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14 settembre 1860: Perugia liberata dal dominio pontificio
14 settembre 1860: Perugia liberata dal dominio pontificio
Verso il XX Giugno 2011 e i 150 anni dell'Unità d'Italia - Note di Vanni Capoccia
(nella foto, Porta S. Antonio con la lapide per la liberazione di Perugia)
Verso il XX Giugno 2011 e i 150 anni dell'Unità d'Italia
Perugia, XIV Settembre 1860
Il 14 settembre 1860 le truppe del generale De Sonnaz entrarono in Perugia da porta S. Margherita, ponendo termine alla lunga lotta di liberazione dalla dominazione pontificia che il 20 giugno 1859 era culminata con quelle stragi, che tanta eco avevano avuto in ambito italiano e internazionale e si erano rivelate più utili di una vittoria per la politica di Cavour. Due giorni dopo in città giunge il marchese Gioacchino Napoleone Pepoli, il commissario generale designato a reggere le province umbre, che il 21 ottobre indice il plebiscito per l'annessione al Regno d'Italia. Alberto Grohmann, L'unificazione, in Alberto Grohmann (a cura di) Perugia, Laterza, Bari,1990.
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La liberazione di Perugia fu funestata dal caso Santi. Il 14 settembre, da una finestra di una casa o da un vicolo adiacente la Chiesa di San Donato in Via Vecchia, partì una fucilata che uccise il capo tamburo dei granatieri piemontesi. I commilitoni, in base alla indicazione di una sola persona, arrestarono il parroco Don Baldassarre Santi, che finì davanti ad un improvvisato tribunale di guerra. Il sacerdote certamente conosceva chi era stato a compiere il gesto sconsiderato; ma per la veste che portava non poteva fare una simile delazione. Fu condannato a morte, ed il 15 settembre mattina, condotto a capo del Corso, ove si recò leggendo serenamente il breviario. Prima di morire gli fu chiesto se avesse desiderato qualche cosa e rispose: Lasciatemi finire le orazioni. Una scarica lo abbatté fra gli urli inumani della folla che assisteva. La sorella del prete, che viveva con lui, impazzì dal dolore, e finì i suoi giorni al manicomio. Ottorino Gurrieri, Storia di Perugia, Edizioni Grafica, Perugia 1974
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Con Domenico Lupattelli – popolano perugino
Perugia, 12 Settembre 1868
Il monumento funebre ai martire del XX Giugno nel Cimitero monumentale di Perugia custodisce anche le ceneri di Domenico Lupattelli, popolano perugino fucilato assieme ai Fratelli Bandiera il 1844 a Cosenza.
Il 12 settembre 1868 le sue ceneri vennero riportate a Perugia e Luigi Bonazzi terminò così il suo discorso funebre:
“Ora va, buon popolano a proseguire il tuo sonno di morte con gli altri nostri martiri. Se diverse sono le vittime, uno è il carnefice, il dispotismo e le armi che vi uccisero le benedisse tutte il pontefice.”
PS: Cliccate guardate la bellissima lapide e leggete il testo "lievemente" anticlericale
Il Monumento ai caduti del XX Giugno, al Cimitero di Perugia
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Via 14 settembre ricorda il 14 settembre 1860, giorno in cui Perugia fu liberata e questo nome le fu dato nel 1871. Nel fatto d’arme caddero 11 militari piemontesi ricordati in una iscrizione al cimitero di Perugia:
LA LIBERAZIONE DI PERUGIA
DAL SECOLARE DOMINIO DEI PAPI
BREVE, MA RICORDEVOLE IMPRESA
DELLE ITALIANE MILIZIE
COSTO’ LA VITA
NEL XIV SETTEMBRE MDCCCLX
AI VALOROSI
TANCREDI RIPA DI MEANA CAPITANO
ZAMBERTO TAMBURO MAGGIORE
RICCHIARDINO E SCANO CAPORALI
CARMINATI E GENONI CANNONIERI
RE ED ORSI BERSAGLIERI
BRAMBILLA, CERRUTI E RESTELLI GRANATIERI
O EROI DEL NOSTRO RISCATTO
VIVRETE NEL CUORE DEI PERUGINI
MENTRE CHE DELLA RICONQUISTATA LIBERTÀ
DURI LA MEMORIA
DECRETO COMUNALE XX GIUGNO MDCCCLXXXIX
Giuseppe Donati, Perugia guida toponomastica, Perugia, 1993.
La lapide di Porta S. Antonio
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Verso il XX Giugno 2011 e i 150 anni dell’Unità d’Italia
Perugia, XIV Settembre 1860
Ma Schmidt, che rientrando la mattina a Perugia, credeva ancora di aver a che fare con bande di volontari, ora che sa di avere davanti un esercito regolare, chiede di parlamentare. […] Le trattative, peraltro, si dilungano per sempre nuovi cavilli. S’intromette il comandante di corpo d’armata Della rocca che è sopraggiunto […] tira fuori l’orologio: “Sono le cinque. Alle cinque e tre quarti apro il fuoco” dice. […]
Scaduto il tempo, i cannoni tuonano (tra i cannonieri c’è Dante Monti che carica il suo pezzo come un energumeno. L’anno innanzi gli hanno ammazzato proprio qui a San Pietro il fratello Nicola) . Dopo un quarto d’ora di musica: nuova bandiera bianca. Schimdt accetta tutto […] verrà avviato quella sera stessa in carrozza chiusa verso il Piemonte per sottrarlo all’ira dei perugini. I quali peraltro sono troppo occupati a strapparsi chi un granatiere, chi un bersagliere da portare a cena, per ripensare, almeno in quella prima notte di vita nuova, ai morti ormai lontani.
Uguccione Ranieri di Sorbello, Perugia della bella epoca, Volumnia editrice, Perugia, 1970.