22/12/2024
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Le eco-balle. Prima puntata
sulla distanza incolmabile tra le dichiarazioni ufficiali e i fatti reali

Tutto il gran daffare che si danno l'assessore Pesaresi e il presidente GESENU Antonielli per attivare, per ora solo in alcune zone di Perugia, la raccolta differenziata “porta a porta” è perfettamente inutile. Infatti la raccolta rifiuti “porta a porta” è già pienamente operative dal 2007 in tutto il territorio comunale e per tutte le seguenti categorie: carta, cartone, medicinali, FOU (Frazione Organica Umida), ingombranti, pile e batterie, sfalci verdi, vetro e multimateriale.

Avete letto bene, si tratta di raccolta “porta a porta”, quella che consiste nel ritiro dei rifiuti differeziati in giorni e orari stabiliti, tramite sacchetti di diversi colori posti fuori della porta di casa. Ma come, non ve ne siete accori? Eppure, nel rapporto rifiuti urbani 2007 di ARPA-UMBRIA, dove vengono distinte chiramente le varie modalità di raccolta in “stradale”, “porta a porta” e “a chiamata”, possiamo leggere a pagina 57 che “il Comune di Perugia ha attivato la raccolta porta a porta per 11 frazioni merceologiche”. Quest'ultime sono poi specificate nella tabella 39 di pagina 62 che raggruppa i dati dei comuni compresi nell'ATO 2, tra cui quello di Perugia.

Ho chiesto spiegazioni ai responsabili ARPA i quali mi hanno detto che quei rapporti contengono i dati “non verificati” che i vari gestori hanno comunicato in ottemperanza alle normative vigenti nel 2007. In altre parole ARPA non è responsabile della veridicità dei dati forniti dai i vari gestori. Lo stesso presidente Gesenu Anonielli, a seguito di un breve scambio di battute sull'argomento è “caduto dalle nuvole”. Ora, che quei dati sono fasulli può testimoniarlo qualsiasi cittadino di Perugia. Sorge spontanea la domanda: chi e perchè ha comunicato quei dati? Cosa ha da dire il comune di Perugia in merito?



Roberto Pellegrino - Movimento Perugia Civica

Inserito lunedì 1 novembre 2010


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Commenti

Nome: Roberto Pellegrino
Commento: Nel Ringraziare il presidente Antonielli per la solerte risposta, gli domando per quanto tempo, su quale fetta di popolazione e con quale esito sono stati attivati nel 2007 i “sistemi sperimentali di raccolta porta a porta”. Per quanto riguarda i cittadini “che si ostinano a creare problemi” le suggerisco di fare tesoro delle indicazioni contenute nel Piano Regionale Gestione Rifiuti (pag. 210) ed anche delle esperienze virtuose di realtà italiane ed estere che puntano alla strategia “rifiuti zero”. Apprendiamo infatti che per raggiungere risultati interessanti sia di riduzione rifiuti che di raccolta differenziata è indispensabile l’applicazione della raccolta porta a porta con “tariffazione puntuale”. Quest'ultima è ottenibile mediante vari sistemi come ad esempio la vendita di sacchetti da rifiuti il cui costo costituisce la tariffa di smaltimento, o altri sistemi più tecnologici il cui scopo ultimo è applicare il principio “più rifiuti produci e più paghi”. Inoltre, l’elevata dispersione abitativa che caratterizza il comune di Perugia, indica la presenza di molte abitazioni con giardini. Per moltissime famiglie sarebbe quindi possibile produrre compost e smaltire la frazione umida in giardino. Io stesso da diversi anni smaltisco da solo la frazione umida dei miei rifiuti ma ho sempre dovuto pagare la tariffa piena. Cosa ne pensa?

Nome: Graziano Antonielli
Commento: Quando abbiamo parlato dell'argomento avevo capito che Arpa aveva riportato il dato sulla raccolta differenziata come se fosse stato ottenuto totalmente con la raccolta differenziata porta a porta. Controllando il documento risulta chiaro il fraintendimento. Tutte le aziende o quasi operanti in Umbria hanno attivato dal 2000 in qua sistemi sperimentali di raccolta porta a porta che non si fa solo con il sistema dei sacchi fuori dai portoni o dai cancelli (sistema oggi adottato solo nel centro storico di Perugia dopo essere stato tentato in varie località come i comuni del lago, Bastia ecc.). Questo è il sistema più economico ma genera una serie di disagi (i sacchi si rompono, cani randagi, topi ecc.). Le sperimentazioni hanno dimostrato che il sistema più gradito è quello con i cassonetti affidati alle singole famiglie o ai singoli condomini. Alcune aziende hanno provato anche sistemi misti per raccogliere singole frazioni (es. carta e vetro o carta e multimateriale). Anche a Perugia è stata effettuata una sperimentazione a S.Lucia, S.Vetturino e Toppo Fontanelle. Le aziende operanti nell'ATO 2 hanno agito in sintonia provando i vari sistemi di raccolta porta a porta. A Corciano la TSA ha anche provato la quantificazione dei rifiuti prodotti dalle singole famiglie funzionale al computo individuale della tariffa. Questo spiega il motivo dei dati ARPA. Alla domanda "fate il porta a porta?" si doveva ovviamente rispondere di si perchè era vero, diverso è dire che tutti i quantitativi di raccolta differenziata venivano dal porta a porta. Nel 2007 scadevano i contratti che le aziende avevano con i singoli comuni e la norma imponeva il gestore unico nell'ATO (oggi ATI). Già dal 2006 l'ATO è partito con la predisposizione della gara che poi si è conclusa nel 2009. Dal 1 gennaio 2010 siamo operativi con il nuovo contratto che prevede, per Perugia, l'estensione del sistema porta a porta almeno al 70% della popolazione entro il 2012. Obbiettivo 2010 era il 30% della popolazione. Oggi il sistema è attivo oltre che nelle zone ex sperimentali e nel centro storico anche a Cenerente Canneto ecc. Ramazzano, Casa del diavolo, P.Pattoli mentre è in fase di attivazione a P.Felcino, Mugnano e Fontignano, Castel del Piano e Pila (entro il 31/12/2010. Il sistema che si sta implementando è quello del tris di cassonetti consegnati alle famiglie (carta, rdm e indifferenziato) mentre l'organico è stradale di prossimità (un cassonetto a servizio di otto dieci utenze). In ogni zona che abbiamo attivato c'è stata una risposta pronta e positiva da parte del 30-40% della popolazione (nella proima fase si consegnano i cassonetti e si effettua il doppio servizio). Quando è tutto pronto e si tolgono i cassonetti stradali indifferenziati (costringendo i cittadini ad usare quelli in casa) risponde un altro 30-40% della popolazione. La parte rimanente crea problemi seri per almeno un mese lasciando i sacchetti indifferenziati un po' ovunque. Trascorso tale periodo rimane una percentuale del 5-6% che si ostina a creare problemi (alcuni non accettano nemmeno la consegna dei contenitori).

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