zuccherini

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Sogno una città...
Un sogno per la Perugia che vorrei

Se  non sognassimo mai, la realtà sarebbe una tragica ripetizione di errori già commessi e lezioni non imparate. Senza i sogni l'umanità sarebbe ancora nelle caverne...  e questo forse spiega l'abbrutimento che apparentemente segna la nostra epoca e la nostra davvero malsana civiltà del benessere... una realtà che purtroppo per molti è un incubo.
A volte un sogno - come quello che segue - è l'insieme di molti sogni: e quindi ne condivido la paternità e maternità con tante altre persone.

Ho fatto un sogno: forse disordinato, ma così pieno  di colori!
Ho sognato che sparivano i T-Red, i parcheggi a pagamento si  dimezzavano e anche gli 'ausiliari del traffico', e che la gente diventava un po' meno nevrotica e irascibile; aumentavano invece i  vigili, non per guardare schermi e telecamere o sostituirsi alla polizia, bensì per tornare a controllare il traffico, e multare non i divieti di sosta ma chi imbocca contromano le vie del centro, chi passa col rosso (e non col giallo), chi sfreccia lungo le strade incurante della velocità dei pedoni e dei divieti. Ho sognato che i mezzi pubblici (dai bus ai mezzi della raccolta rifiuti, alle auto istituzionali) andavano a metano, elettricità o idrogeno, con finanziamenti europei finalizzati ad abbattere l'inquinamento e il rumore. Ho sognato che dai bus sparivano le costose obliteratrici (dal nome cacofonico) e tornavano i controllori, in modo da ridurre il fenomeno dei biglietti non pagati; che agli autisti sparivano i cellulari; che il biglietto scendeva a 50 centesimi  - gratis fino a 18 anni e dopo i 65 anni; gratis anche per gli studenti universitari fuori sede fino a un anno fuori corso e per i volontari del servizio civile) e che le corse erano ogni 15 minuti su mezzi più piccoli e  agili. Ho sognato che il minimetro veniva smontato e rivenduto a  Seattle (a Tubingen non lo vorrebbero), perché inutile, ovviamente rumoroso e conseguentemente costoso; FS e FCU integravano risorse e servizi per aumentare le corse e migliorare i servizi, abbassando il prezzo dei biglietti (come per i bus) e riducendo le spese (sulla pubblicità - inutile - e i dirigenti) mentre per tutti gli automobilisti venivano a messe a disposizione - nei vari parcheggi - piccole auto elettriche per spostarsi all'interno della città, a un prezzo talmente basso (1 euro per mezza giornata) da rendere CONVENIENTE l'uso del parcheggio e dall'auto elettrica.
Ho sognato che le varie amministrazioni e i vari enti riducevano il numero dei consiglieri, assessori, dirigenti ecc. e che - senza nemmeno referendum e appelli - dimezzavano i vari stipendi ed emolumenti, in misura tale che chi guadagnava di più in assoluto  avesse uno stipendio netto pari al doppio dello stipendio base dell'impiegato di livello più basso; ho sognato più impiegati, più giovani e con migliore formazione; meno cooperative ma meglio pagate; ho sognato che la questione del buco di bilancio del Comune di Perugia veniva finalmente chiarita, i responsabili pagavano, i politici si scusavano (e magari si dimettevano); ho sognato che le due università e il comune si facevano finalmente carico di trovare alloggi decenti e servizi adeguati (anche perché già ben pagati dalle tasse) almeno al 90% degli studenti provenienti da fuori Perugia, senza lasciarli allo sbando o nelle mani degli alloggi pagati a prezzo di rapina; e che gli studenti, partecipi della vita cittadina, tornavano ad essere non una folla anonima ma 10-15.000 persone degne di considerazione anche se non elettori, e non solo clienti di pub e discoteche; e il livello dei docenti (e delle loro lezioni e ricerche), dei laboratori e delle biblioteche diventava adeguato a quello delle migliori (non peggiori... ) città universitarie europee.
Ho sognato che Perugia non mirava ad essere una città-capitale-regione di centocinquantamila abitanti con un territorio gigantesco, ma smetteva di costruire e far costruire inutili palazzi sfitti, utili semmai a deturpare la vivibilità, a favorire le frane e i 
dissesti, a stravolgere i piani urbanistici e a riciclare denaro di dubbia provenienza; e che Ponte San Giovanni diventava comune autonomo con servizi adeguati al numero di abitanti.
Ho sognato maggiore amministrazione ordinaria (manutenzione strade, illuminazione, asili...) e meno eventi.
Ho sognato che la gestione delle acque tornava pubblica.
Ho sognato che Eurochocolate si svolgeva dentro la Città della Domenica, e che Altrocioccolato veniva ospitato nel nuovo Quartiere universitario di Monteluce (dove tornava il Pronto soccorso), per far vedere ai giovani che è possibile cambiare il mondo, anche con dolcezza... e  senza distruggerlo.
Ho sognato che gli uffici comunali si trasferivano in piazza Matteotti (dove rimaneva il Mercato Coperto), che gli uffici giudiziari, il tribunale ecc. si spostavano nell'ex-carcere di piazza Partigiani, che la Scuola di lingue dell'Esercito (aprendosi anche ai volontari della cooperazione e ai diplomatici del Ministero degli Esteri, delle Ong, ecc.) si spostava a Palazzo Conestabile e che la Biblioteca Augusta trovava finalmente una degna e ampia sede a Santa Giuliana.
Ho sognato che i quartieri di Perugia si ripopolavano di famiglie, anziani che ospitavano studenti, artigiani, negozi; e che il Lilli veniva riaperto per film non solo commerciali, concerti, teatro.
Ho sognato una segnaletica in più lingue in tutta la città, e le insegne dei negozi scritte solo in italiano (salvo motivate e logiche eccezioni).
Ho sognato che su tutti i tetti di Perugia si montavano celle solari, e che si allestiva una rete senza fili (wireless) gratuita per tutti (scusate!  altrove questo non è un sogno), e che nelle amministrazioni e nelle scuole si usavano programmi informatici Open Source.
Ho sognato che i problemi sociali (povertà, dipendenze, immigrazione, esclusione) venivano affrontati con serietà, umiltà, intelligenza, ascolto, partecipazione.
Ho sognato che il piano della sicurezza (dopo anni passati a discutere sulla 'percezione' dell'insicurezza' o sulla necessità di costituire delle ronde) rinunciava alle telecamere (utili forse per vedere chi ha fatto... la frittata ma non per impedirla...) e si  basava sulla gestione ordinaria, sui controlli sistematici, sulla confisca delle case affittate in nero o usate come basi per lo spaccio; ho sognato che le forze dell'ordine non venivano impiegate più per controllare i violenti della domenica, ma che i cosiddetti ultras venivano accompagnati sul primo aereo diretto in Afghanistan o in Iraq, dove potevano sfidare i loro simili in gare senza esclusione di colpi.
Ho sognato che le grandi manifestazioni, a cominciare da Umbriajazz, non erano più finanziate da produttori di alcolici.
Ho sognato che smettevamo di pagare il Comune per far pulire i muri della città imbrattati da grafomani incontinenti, ma che erano gli stessi neomacchiaioli a ripulire i vari quartieri.
Ho sognato che si ricostituivano i coordinamenti tra le associazioni e le istituzioni (che da qui riprendevano ad ascoltare le persone), che la gente riprendeva a frequentare le sedi dei partiti (magari per scioglierli, rivoltarli come un calzino o consegnarli a un museo 
storico), che i politici di mestiere venivano messi in naftalina (massimo due mandati, poi basta), che politici ed amministratori imparavano ad ammettere gli errori commessi (un po' per volta, senza fretta...), ripescando magari se necessario l'ostracismo che avevamo studiato a scuola... e che al posto dei mille comitati sorti per rabbia e disperazione tornava la politica, quella vera, quella attività così umana di cui non possiamo fare a meno se vogliamo vivere non da sudditi, tirannelli, venditori di fumo o consumatori, ma da cittadini e cittadine del 2008.
Sogno che i giornali  locali si riducano di numero, di pagine e di pubblicità, perché la gente nonostante quel che si ama raccontare  è stufa di leggere ipotesi da bar dello sport sui delitti, e cerca notizie vere; che aumentino invece le persone - giovani, altrimenti che studiano a fare?- che lavorano in redazione e che gli articoli li scrivano senza accontentarsi delle veline e degli addetti stampa.





Gabriele De Veris

Inserito sabato 1 novembre 2008


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Commenti

Nome: rosamaria lattanzi
Commento: sogno una città pulita dove camminare dopo cena senza paura di chi si nasconde nel buio, senza storcermi le caviglie per le buche dei vicoli, dove sentire non l'odore di urina , ma quello dei gelsomini e dei gerani alle finestre, confuso con l'odore di cibi e di pane appena cotto. Sogno una cttà che si trasformi in borgo dove d'estate posso ciarlare con il vicino e non con il solito spacciatore, che ormai abituato a vedermi passare, con il suo accento straniero mi saluta con un accogliente buonasera. Sicuro che ormai il territorio è suo e nessuno lo allontanerà di lì. Sogno una città dove i giovani ridano e tornino ai messaggi d'amore come oblio senza cercare in sostanze chimiche il sogno stesso dell'essere vivi.

Nome: Roberto Pellegrino
Commento: ...allora mi permetto di aggiungere una postilla al "sogno - programma" di un ipotetico candidato sindaco: alimentare il minimetò con l'energia di una piccola centrale eolica (su monte Tezio?) e installare pannelli fotovoltaici sui tetti delle stazioni dello stesso che diventerebbe così un "solar -minimetrò...

Nome: Angela Cataliotti
Commento: Oggi 5 novembre, con un afroamericano alla presidenza degli USA sappiamo che NOI POSSIAMO fare avverare i sogni. Quindi propongo di trasformare questo sogno nel programma per il prossimo sindaco di Perugia.

Nome: Sergio Passerini
Commento: Sogno con fantasia tutto quello che sogni tu e sognando spero che le nostre speranze si avverino al fine di lasciare ai nostri figli una città ove si possa anche vivere...

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