I fatti e le chiacchiere
riflessioni sulla vicenda del Mercato Coperto
E' un fatto che il piano inferiore del
Mercato Coperto è stato svuotato delle ultime attività commerciali
di ortofrutta superstiti, che sono state trasferite al piano
superiore, come previsto da una delibera di giunta comunale del
giugno scorso. Una decisione di buon senso che avrebbe potuto esser
presa molto tempo fa ma che, a pochi giorni dalla conclusione della
conferenza di servizi preliminare al megaprogetto di riqualificazione
dell'edificio e dell'area circostante, non brilla certo per il
tempismo.
“... chiudono tutto per risparmiare
sulla corrente e sulle pulizie … “- “... venderanno il piano
inferiore ad un centro commerciale...” - “... - i box rimasti
liberi al piano di sopra non verranno assegnati, dovrebbero metterci
i prodotti tipici ...” - sono le risposte che improvvisano alcuni
operatori interrogati dai clienti, ma certo queste sono chiacchiere
da mercato.
Un fatto invece è che gli operatori,
che dovendo spostarsi al piano superiore hanno voluto adeguare gli
impianti elettrici dei box alle normative e dare ai banchi un aspetto
dignitoso, hanno dovuto farlo di tasca propria e le spese non
verranno nemmeno scalate dall'affitto.
E' strano che l'Amministrazione
perugina quando pensa a collaborazioni tra pubblico e privato si
indirizzi preferibilmente verso imprese di grandi dimensioni, magari
con centri decisionali lontani dal territorio, mentre non vengono
prese in considerazione e incentivate le iniziative dei piccoli
imprenditori locali.
Altro fatto molto dibattuto è il
“provvedimento finale di conclusione del procedimento relativo alla
conferenza di servizi preliminare sul project financing del mercato
coperto ed opere preliminari” contenuto nella determinazione
dirigenziale n.38 del 27/07/2010.
Proprio in questi giorni il nostro sito
ha ospitato una lettera aperta indirizzata al Sindaco da parte di un
gruppo di cittadini che chiedevano la possibilità di visionare anche
questo tipo di atti come già avviene per le delibere di giunta e
consiglio (a meno degli allegati n.d.r.).
Se la trasparenza è uno dei
presupposti indispensabili per una partecipazione democratica non
solo formale alle scelte per la città, la consultazione degli atti
amministrativi, ancorchè non prescritta per legge, dovrebbe essere
garantita da un'amministrazione che afferma il valore della
partecipazione. Tanto più dovrebbe esserlo per atti significativi,
che riguardano interventi sul patrimonio architettonico e
paesaggistico della città, considerati giustamente strategici per
il futuro di Perugia. E ancor più dovrebbe esserlo per un atto che è
stato oggetto di interpretazioni opposte da parte di Italia Nostra e
del Comune.
Lasciando a ciascun lettore
la propria interpretazione, esprimiamo le nostre principali
perplessità.
Se “Nelle procedure di
realizzazione di opere pubbliche e di interesse pubblico, la
conferenza di servizi si esprime sul progetto preliminare al fine di
indicare quali siano le condizioni per ottenere, sul progetto
definitivo, le intese, i pareri, le concessioni, le autorizzazioni,
le licenze, i nullaosta e gli assensi, comunque denominati, richiesti
dalla normativa vigente”, era opportuno dalla prima
convocazione del 18 gennaio arrivare al 29 giugno perchè la
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Umbria
evincesse “un
giudizio complessivamente e mediamente favorrevole, subordinato al
soddisfacimento di determinate condizioni” sugli
“ultimi
aggiornamenti già prodotti in conferenza dei servizi”,
data la “situazione
fortemente degradata che non può ulterirmente rimanere irrisolta”
? In cosa consiste la “proposta
di aggiornamento progettuale del progetto preliminare di che
trattasi, presentata dal promotore Nova Oberdan s.p.a. con nota prot.
n. 114095 del 16/06/2010”
e perchè non è allegata alla pratica?
Chi
e come “assume
la responsabilità delle valutazioni relative all'equilibrio statico
d'insieme e dell'area in forte pendenza e alla stabilità degli
scoscendimenti e dei manufatti ivi esistenti”
dato che la Sopraintendenza per i beni architettonici e
paesaggistici, quella per i beni archeologici la Direzione regionale
per i beni culturali e paesaggistici dell'Umbria “vanno
esplicitamente sollevate, nel corso del procedimento, da ogni
responsabilità e valutazione connessa”?
Ed
infine, dati tutti i vincoli emersi in conferenza di servizi, il
project financing sarà ancora economicamente sostenibile per un
eventuale partner privato?
Angela Cataliotti
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