Processo Brushwood: tredicesima udienza
Michele: “Speriamo di vedere almeno noi giustizia, di non morire – ovviamente di vecchiaia
– prima della fine di questo processo
Udienza brevissima questa mattina. La Corte, il PM e gli avvocati non hanno potuto fare altro che prendere atto del fatto che le intercettazioni che andavano trascritte entro il 21 agosto non erano ancora disponibili. Sono stati quindi concessi al perito ulteriori 60 giorni. La prossima udienza è stata fissata per il 19 ottobre, ma è probabile che verrà anch’essa rinviata in attesa delle trascrizioni delle intercettazioni. La vera e propria ripresa di questo processo che non riesce a trovare fine sarà quindi il 18 gennaio 2011.
Sono state rigettate tutte le richieste del PM Manuela Comodi in merito alla perizia calligrafica: non è stata al momento accettata quella di parte dell’Accusa, arrivata fuori tempo massimo per i legali degli imputati, e non ne è stata disposta una nuova dalla Corte, decidendo che se ne dovrà discutere solo dopo la conclusione delle trascrizioni, quindi probabilmente il prossimo anno.
Dentro e fuori l’aula qualche decina di solidali si sono dati appuntamento, questa volta non solo per esprimere la loro vicinanza ai giovani spoletini imputati, ma anche per ricordare Fabrizio Reali, morto lo scorso 23 giugno. Al presidio sono sventolate le bandiere anarchiche e quelle dei Cobas, è stato fatto un fitto volantinaggio all’ombra di uno striscione con su scritto “FABRIZIO ASPETTA GIUSTIZIA”.
Fabrizio era uno dei 5 arrestati. Ha passato 2 durissime settimane in isolamento totale e qualche altro giorno ai domiciliari. Uscito molto presto dall’inchiesta, non ha mai però avuto davvero giustizia. Il PM infatti non ha nemmeno chiesto il rinvio a giudizio, dimostrando quanto fosse del tutto gratuito il suo arresto. Ma non ha nemmeno archiviato la sua posizione.
Proprio dedicate a Fabrizio sono state le parole di Michele Fabiani dopo la fine dell’udienza, rivolgendosi ai solidali e ai microfoni del telegiornale regionale di Rai3:
“ La tragica morte di Fabrizio è stato l’ultima violenza cominciata con questa inchiesta. Ora questa farsa sarà per sempre macchiata di sangue. E’ morto nel limbo di chi non è né assolto né processato. E’ morto senza vedere giustizia, senza una parola di scuse né una lira di risarcimento”. Ha concluso Michele con amaro sarcasmo: “Speriamo di vedere almeno noi giustizia, di non morire – ovviamente di vecchiaia il più tardi possibile!!! – prima della fine di questo processo lunghissimo”.
P.S.
Ricordiamo alle tante persone che sono interessate a questo processo che le prossime udienze, essendo completati i lavori di ristrutturazione, si svolgeranno non più in via Bramente, ma nella sede storica del tribunale ternano in Corso del Popolo.