16/07/2024
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I fatti e le chiacchiere
riflessioni sulla vicenda del Mercato Coperto

E' un fatto che il piano inferiore del Mercato Coperto è stato svuotato delle ultime attività commerciali di ortofrutta superstiti, che sono state trasferite al piano superiore, come previsto da una delibera di giunta comunale del giugno scorso. Una decisione di buon senso che avrebbe potuto esser presa molto tempo fa ma che, a pochi giorni dalla conclusione della conferenza di servizi preliminare al megaprogetto di riqualificazione dell'edificio e dell'area circostante, non brilla certo per il tempismo.

“... chiudono tutto per risparmiare sulla corrente e sulle pulizie … “- “... venderanno il piano inferiore ad un centro commerciale...” - “... - i box rimasti liberi al piano di sopra non verranno assegnati, dovrebbero metterci i prodotti tipici ...” - sono le risposte che improvvisano alcuni operatori interrogati dai clienti, ma certo queste sono chiacchiere da mercato.

Un fatto invece è che gli operatori, che dovendo spostarsi al piano superiore hanno voluto adeguare gli impianti elettrici dei box alle normative e dare ai banchi un aspetto dignitoso, hanno dovuto farlo di tasca propria e le spese non verranno nemmeno scalate dall'affitto.

E' strano che l'Amministrazione perugina quando pensa a collaborazioni tra pubblico e privato si indirizzi preferibilmente verso imprese di grandi dimensioni, magari con centri decisionali lontani dal territorio, mentre non vengono prese in considerazione e incentivate le iniziative dei piccoli imprenditori locali.

Altro fatto molto dibattuto è il “provvedimento finale di conclusione del procedimento relativo alla conferenza di servizi preliminare sul project financing del mercato coperto ed opere preliminari” contenuto nella determinazione dirigenziale n.38 del 27/07/2010.

Proprio in questi giorni il nostro sito ha ospitato una lettera aperta indirizzata al Sindaco da parte di un gruppo di cittadini che chiedevano la possibilità di visionare anche questo tipo di atti come già avviene per le delibere di giunta e consiglio (a meno degli allegati n.d.r.).

Se la trasparenza è uno dei presupposti indispensabili per una partecipazione democratica non solo formale alle scelte per la città, la consultazione degli atti amministrativi, ancorchè non prescritta per legge, dovrebbe essere garantita da un'amministrazione che afferma il valore della partecipazione. Tanto più dovrebbe esserlo per atti significativi, che riguardano interventi sul patrimonio architettonico e paesaggistico della città, considerati giustamente strategici per il futuro di Perugia. E ancor più dovrebbe esserlo per un atto che è stato oggetto di interpretazioni opposte da parte di Italia Nostra e del Comune.

Lasciando a ciascun lettore la propria interpretazione, esprimiamo le nostre principali perplessità.

Se “Nelle procedure di realizzazione di opere pubbliche e di interesse pubblico, la conferenza di servizi si esprime sul progetto preliminare al fine di indicare quali siano le condizioni per ottenere, sul progetto definitivo, le intese, i pareri, le concessioni, le autorizzazioni, le licenze, i nullaosta e gli assensi, comunque denominati, richiesti dalla normativa vigente”, era opportuno dalla prima convocazione del 18 gennaio arrivare al 29 giugno perchè la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Umbria evincesse “un giudizio complessivamente e mediamente favorrevole, subordinato al soddisfacimento di determinate condizioni” sugli “ultimi aggiornamenti già prodotti in conferenza dei servizi”, data la “situazione fortemente degradata che non può ulterirmente rimanere irrisolta” ? In cosa consiste la “proposta di aggiornamento progettuale del progetto preliminare di che trattasi, presentata dal promotore Nova Oberdan s.p.a. con nota prot. n. 114095 del 16/06/2010” e perchè non è allegata alla pratica?

Chi e come “assume la responsabilità delle valutazioni relative all'equilibrio statico d'insieme e dell'area in forte pendenza e alla stabilità degli scoscendimenti e dei manufatti ivi esistenti” dato che la Sopraintendenza per i beni architettonici e paesaggistici, quella per i beni archeologici la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell'Umbria “vanno esplicitamente sollevate, nel corso del procedimento, da ogni responsabilità e valutazione connessa”?

Ed infine, dati tutti i vincoli emersi in conferenza di servizi, il project financing sarà ancora economicamente sostenibile per un eventuale partner privato?




 





Angela Cataliotti

Inserito martedì 28 settembre 2010


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