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Nota sull'assemblea di venerdì 29 ottobre a Ponte Valleceppi
Nota sull'assemblea di venerdì 29 ottobre a Ponte Valleceppi
...per dare forza e valore a quel civismo critico, serio e costruttivo, che anche a Perugia esiste
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Oggettivamente l’assemblea pubblica di venerdì 29 ottobre a Ponte Valleceppi, dalla mia esperienza, è stata un successo superiore ad ogni aspettativa. Sia per l’organizzazione, gli interventi, la partecipazione, la bravura del conduttore. Peccato che non ci sia stata una corrispondente informazione. Reti televisive locali e giornali ne hanno parlato poco o niente. Voglio sperare per una distrazione da effetto “ponte di Ognissanti”. Inoltre il significato dell’iniziativa, che ha visto per la prima volta insieme ben 14 associazioni e comitati, trascende, poi, l’importanza dell’argomento trattato. Anche se la questione dello smaltimento e trattamento dei rifiuti solidi urbani è una scelta di civiltà. La realizzazione di un termovalorizzatore o di un inceneritore è addirittura delittuosa, al di là di ogni alibi. Adesso bisogna continuare con la proposta dei “Cittadini in Rete”. Senza tentativi di leaderismi, fughe in avanti ecc… Le ingerenze di partiti, di rappresentanze istituzionali e di altre forze di pressione vanno tenute distanti. Non per demonizzare qualcuno o qualcosa. Ma perché perseguono altri scopi. Compreso l’uso di un potere fine a se stesso, personalizzato, autoreferenziale, arrogante. Le cronache di questi giorni ne sono una conferma. Non per essere soli contro tutto e tutti. Ma per dare forza e valore a quel civismo critico, serio e costruttivo, che anche a Perugia esiste.
Nome: Claudio Santi Commento: Caro Antonielli,
è la seconda volta che mi trovo costretto a replicare ad un commento sul piano personale, francamente lo trovo stucchevole e controproducente. Non è proprio il caso che lei mi citi in continuazione, in ogni sua esternazione e quasi sempre a sproposito. Se l'idea che vuole dare con il "facevo il Claudio Santi della situazione" è quella del garzone di laboratorio pilotato e fomentato politicamente mi permetta di sottolinearle che per fare il Claudio Santi della situazione lei doveva avere al suo attivo almeno 70 pubblicazioni internazionali, 200 comunicazioni a congressi nazionali ed internazionali, 3 libri, essere stato visiting professor alla Jagellonian University di Cracovia ed alla Scuola di Chimica di Cardiff, essere stato invitato a tenere conferenze plenarie in almeno 20 università e politecnici in Europa Africa ed India, oltre ad essere responsabile e coordinatore di progetti di ricerca internazionali. Tutto questo non per autoreferenziare la mia figura ma per ribadire una mia indipendenza ideologica e scientifica che lei inutilmente e subdolamente in questa risposta a Ciurnelli cerca di mettere in dubbio.
Nome: graziano Antonielli Commento: Caro Lauro, ci conosciamo molto bene e ti riconosco nelle cose che scrivi. Riconosco la tua avversione da vero comunista verso tutto ciò che genera utili di impresa e che desta le tue preoccupazioni ogni qual volta si ha che fare con qualsiasi cosa preveda investimenti pubblici per realizzare un'opera. Fu grazie (in realtà non so se dire grazie) a te che cominciai ad occuparmi di ambiente e di politica. Quando ero un giovane precario ricercatore universitario mi coinvolgesti infatti nella battaglia contro la realizzanda diga di Montedoglio. Sostenevi che era un'opera inutile, che avrebbe modificato il clima, che l'Umbria sarebbe stata invasa dalla nebbia ecc.ecc. A distanza di anni e a diga realizzata mi sono ritrovato a ragionare sul futuro e a pensare che, se è vero che questo sarà il secolo in cui si faranno le battaglie per l'acqua, il centro italia dovrà difendere questo importante bacino di acqua potabile. Intanto stanno completando la rete di adduzione al lago trasimeno che dovrebbe contribuire a risolvere i grossi problemi ambientali del lago. Colto dall'impeto ambientalista che avevi suscitato in me, mi lanciai in un'altra battaglia, quella contro l'uso indiscriminato dei fitofarmaci in agricoltura. Erano gli anni dell'atrazina, lo stato tolse uno zero ai limiti di legge per superare il problema della sua presenza nelle acque di Milano, venivano pubblicati tutta una serie di articoli sui danni arrecati alla salute dai residui dei fitofarmaci contenuti in tutta la frutta che consumano gli italiani. Io facevo il Claudio Santi della situazione (solo che mi occupavo del mio settore e quindi con cognizione di causa) e partecipavo ad assemblee e congressi sostenendo che i limiti di legge... gli interessi delle multinazionali....C'era gente che alla fine dei miei resoconti mi chiedeva cosa dare da mangiare ai figli o ai nipotini. Io rispondevo tutto tranne le banane perchè...i paesi africani...lo sfruttamento...l'uso del DDT. Anni dopo nasceva mia figlia, imparò ad amare soprattutto fragole e banane. Oggi di residui nella frutta non si parla più e ho scoperto che è più forte nella gente la volontà di soddisfare il palato e la vista piuttosto che la paura per quello che può succedere consumando una bella e succulenta mela. Venendo ai rifiuti, non vedo sulla questione inceneritore interessi economici così grandi. Si fanno molti più affari con una discarica e il costo di investimento, anche se differito negli anni e quindi per l'azienda molto più comodo, è paragonabile. Il problema vero è che le normative sul loro utilizzo sono e saranno sempre più restrittive e, a breve, in discarica potrà andare solo quello che non può essere riciclato o bruciato (praticamente nulla). In linea con quello che già avviene nei paesi del nord (ricorso alla discarica della Danimarca 1%, paesi bassi 3%, Germania 5%....Italia 60%). La volontà che muove me e anche le Istituzioni è quella di non lasciare l'Umbria senza una soluzione al problema rifiuti. Io sono un fautore della teoria "rifiuti zero", ma sono anche impotente rispetto alla sua affermazione. Personalmente consumo acqua in vetro riutilizzato (come sai non ho l'acquedotto) ma posso fare ben poco per il resto. Dubito fortemente che si facciano passi significativi in questa direzione almeno per i prossimi dieci anni e quindi mi sento il dovere di individuare soluzioni diverse. Ho molto influito nella decisione di non fare in Umbria quello che ho visto fare ad Amburgo o anche nella tanto invocata Hannover (nel termovalorizzatore si brucia il "tal quale") e invece mi sono speso per il modello Capannori dove viene fatta una raccolta differenziata spinta e quello che residua viene inviato parte in discarica e parte alla termovalorizzazione. Sto sbagliando? Può essere ma io ritengo di no.
Ci sono poi interessi da parte delle aziende? Ritengo che per una azienda lavorare e far lavorare i propri dipendenti perseguendo un utile (che in questo settore è teorico del 3-5%, pratico prossimo allo 0) non sia demoniaco. E poi perchè demonizzare l'utile di Gesenu e non quello della signora Poli (o anche di altri)? Simpatica ex sessantottina che caparbiamente ha messo a punto un sistema artigianale di trattamento di una piccolissima parte (che si sceglie lei) dei rifiuti prodotti dal suo ambito operativo e che sta cercando di vendere il suo modello in tutta Italia spacciandolo per sistema risolutivo e utilizzando movimenti vari per fargli da grancassa.
In questi anni ho capito che il confronto (doveroso ed auspicabile) deve essere sostenuto senza la pretesa di imporre le proprie idee e senza la convinzione che Dio stia per forza solo dalla mia parte mentre con tutti gli altri ci sia il demonio.
Spero di vederti presto
Graziano