RIFIUTI: “IL PIANO NON PUO’ ESSERE APPLICATO A PEZZI”
DOTTORINI (IDV) INVITA A SPERIMENTARE IL MODELLO ‘VEDELAGO’ E A SCONGIURARE IL PERICOLO DELL’ARRIVO DI MATERIALE DA FUORI REGIONE
“Sarebbe avventato pensare
all'ampliamento delle discariche della regione senza avere prima definito e
verificato l'applicazione delle misure di contenimento, differenziazione
spinta e corretta gestione previste dal Piano regionale dei rifiuti. Un Piano
che non può essere applicato a pezzi e senza aver fatto tutto quanto
necessario per garantire la massima sicurezza ai cittadini”. È quanto
scrive, in una nota, il capogruppo dell’Italia dei valori, Oliviero
Dottorini per il quale “è tutta da verificare, per esempio, l’efficacia
delle modalità di contenimento dei rifiuti e raccolta differenziata che i
singoli comuni e le aziende di gestione stanno mettendo in atto. Non ci
risulta, per esempio, - spiega - che la raccolta differenziata stia
procedendo in maniera uniforme e corretta su tutto il territorio regionale,
così come pare allontanarsi l’ipotesi di sperimentare metodi di
preselezione sul modello Vedelago (Comune del Trevigiano dove si stanno
sperimentando forme avanzate di gestione dei rifiuti ndr). Tutta
l’attenzione si concentra sulle discariche e sull’inceneritore. Il che è
molto grave”. Queste affermazioni di Dottorini rappresentano il commento
alla risposta da parte della Giunta regionale ad una sua interrogazione,
presentata nello scorso mese di giugno, in merito al nuovo Piano dei rifiuti,
alla sperimentazione di sistemi avanzati di trattamento e pretrattamento e
alla situazione delle discariche in Umbria.
“Nella risposta alla interrogazione – spiega il capogruppo dell’Idv -
ci si dice che, per quanto riguarda i rifiuti speciali, il rispetto del
principio di prossimità non può ledere il diritto di iniziativa privata.
Noi riteniamo invece che il Piano dei rifiuti parli chiaro e che la Regione
debba adoperarsi perché non si ricorra né all’esportazione, né
all’importazione di rifiuti. Ci si dice inoltre – aggiunge - che
relativamente alla sperimentazione di modelli innovativi, come quello di
Vedelago, la competenza è degli Ati. Come se la Regione potesse
disinteressarsi della questione. Noi riteniamo invece che sia arrivato il
momento di valutare la possibilità di ospitare impianti avanzati di
trattamento dei rifiuti in modo meccanico-biologico sul modello Vedelago,
centro che dal 1999 gestisce un impianto di stoccaggio e selezione meccanica
di rifiuti con livelli di differenziazione elevatissimi, alte performance di
rendimento e massima compatibilità ambientale. Non ci risulta che gli Ati
prendano in considerazione questa esigenza. Il che è, a nostro avviso, molto
grave”.
“Riguardo ai controlli – aggiunge ancora Dottorini – ci si dice che
quelli di routine sono stati fatti e che non risultano segnalazioni di
illegalità, ma si evita di rispondere in merito all’intenzione di
instaurare da subito meccanismi di controllo, informazione e partecipazione
per quanto riguarda il sistema di monitoraggio delle discariche esistenti e
oramai giunte al limite della loro funzionalità. Belladanza a Città di
Castello e le Crete ad Orvieto – osserva - devono dotarsi di strumenti di
monitoraggio moderni, che rendano possibile un reale controllo da parte dei
cittadini attraverso la rete, in modo da eliminare quelle barriere
burocratiche che hanno determinato fino ad ora un distacco sociale tra
cittadini e pubblica amministrazione. La Regione – continua Dottorini -
dovrebbe informare i cittadini in maniera trasparente sullo stato effettivo
dei controlli e del monitoraggio delle discariche, a iniziare da quelle di
Orvieto e Città di Castello. Dall’assessore Rometti, invece, riceviamo
solo risposte evasive che non ci rassicurano rispetto alla effettiva
attivazione di sistemi di monitoraggio continui che garantiscano, anche con
forme di partecipazione e informazione costante, le popolazioni sotto il
profilo della inesistenza di problemi o rischi per la salute o per
l'ambiente”.
Per Dottorini, in conclusione, “è necessario intensificare i controlli
sulle stazioni di trasferenza per scongiurare il pericolo dell'arrivo dei
rifiuti, anche speciali, da fuori regione in palese contrasto con il
principio di 'prossimità' e autosufficienza, cardine del nuovo Piano dei
rifiuti”
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