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Figli di un dio minore: un inceneritore a Pietramelina?
Figli di un dio minore: un inceneritore a Pietramelina?
E la farsa dei dati sulla differenziata (due comunicati del Comitato Inceneritorizero)
Durante una conferenza stampa del 17-11-2010 l’Amministratore Delegato di Gesenu Carlo Noto La Diega ha dichiarato che il posto migliore per costruire l’inceneritore è Pietramelina perché é molto alta, con poche abitazioni e ha già subito un impatto ambientale.
Noi siamo coloro che abitano in quelle poche abitazioni e che hanno già subito un impatto ambientale. Certo non pensavamo che poche persone hanno meno diritti di molti ma sappiamo che l’articolo 3 della Costituzione italiana (tutti i cittadini hanno pari dignità) non è molto rispettato. Per quanto riguarda l’impatto ambientale avevamo sempre sentito dire da dirigenti della Gesenu che la discarica di Pietramelina era perfetta e non dava problemi. Evidentemente si sono resi conto che avevamo ragione noi nel sosenere della cattiva scelta di Pietramelina come sito per una discarica. Sostenevamo anche del forte impatto ambientale e dell’inquinamento creato dalla discarica e ci sentivamo soli nel dirlo fino a quando non abbiamo scoperto che anche per l’ingegner Noto la discarica di Pietramelina crea un impatto ambientale.
Non ci sentiamo nemmeno di commentare l’affermazione che è meglio costruire un inceneritore in alto visto che anche un bambino capisce che i fumi cancerogeni verrebbero portati più lontano, ma soprattutto perché crediamo fermamente che un inceneritore non dovrebbe essere costruito in nessun posto.
Infine, convinti che l’ingegner Noto è persona di parola ne chiediamo le dimissioni. Infatti in quella conferenza ha dichiarato “Tengo a ribadire, però, che non c’è alcun legame tra malattie tumorali o di altra natura con l’incenerimento dei rifiuti: se si venisse a scoprire che provoca conseguenze di questa natura mi dimetterei domattina”. Portiamo a conoscenza dell’Amministratore delegato di Gesenu che numerosi studi hanno dimostrato come l’incenerimento dei rifiuti porti a conseguenze disastrose per la salute come dimostra la tabella allegata che l’Arpa Piemonte ha compilato.
Comitato inceneritoriZero
Montanucci Marco
La differenziata e la farsa dei dati
Ormai siamo alla farsa: durante la settimana europea per la riduzione dei rifiuti la Regione Umbria, la Provincia di Perugia ed il Comune di Perugia hanno voluto dirci quanto sono bravi. Ci hanno spiegato che grazie ai saponi alla spina, alle fontanelle di acqua ed ai distributori di latte sono stati sottratti alle discariche molti rifiuti. Fino a qui siamo perfettamente in accordo con le istituzioni, anzi, auspichiamo un più ampio utilizzo di questi prodotti.
Hanno poi spiegato che ogni umbro nel 2009 ha prodotto 566 Kg di rifiuti l’anno e qui ci permettiamo di dissentire. In quei 566 Kg sono compresi una parte di rifiuti speciali che viene conteggiata con i rifiuti urbani. Assolutamente niente di illegale ma è certamente immorale continuare a dire alla gente che non ha senso civico e che produce molti più rifiuti di quanti sono nella realtà. Per capire di cosa si tratta basta guardare quanti rifiuti pro capite vengono messi in discarica. Due esempi illuminanti ci vengono dati da Assisi ed Umbertide che secondo la certificazione regionale nel 2009 hanno diminuito la loro raccolta differenziata rispettivamente del 17,09% e del 13.06%. Nella realtà questi due Comuni hanno mandato in discarica meno rifiuti urbani di quanti ne avevano mandati l’anno prima. Come si spiega questa cosa? Evidentemente i due Comuni hanno tolto (non sappiamo se del tutto o solo parzialmente) i rifiuti speciali dal loro conteggio. A questo punto c’è da chiedersi che valore possono avere i dati che ci vengono forniti e (visti Assisi ed Umbertide) a quanto ammontano i rifiuti speciali conteggiati nella raccolta differenziata umbra.
Come si possono commentare i dati del 2007 quando l’ISTAT assegnava al Comune di Perugia il 76% di riciclo, la Regione il 30%, Legambiente il 28% e gli amministratori e Gesenu dichiaravano sui giornali il 35%?
Infine secondo i dati forniti dal Comune di Perugia a Legambiente ed il Sole 24 Ore la produzione dei rifiuti pro capite ammonta a 718 Kg mentre per la Regione ogni perugino produce 634 Kg di rifiuti.