Le colline insensibili che riempiono il cielo sono vive nell'alba, poi restano immobili come fossero secoli, e il sole le guarda. Ricoprirle di verde sarebbe una gioia e nel verde, disperse, le frutta e le case. Ogni pianta nell'alba sarebbe una vita prodigiosa e le nuvole avrebbero un senso.
Non ci manca che un mare a risplendere forte e inondare la spiaggia in un ritmo monotono. Su dal mare non sporgono piante, non muovono foglie: quando piove sul mare, ogni goccia è perduta, come il vento su queste colline, che cerca le foglie e non trova che pietre. Nell'alba, è un istante: si disegnano in terra le sagome nere e le chiazze vermiglie. Poi torna il silenzio.
Hanno un senso le coste buttate nel cielo come case di grande città? Sono nude. Passa a volte un villano stagliato nel vuoto, così assurdo che pare passeggi su un tetto di città. Viene in mente la sterile mole delle case ammucchiate, che prende la pioggia e si asciuga nel sole e non dà un filo d'erba.
Per coprire le case e le pietre di verde - sì che il cielo abbia un senso - bisogna affondare dentro il buio radici ben nere. Al tornare dell'alba scorrerebbe la luce fin dentro la terra come un urto. Ogni sangue sarebbe più vivo: anche i corpi son fatti di vene nerastre. E i villani che passano avrebbero un senso.