22/12/2024
direttore Renzo Zuccherini

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Porta a porta
Ha senso costruire termovalorizzatori e fare nello stesso tempo anche la raccolta differenziata? Sembrerebbe di no perché i forni utilizzano, per funzionare, lo stesso materiale che noi cerchiamo di recuperare. E' evidente che se c'è un bruciatore, l'interesse a fare anche la raccolta differenziata è uguale a zero

 

Ormai ci siamo, domani si parte, anche se non dovremo necessariamente uscire di casa ma solo collocare un sacchetto colorato davanti alla porta o, più precisamente, sul marciapiede, oltre il portone di ingresso. Non si tratta quindi di un sistema di raccolta porta a porta perché nessuno verrà a suonare il nostro campanello, ma di qualcosa che gli somiglia. Ancora una volta conterà il nostro senso civico, la responsabilità consapevole di ogni famiglia, perché abbandonare i rifiuti dove capita sarà sempre possibile, così come, sino a oggi, si poteva rendere inutile l'impegno di molti buttando bottigliette nel cassonetto dell'organico. Questa, probabilmente, sarà la sfida più significativa perché si comincia dal centro storico, cioè dal posto più difficile, dove già nel passato esperimenti simili non hanno prodotto risultati particolarmente incoraggianti. Va bene, da qualche parte si dovrà pur cominciare. Basta sapere però che nella zona antica della città ci sono pochi residenti stabili e molti altri più o meno stagionali, come giovani studenti o immigrati, poi ci sono i turisti e ancora i padroni della notte che arrivano, consumano e poi ripartono. Questo modo di vivere la città non favorisce il senso di appartenenza, l'interesse a rispettare un luogo che non si sente proprio. Ci vuole tempo per sentirsi legato ad una città che non si conosce.
Comunque, ora, si parte. Vedremo quanti sacchetti ci saranno davanti ai condomini e quanto tempo resteranno al loro posto, dopo le dieci di sera, prima che arrivi la Gesenu. Diciamo la verità, questa storia della raccolta differenziata un po' preoccupa anche chi la fa già da tempo con il sistema dei cassonetti che ora, finalmente, spariranno. La vecchia raccolta si poteva fare in libertà, secondo ritmi e orari più comodi e personali. Adesso ci toccherà guardare il calendario e l'orologio e scegliere i sacchetti di plastica con più attenzione. Cosa c'è oggi da conferire, l'organico o il multimateriale? Buttare l'immondizia, questo si diceva una volta. Buttare. E dove? già, dove e perché? Adesso abbiamo le idee un po' più chiare, ma resta sempre quel desiderio di liberarsi di ciò che resta dei nostri consumi senza tanti problemi. In realtà, dietro ogni nostro gesto consapevole c'è il desiderio di vivere in una città più ordinata e più pulita, ma anche dove  non c'è solo chi pulisce ma anche chi sporca. Per questo vorremmo sapere chi rende irrespirabile l'aria di certi vicoli, chi lascia abbandonati i bisogni del proprio cane, chi riempie le piazze della città di bicchieri e bottiglie vuote. La Gesenu non dovrebbe pulire per alcuni giorni le scalette, per dire, del Duomo per vedere poi l'effetto che fa. Magari si potrà capire meglio qual è il nostro modo di usare la città e suscitare una giusta e sana ribellione.
Dove vanno a finire i nostri rifiuti? un po' lo sappiamo, un po' facciamo finta di non saperlo. Qualcuno ci penserà. Adesso, se tutto va per il meglio, il contenuto delle nostre buste verrà riciclato in misura maggiore che non nel passato, quindi meno materiale in discarica. A questo appuntamento con la raccolta differenziata porta a porta arriviamo però con molto ritardo e con le discariche quasi esauste. Cosa succederà nel tempo a venire? generalmente chi governa le istituzioni pensa agli inceneritori, anche se oggi  si preferisce chiamarli termovalorizzatori. Gli inceneritori, se non stanno vicino casa, vanno benissimo perché comunicano una illusione molto piacevole. I rifiuti entrano nella camera di combustione e spariscono. Ma non spariscono, questo è il problema o, meglio, è questa una elementare legge della fisica che ci ricorda, dai tempi del liceo, che nulla si crea o anche, al contrario, si cancella, e tutto si trasforma. Così capita ai rifiuti bruciati. Si trasformano in cenere e altro materiale dal peso esatto del rifiuto che l'ha prodotta. Questa cenere, in parte diventa fumo composto da particelle finissime, 2,5 micron, che attraversa liberamente i filtri degli impianti di combustione, quelli di controllo e anche i nostri polmoni e in parte resta quello che è. Cenere da smaltire, in discarica. Ha senso costruire termovalorizzatori e fare nello stesso tempo anche la raccolta differenziata? Sembrerebbe di no perché i forni utilizzano, per funzionare, lo stesso materiale che noi cerchiamo di recuperare. Hanno bisogno di una quantità di rifiuti più grande di quanto riesce a produrne tutta l'Umbria. E' evidente che se c'è un bruciatore, l'interesse a fare anche la raccolta differenziata è uguale a zero.
Allora perché costruiscono i bruciatori? perché li paghiamo noi con una addizionale nella bolletta dell'Enel i cui proventi diventano finanziamenti per i cacciatori di bonus energetici, insomma per chi costruisce gli impianti. A Perugia ci stanno pensando, perché da noi e certo non solo da noi ma un po' ovunque, non si amministra guardando al futuro ma solo al presente e alle esperienze del passato. Ricicliamo le idee vecchie, questa è la verità. La strada, l'unica strada virtuosa, è quella di ridurre sempre di più il materiale non riciclabile e costringere le aziende a non produrre più nulla che non sia riciclabile. E' così che si può fare a meno sia degli inceneritori che, in tempi ragionevoli, delle stesse discariche. Una scelta a costi zero ma, proprio per questo, difficilissima.
Problemi per quelli che verranno domani, dopo di noi. A noi, domani, spetta la prima raccolta differenziata porta a porta della nostra vita. Cercheremo di non sbagliare.
                                                    
                                                renzo.massarelli@alice.it

(pubblicato sabato 28 agosto 2010 sul Corriere dell'Umbria) 



Renzo Massarelli

Inserito giovedì 2 settembre 2010


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