Un'idea per il Bulagaio
"Non sarebbe possibile potenziare, allargare e completare, una seconda strada per salire in città?"
di Sara Palmerini
Buongiorno, vi scrivo di un'idea che mi è venuta stamattina mentre ero bloccata in macchina in via del Bulagaio.
Per prima cosa faccio presente che abito a Ponte Rio e lavoro a Elce e sono reduce da 3 anni di chiusura dell'archetto di via Sperandio e da un inverno-primavera in cui è stato chiuso anche il cassero di Porta S. Angelo.
Vorrei far presente che i lavori, anche se necessari, hanno comportato per me e per molte altre persone una deviazione che allunga il percorso per tornare a casa di 7,5Km. Il percorso regolare sarebbe di 5Km e 5+7,5=12,5Km, sempre poco rispetto a chi deve fare 50 o più Km per tornare a casa, ma l'aumento è del 150%.
Per questa ragione tremo e guardo con molto sospetto la vostra pagina che richiede il restauro dell'arco di via del Bulagaio, la deviazione da via delle Mandrelle (o Lambrelli/e) sarebbe più breve: solo 8 Km ma decisamente più trafficata.
Tuttavia amo questa città e sono la prima a sostenere le iniziativa di recupero, certo però queste non possono ostacolare più di tanto i cittadini che lavorano.
Chiusa questa premessa passo a descrivervi l'idea che ho avuto questa mattina: raddoppiare via del Bulagaio. Cartina alla mano, si nota che via del Bulagaio ha una/due quasi parallele, si tratta di una strada denominata nella cartina Strada Ponterio ma anche di via Sperandio, quest'ultima stando alla cartina è interrotta per un centinaio di metri e quindi risulta senza uscita, ma credo che ci sia almeno un viottolo percorribile a piedi per l'intero percorso.
Ecco quindi l'idea: non sarebbe possibile potenziare, allargare e nel caso di via Sperandio completare, una di queste due strade? Il percorso Ponterio-Monteripido risulta più lungo di 1,8 km se percorso da Strada Ponterio e se via Sperandio fosse praticabile questo allungamento si ridurrebbe forse a poche centinaia di metri.
Se una di queste due strade fosse praticabile in modo sistematico, questo comporterebbe un alleggerimento della mole di traffico che passa per via del Bulagaio e la chiusura dell'archetto ai fini del restauro magari non farebbe più tanta paura.
Che ne pensate? Si può partire da questa proposta per farne un progetto fattibile da proporre a chi di dovere?
grazie Sara Palmerini
(N.d.R.: Premetto che la via Sperandio oggi è effettivamente impraticabile alle auto, ma esiste come percorso storico, probabilmente da millenni (fu usato, ci dicono gli studiosi, almeno dall'epoca etrusca). Ma veniamo alla proposta.
La nostra cortese lettrice individua due aspetti della questione, tra loro connessi ed entrambi cruciali: 1. l'arco del Bulagaio e le mura dell'area vanno messe in sicurezza e recuperate con un intervento di restauro urgente. Ne va non solo della conservazione del patrimonio architettonico della città (con tutte le conseguenze economiche per una città che nel turismo ha una delle attività principali), ma anche della sicurezza e dell'incolumità di chi vi passa, a piedi o in auto. Su questo punto siamo d'accordo tutti, meno i nostri amministratori, che continuano ad aspettare chissà quali finanziamenti invece di trovare subito le risorse per intervenire. Naturalmente, il restauro delle mura e dell'arco comporterà un periodo di interruzione del traffico e quindi di disagio per gli automobilisti: ma credo che sia meglio allungare un po' la strada che rischiare di ricevere addosso pietre e mattoni. Si tratterebbe comunque di un periodo limitato, perché i lavori non sono neanche tanto imponenti (credo che non vi siano problemi statici, ma solo -!!- problemi di superficie, cioè di pietre che si staccano: ma non sono un tecnico), e dunque non farebbe tanta paura. 2. altra questione è quella del traffico, ormai insostenibile, che passa per l'arco del Bulagaio, che è diventato la terza o quarta corsia della superstrada, in quanto chi deve attraversare la città da est a ovest (provenendo magari da Gubbio, Assisi, Foligno, Macerata...) preferisce passare dal Bulagaio anziché rimanere imbottigliato dentro le gallerie di Piscille. Ogni proposta quindi può essere utile a dare soluzione al problema: e noi volentieri giriamo l'idea della lettrice a chi di dovere. In passato si era anche parlato di una bretella che doveva tagliare a nord la città, unendo Ponte Rio ai Rimbocchi o direttamente a Pian di Massiano: ma non sono questi tempi in cui si possano prevedere impegni di questo tipo.
Noi peraltro, come la lettrice saprà, preferiamo pensare non ad un semplice spostamento del problema dal Bulagaio allo Sperandio o a Ponte d'Oddi, perché pur spostando il flusso di traffico, questo rimarrebbe ugualmente imponente, anzi, creando l'illusione di uno snellimento, potrebbe aumentare ancora. Per questo noi preferiamo pensare a soluzioni che puntino a ridurre drasticamene il traffico, dando una risposta al bisogno della sig.ra Palmerini e di quelli che come lei tutte le mattine si mettono in coda in fondo al Bulagaio: il bisogno cioè di spostarsi velocemente da casa al lavoro e viceversa. E questo lo possono fare solo dei mezzi pubblici di nuova concezione, rapidi, duttili: navette su corsia preferenziale, come quelle promesse (e mai realizzate) da Ponte Rio al centro, e soprattutto un treno che dalle stazioni della cintura servisse davvero come metropolitana di superficie per arrivare in pochi minuti, e con corse frequenti, nei punti più frequentati della città: la ferrovia c'è già, ma i treni non ci passano sopra. Nessuna automobile potrebbe viaggiare più rapida (oggi per salire il Bulagaio in auto, la mattina, ci vogliono anche venti-venticinque minuti!). Pensi che si era parlato addirittura di una teleferica che dal parcheggio di P. Rio portasse a Piazza Grimana o a via del Melo. Tutte soluzioni che costerebbero meno di una nuova strada, e risolverebero in buona misura il problema dell'intasamento su Piazza Grimana. Ma intanto non si è fatto niente. E questa certo è la cosa più grave).
Nella foto: Ponte Rio, la fila che si forma la mattina per salire al Bulagaio. Qualche volta, la fila si forma oltre l'impianto della Gesenu, e poi le auto procedono a passo d'uomo, con fermate e riprese in salita, fino all'arco del Bulagaio e a Piazza Grimana. Fino a pochi anni fa, sotto l'arco del Bulagaio c'era il doppio senso, regolato dal semaforo, e la fila arrivava fino alla chiesina dei Cenciarelli: poi, per "snellire e rendere scorrevole il traffico", si è fatto il senso unico a salire. Il traffico, divenuto più "scorrevole", è rapidamente aumentato, e oggi la fila arriva appunto fino alla Gesenu. Intanto, il parcheggio di Ponte Rio rimane desolatamente vuoto. E' ora di smascherare il mito del "traffico scorrevole" e di cambiare mentalità: se si vuole "snellire il traffico" occorre creare mezzi pubblici rapidi, frequenti, comodi. E le possibilità ci sono: bisogna farlo capire agli amministratori.