Forse sembrerà strano, perchè nella risposta dell'assessora Pesaresi alla lettera aperta di Alessandro Vigiani sono contenute molte affermazioni gravi, ma la frase che mi ha colpito di più è “La scarpa vecchia, la spugnetta, i giocattoli dei figli ecc. ecc. o si buttano in discarica o si trattano termicamente.”.

Durante la mia infanzia i miei genitori hanno traslocato almeno cinque volte, ma quando sono nati i miei figli avevo ancora i giocattoli di quando ero piccola, alcuni di legno o di cartone, bellissimi, altri di plastica, meno belli ma comunque carichi di ricordi. I miei bambini hanno giocato con quei giocattoli e ne hanno ricevuti tantissimi nuovi da amici e parenti per il compeanno o da Babbo Natale. Quando sono cresciuti abbiamo regalato molte cose alla scuola materna, alla Caritas, alle iniziative natalizie della Upim e abbiamo tenuto qualcosa. Oggi, quando ci viene a trovare mio nipotino di tre anni e mezzo, ha le sue scatole misteriose da esplorare e ne avrà per tutta la vita, perchè i giochi più belli con cui sono cresciuti i miei figli non riesco proprio a buttarli via.

Nell'incontro di venerdì scorso ci sono stati tantissimi interventi, ma forse nessuno ha messo in luce abbastanza quanto la strategia “rifiuti zero” sia in contrasto con il modello di società consumistico che cerca di trasformare le persone in consumatori. Forse è proprio per questo che non c'è nessun interesse privato a perseguire questa strategia, l'interesse può solo essere collettivo se condividiamo il limiti di un sistema basato sul primato del mercato.