16/07/2024
direttore Renzo Zuccherini

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Gli spazi della città
E' il traffico privato che ha cambiato il nostro orizzonte rubando l'identità a luoghi pensati per altri usi


                                         GLI SPAZI DELLA CITTA'

Piazza IV Novembre non ha un bel nome. La sua identità è legata ad una festa nazionale, è vero, ad una delle poche vittorie del Novecento, ma una data, per quanto importante, non definisce un luogo con una storia così lunga e centro della città. Meglio Piazza Grande o Piazza del Comune, un nome così, senza tempo, le starebbe meglio, ma non è per questo, comunque, che i perugini hanno smesso di frequentarla lasciandola sola, in cima al corso. Piazza IV Novembre è ormai da tempo uno spazio di passaggio per le auto che attraversano il centro o per chi va semplicemente a piedi e deve arrivare a Porta Sole o al Morlacchi. Anche chi frequenta il corso, arrivato davanti al portone del Comune o qualche passo più avanti, poi si ferma. Uno spazio così grande è troppo esposto alla forza delle tramontana o, in estate, al sole. Troppo scomodo e troppo pericoloso per la salute. Meglio evitare.
Sarà per la sua forma sghemba e un po' in salita o chissà per qualche altra ragione, ma questo è. Non succede così in altre città dove il centro è il centro e la piazza è la piazza, ma Perugia è fatta in questo modo, difficile da vivere comodamente e così isolata dal resto del territorio e dalla modernità che fiorisce laggiù nella pianura, dalle parti della stazione o del fiume o lungo le strade che portano lontano, nel contado.
Del resto, come diceva spesso Raffaele Rossi, gli elementi naturali contano molto nella psicologia perugina come contavano per gli antichi fondatori o per i rifondatori medievali che rapportavano "l'irregolare e sinuoso sistema viario al vento e al sole". Oggi Piazza IV Novembre è frequentata più di notte che di giorno, ma dai giovani e dai loro boccali di birra, e spesso è ambita scenografia di importanti eventi come succede in questi giorni per il festival del cioccolato. Location, direbbe chi conosce le lingue. Chi darebbe appuntamento ad un amico in questa piazza? magari in Piazza della Repubblica, in via Mazzini o ai giardinetti di Piazza Italia, ma lassù, in cima al mondo no, non ci penserebbe nessuno. E' così che dalla memoria collettiva sparisce l'immagine della piazza monumentale, luogo indefinito e lontano dalla consuetudine del vivere quotidiano. Del resto, neppure le altre piazze se la passano bene. I mutamenti a cui sono state sottoposte dal cambiare delle stagioni ne hanno fatto un'altra cosa, non più spazi pubblici, di tutti, ma opportunità private, spesso banali parcheggi. E' il traffico privato che ha cambiato il nostro orizzonte rubando l'identità a luoghi pensati per altri usi. Persino Piazza IV Novembre ha perso la sua integrità, trafitta com'è da un corridoio di vasi di ghisa posti così, come spartitraffico, per impedire che le auto si perdano nello spazio pedonale. Questa esigenza di porre ovunque dissuasori di metallo per incanalare e addomesticare il traffico, bloccando il parcheggio selvaggio, è comprensibile, ma non ovunque. Non è più accettabile, per esempio, proprio nella piazza centrale. Piazza IV Novembre andrebbe liberata da tutto, è un suo diritto mostrarsi per quella che è, una delle piazze più belle e importanti d'Italia. Basterebbe un vigile. Ora si parla addirittura di un pilomat per bloccare gli automezzi in corso Vannucci. L'intenzione è giusta, ma in quella piazza non si dovrebbero più piantare oggetti di metallo, totem invasivi. Anche per Piazza Matteotti si parla di altri dissuasori e poi in chissà quali altri posti mentre manca un'idea complessiva nell'uso degli spazi del centro antico e nella stessa disciplina del traffico. E' ora di scegliere, non di sperimentare.
C'è, nel palazzo, un po' di confusione. Da una parte la volontà di migliorare le cose, dall'altra la difficoltà a capire come si possano davvero migliorare. Un esempio. Via della Viola che più che una via è un vicolo che un'auto fatica a percorrere, soprattutto se ci sono delle persone che, camminando, occupano lo stesso spazio, è stata riaperta al traffico, sia pure con gli orari Ztl. Tutto questo non ha senso, soprattutto se si tiene conto delle iniziative dei residenti, quelli che ci abitano davvero, che hanno ripetutamente invitato l'amministrazione comunale a lasciarla pedonale. Da via della Viola arriva davvero un brutto segnale. Altro esempio. In  Campo Battaglia è stato rifatta la piazzetta in pietra serena. Giusto lasciarla libera dalle auto in sosta, ma ai residenti andrebbe comunque consentito l'accesso, il carico e scarico, diciamo, familiare ed anche la possibilità di trovare un parcheggio da qualche altra parte. Piccoli problemi crescono. Amministrare è complicato, figuriamoci, ma si dovrà almeno cercare di farlo mettendo davvero dei paletti, non quelli di ghisa, attorno a un'idea coerente.
C'è, infine, ancora del tutto aperto il problema del mercato coperto, al Pincetto. Dopo le osservazioni niente affatto secondarie di diverse sovrintendenze i tecnici hanno rivisto il progetto che trasforma il vecchio impianto in un centro commerciale. Le modifiche sono davvero marginali e di carattere sostanzialmente estetico. Basteranno? difficile crederci. C'è, tra le altre cose, la conferma della destinazione d'uso dello splendido scenario dei tre arconi. Si continua a insistere sulla gastronomia, tre ristoranti di fila. Una spazio enorme, che potrebbe contenere quasi tutti gli esercizi esistenti nel centro, quando sarebbe persino ovvio pensare ad un uso pubblico. Le destinazioni potrebbero essere molteplici, ancor più vaste della fantasia di un bambino. Abbiamo tante opportunità. Vediamo se tutte insieme faranno una città o, almeno, qualcosa che le somigli.
                                                                                                                                              renzo.massarelli@alice.it
(pubblicato sabato 16 ottobresul Corriere dell'Umbria)



Renzo Massarelli


Inserito lunedì 18 ottobre 2010


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