Dopo quindici anni di incuria e abbandono, come si sa, la proprietà ha improvvisamente deciso di procedere all’avvio dell’abbattimento dell’ex Tabacchificio di P. Valleceppi, proprio subito dopo che alcune associazioni avevano chiesto l’apposizione del vincolo architettonico.
All’iniziativa della proprietà ha risposto la Sovrintendenza ai Beni Ambientali, disponendo la sospensione dei lavori di abbattimento, quando ormai però molte strutture sono già state abbattute.
L’assessore all’Urbanistica, Valeria Cardinali, si dice amareggiata e preoccupata per la sospensione che, dice l’assessore, “apprendiamo dalla proprietà. La Sovrintendenza avrebbe, infatti, dato corso alla procedura per l’apposizione del vincolo architettonico, ma all’Amministrazione comunale non è mai pervenuta alcuna lettera formale in merito”; ed esprime “amarezza per le modalità con cui la Sovrintendenza ha affrontato la questione” e “preoccupazione per l’assenza di dialogo mostrata dalla Sovrintendenza”: “se questo è il modo di lavorare – afferma Cardinali – come si può pensare di far funzionare il Paese? Un Paese in cui la burocrazia blocca tutto. Ritengo che il rispetto dei ruoli sia fondamentale”.
Secondo l’assessore, “ Sul piano formale, l’Amministrazione comunale aveva concesso l’autorizzazione, non essendoci alcun vincolo architettonico. Alcune associazioni del territorio, tuttavia, si sono opposte e hanno sollevato la questione esclusivamente alla Sovrintendenza ai Beni Ambientali che da quel momento ha iniziato a occuparsi del caso “tabacchificio”. Lunedì scorso ho ritenuto opportuno chiedere un incontro con la Sovrintendenza, pur non essendo tenuta, durante il quale era emersa totale condivisione fra le parti sul fatto che la struttura non presentasse alcun vincolo architettonico, se non, al limite, un vincolo che tenesse conto del valore “etnoantropologico” del bene. La riunione si era conclusa con l’impegno che i lavori di ricostruzione da parte del privato tenessero conto della storia del bene, tanto che era già previsto il recupero fedele di una parte dell’edificio, quella più storica, e la predisposizione al suo interno di uno spazio a memoria della struttura”.
Per l’assessore la vicenda segna “un precedente importante nei rapporti fra Comune e Sovrintendenza”, pur auspicando “il superamento di alcune difficoltà con l’obiettivo comune di tutelare al meglio il nostro patrimonio”.
E’ la prima volta che il Comune segna un distacco così forte dalla Sovrintendenza: è peraltro anche la prima volta, forse, che un vincolo architettonico viene preso in seria considerazione nel momento in cui si progetta il riuso di un bene così rilevante.

Il tabacchificio, prima della demolizione di questi giorni