14/08/2024
direttore Renzo Zuccherini

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Bruciare rifiuti è bruciare ricchezza, inquinare il territorio, minacciare la salute
Nessun vantaggio e tanti danni. Ma il presidente umbro di Confindustria vede solo gli affari (di chi?: il cattivo affare, per tutti, è proprio l’incenerimento dei rifiuti)


Il presidente degli industriali Umbro Bernardini rilancia la proposta di utilizzare i cementifici per bruciare i rifiuti indifferenziati: dopo averci rassicurato che sì, certo, “la priorità è aumentare la raccolta differenziata”, si affretta ad aggiungere che “dobbiamo fare i conti con la realtà: fino a quando questa resta ancora in percentuale bassa dobbiamo pensare dove e come smaltire quel 30-40 per cento di indifferenziato”. E, ovviamente, l’unica soluzione è bruciarlo. A questo punto, però, Bernardini vira decisamente in favore delle cementerie: “non siamo contrari agli inceneritori. Ma costruirne uno quanto ci costerebbe in termini di tempo e di risorse? E poi una volta realizzato dovremmo smaltire anche l'immondizia che viene da fuori regione per ammortizzare i costi di produzione”.
E così facendo, per appoggiare la proposta delle cementerie, non esita a rivelare il segreto di Pulcinella: un inceneritore a Perugia, oltre ad avere un costo elevato, non serve a Perugia, ma serve ad attrarre rifiuti da altre regioni. E’ ciò che sostengono gli ambientalisti, e noi con loro: ma il presidente Bernardini usa questi argomenti per sostenere che i rifiuti (quali? provenienti da dove?) devono essere bruciati nelle cementerie.
Sembra di vedere emergere, in questo intervento di Bernardini, un episodio del vasto lavorìo che si sta facendo intorno al tema dell’incenerimento dei rifiuti: un affare di grandi dimensioni per le aziende che riusciranno ad entrarvi, anche se altrettanto non si può dire per i cittadini che dovranno subirlo.
Ma la logica non aiuta i sofismi retorici: il cattivo affare, per tutti, è proprio l’incenerimento dei rifiuti. Abbiamo più volte spiegato che si possono incenerire solo le materie combustibili: sembra lapalissiano, ma molti continuano a far finta di non cogliere il nesso logico. Se la raccolta differenziata toglie dai cosiddetti “rifiuti” sia l’umido (i residui organici) che i materiali combustibili (carta, plastica, legno...), l’indifferenziato che ne risulta non solo è poca cosa, ma soprattutto è cosa non combustibile. Ma un impianto di combustione, una volta avviato, qualcosa deve pur bruciare: come dire che, se si cominciano a bruciare i rifiuti, la raccolta differenziata non potrà mai raggiungere percentuali elevate.
E abbiamo più volte spiegato che invece la raccolta differenziata, puntando a riutilizzare materiali preziosi, porta a un sostanziale guadagno per la collettività che raccoglie e differenzia: un guadagno da cui potrà derivare un abbassamento delle tariffe pagate dai cittadini. L’incenerimento distrugge quei materiali, cioè distrugge ricchezza: in cambio, arricchisce i pochi che ci guadagnano, a spese dei cittadini.
Il dibattito, allora, non è tra sostenitori delle cementerie e sostenitori dell’impianto nuovo. Il dibattito è tra chi vuole speculare sui rifiuti bruciandoli, e chi invece vuole operare per ridurre i rifiuti, recuperare i materiali, restituire priorità all’interesse pubblico (a cominciare dalla salute).

Intanto, registriamo la risposta del consigliere regionale Paolo Brutti alla posizione di Bernardini: ''La servile idea di Bernardini - dice Brutti - non solo è esclusa dal Piano regionale dei rifiuti ma contrasta nettamente con la tutela della salute pubblica. Ai cementifici, infatti, è concessa una soglia maggiore di produzioni di diossine rispetto agli stessi termovalorizzatori, con un impatto ambientale disastroso una volta inseriti nel ciclo dello smaltimento dei rifiuti. Questo senza contare il dispendio di denaro pubblico per risarcire i già munifici cementieri di casa nostra in cambio del servizio reso. Noi che dovremmo fare dell’economia verde il nostro cavallo di battaglia, ci scontriamo con una Confindustria filocementiera e, neanche a dirlo, nuclearista. Consigliamo maggiore prudenza al novizio presidente Bernardini, solito presentarsi come 'uomo del fare'. Disastri, temiamo''.




Inserito venerdì 24 settembre 2010


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