22/12/2024
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Ferragosto, il partito del cemento non va in ferie
Inceneritore, ex-tabacchificio di P. Valleceppi, Ikea a S. Martino in Campo, megastalla di S. Maria Rossa: i grandi interessi lavorano sperando che la pubblica opinione vada in vacanza

Movimento Perugia civica
 Perugia, via Ciatti 15 
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COMUNICATO STAMPA


Inceneritore, ex-tabacchificio di P. Valleceppi, Ikea a S. Martino in Campo, megastalla di S. Maria Rossa: i grandi interessi lavorano sperando che la pubblica opinione vada in vacanza. Ma non succederà. La politica si appiattisce sul cemento: ma un'altra politica è possibile: bisogna volerla.

Nel mese di agosto si sono accavallate una serie di notizie e iniziative assai preoccupanti, dalla propaganda per l'inceneritore (sempre definito in modo anonimo "impianto di trattamento termico" dei rifiuti, per non spaventare l'opinione pubblica) alla demolizione del tabacchificio di P. Valleceppi, dall'ingrandimento della discarica di Borgo Giglione al progetto di insediamento di Ikea (con la vaga promessa di ipotetici posti di lavoro, e con la concreta minaccia per i posti di lavoro esistenti), fino alla megastalla progettata a S. Maria Rossa dalle Opere Pie riunite. Sembra che, nel momento in cui l'attenzione pubblica è più rilassata, si stiano concentrando le attività del "partito del cemento", di tutti coloro cioè che sono convinti che l'unica strada per uscire dalla crisi, e ridar fiato all'economia (e all'occupazione), sia quella di ricominciare con le grandi opere, le speculazioni, la cementificazione.
Eppure la recente crisi ha mostrato chiaramente come questa via sia fallimentare e destinata a infrangersi nella realtà: disoccupazione edile, enormi cubature invendute, territorio di pregio devastato, degrado della città, capannoni abbandonati, crisi a catena nell’indotto (dai rivenditori di materiale edile alle agenzie di mediazione, dagli studi dei geometri a quelli dei notai).
La strada da percorrere, lo ripetono gli economisti indipendenti e lo verificano i fatti, è quella di ripartire dalle vocazioni del territorio, dalla valorizzazione dell'ambiente e delle sue enormi potenzialità.
Noi stiamo già vedendo, anche nel piccolo della realtà umbra, quanto lavoro, quanta occupazione, quanta sicurezza economica può derivare dall'economia verde; sono sorte e stanno crescendo aziende nei campi più diversi: dalla bioagricoltura alle energie rinnovabili, dalla cura dell'ambiente all'edilizia sostenibile. E stiamo vedendo i guasti (anche economici) prodotti dalla scorciatoia cementificatoria e speculativa, che ha riempito il territorio perugino di cubatura inutile, inutilizzata e impattante.
Ciò che rafforza il "partito del cemento", però, sono gli agganci e le connessioni con una politica debole, priva di prospettive e di idee, che si appiattisce sulla illusione cementificatoria non avendo altre risposte da dare alla situazione di crisi che stiamo vivendo.
Colpisce, ad esempio, che un soggetto protagonista di questa stagione di megaprogetti (l’Ikea a S. Martino in Campo, la megastalla di S. Maria Rossa) siano le Opere Pie Riunite, l'ente assistenziale del Comune (il Presidente è nominato direttamente dal Sindaco) che ha, per statuto, scopi assistenziali e non certo di profitto. Ora questo ente vuol risolvere la propria crisi di bilancio (di cui non si cercano le cause) con una politica di "valorizzazione" dei propri terreni, che delle generose varianti al Prg fanno passare da agricoli a aree insediative. Non si ha notizia di una ristrutturazione dell'ente, che ne valorizzi l'enorme patrimonio e le potenzialità; ma si assiste a un parallelismo tra Opere pie e Comune in direzione delle gradi opere.
Noi vorremmo un'altra politica, più attenta ai bisogni, più ricca di idee. Come dire, un'altra politica è possibile: bisogna volerla. E Perugia civica si impegna a renderla possibile.

Perugia, 17 agosto 2010 


Il Consiglio Esecutivo

 



movimento Perugia Civica

Inserito martedì 17 agosto 2010


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Commenti

Nome: Marco
Commento: ...e non dimentichiamoci i nuovi grandiosi palazzoni che stanno costruendo a Ponte San Giovanni, con le strade come erano 50 anni fa.. Già ora attraversare Ponte San Giovanni è un'impresa, durante le ore di punta, poi sarà il delirio, immagino.. E aspettiamo con ansia i nuovi palazzoni che costruiranno al posto del vecchio molino e pastificio... Già me la immagino l'area verde: un fazzolettino all'ombra di grandi alveari di cemento... Bah..

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