16/07/2024
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Se lo spacciatore è on line


Durante il recente dibattito sul centro storico il traffico degli stupefacenti è stato spesso ridotto ad un problema di ordine pubblico.
La notizia riportata in questi giorni dalle pagine di cronaca locale, che ci parla di spacciatori e consumatori bambini, che commerciano la roba seduti al computer al sicuro delle loro camerette e se la scambiano tra i banchi di scuola, ci illumina su quanto la nostra percezione della sicurezza e del suo contrario sia spesso lontana dalla realtà.
Mi chiedo allora se sia più pericoloso incontrare spacciatori per via o essere immersi in un ambiente sociale e culturale che spinge al consumismo sfrenato di qualsiasi "prodotto", che ci vuole euforici o rilassati in base alla circostanza e non al nostro umore, che snatura le relazioni umane a transazioni commerciali.
Mi chiedo se c'è qualcuno  che pensa veramente che il contrasto al traffico delle droghe possa essere fatto solo con la repressione del piccolo spaccio di strada,
quando c'è una fetta larghissima dell'economia mondiale, più o meno criminale, che si regge sugli stupefacenti e che usa ed userà tutti i mezzi a sua disposizione
per  accrescere i suoi profitti.
La Commissione Globale sulle Politiche delle droghe suggerisce oggi di intraprendere azioni che inducano una riduzione della domanda: azioni che vanno dall'informazione alla proposta di modelli sociali alternativi al consumismo, azioni che, diversamente da quelle di contrasto all'offerta che per le dimensioni del fenomeno richiede un approccio globale, dovrebbero essere pensate localmente, azioni rispetto alle quali la nostra politica è colpevolmente distratta.



Angela Cataliotti

Inserito mercoledì 8 settembre 2010


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