22/12/2024
direttore Renzo Zuccherini

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I LUOGHI DELLA CITTA'
I luoghi della città non sono posti qualsiasi: senza questi luoghi non sapremmo chi siamo e da dove veniamo

                             
 C'è a Perugia un periodo particolare dell'anno e nel girare lento delle stagioni che va da Umbria Jazz sino alla fine di agosto. Calato il sipario sui concerti, scomparsi gli ultimi musicisti e spettatori, smontati i gazebo e riposti in magazzino i cartelloni, liberato finalmente il Santa Giuliana che torna ad essere il piccolo stadio di provincia di sempre, nelle vie cala il silenzio e con il silenzio la città ritrova se stessa e, finalmente, l'occasione di guardarsi un po' dentro. Persino Piazza Matteotti appare la piazza che è, senza tutte quelle auto lasciate un po' a caso e il disordine febbrile dei giorni feriali. Bellissima e dimenticata da chi corre veloce in tribunale, al Pincetto, in Piazza Grande, verso Corso Vannucci o da qualche altra parte. I pochi ospiti sono quelli del turismo cosiddetto intelligente e tra questi ci sono anche quei perugini che, per agosto, si godono la città e si rilassano, cercando di non pensare, ancora per un po', al prossimo appuntamento, a Eurochocolate.
Dopo i grandi eventi, i piccoli eventi ci aspettano proprio ora sotto le stelle di San Lorenzo e del Ferragosto. L'idea di FareNight, messa in campo quest'anno dal Comune, non è nuova perché è figlia riconosciuta del teatro in piazza di anni ormai lontani e poi di notti estive più recenti. Gli spettacoli sono quelli che ognuno può vedere, deliziosi, qualcuno importante, quasi un evento, altri legati alla cultura e alla spontaneità del territorio, ma è soprattutto nella riscoperta dei luoghi della città che le notti perugine diventano preziose. Si torna in piazzette dimenticate, chiostri silenziosi e lontani ormai dalle nostre frequentazioni, terrazze occupate solo dai piccioni, monumenti del passato remoto come la necropoli etrusca del Palazzone, poi San Bevignate e San Domenico, e quelli più recenti, a Monteluce, ruderi tristissimi del vecchio ospedale, sino ad arrivare nella Piazza Grande o magari a Pian di Massiano. In molti di questi posti siamo entrati in periodi della nostra vita, come nel chiostro di Sant'Anna, per la scuola e poi, dopo qualche decennio, per i nostri figli. Chi si ricorda più della terrazza del Lilli o persino di quella, pur ancora frequentata dai turisti, del mercato coperto?
L'estate perugina ci riporta in luoghi che abbiamo dimenticato, ma non in tutti in posti si torna sempre. La vita si lascia spesso alle spalle qualcosa e qualcosa di nuovo, inevitabilmente, scopre. A Monteluce, che non è più un luogo della nostra vita ma solo della memoria, sono nati i nostri figli ed è qui che abbiamo perso qualche familiare. Adesso, che è un posto dove crescono solo calcinacci, c'è da elaborare il lutto della perdita di cento anni della nostra storia. Per questo, qualche volta, si gioca davanti al suo ingresso o, magari, si fa festa.
I luoghi della città non sono posti qualsiasi ma la città stessa, senza questi luoghi avremmo perso molto della nostra identità, non sapremmo chi siamo e da dove veniamo.Tra questi, c'è anche il Frontone che partecipa all'estate perugina a modo suo, e cioè con il cinema sotto le stelle, come ogni anno. Anche al Frontone, come nelle scuole, si va in certi periodi, quando si è piccoli e poi quando ci sono altri piccoli da accompagnare. Lunghi anni di frequentazione seguono altri anni di lontananza. Questa lontananza ci crea talvolta un senso di colpa ed è per questo che il Frontone non dovrebbe essere lasciato mai solo. Ora, pare che in Comune stiano pensando di renderlo più attraente, magari per i bambini, inserendo nella austere linee delle aiuole  qualche gioco, come si fa negli altri parchi che non sono storici. Si spera  così che con qualche altalena si possa togliere la patina di due secoli e oltre a un vecchio posto e richiamare bambini a frotte. Ora, il Frontone non è certo un parco per bambini, e qui non entra solo la storia ma anche la cronaca quotidiana, e comunque nelle sue panchine si siedono non soltanto pensionati, ma giovani in cerca di uno spicchio di intimità, mamme e nonne con i carrozzini. Il Frontone è sempre stato un luogo per i bambini più piccoli che poi, crescendo, volano verso altri spazi e nuove possibilità di gioco. Dunque, si può provare a fare qualcosa ancora, ma c'è sempre la stessa domanda. Ci sono ancora bambini in questa città un po' speciale che è il centro storico abitato in maggioranza da persone sole? ma certo che ci sono, non tanti, ma ci sono. Il fatto è che una città come questa non ha spazi per i bambini. Non perché non esistano in assoluto, dove giocavano i bambini di una volta? ma perché questi spazi sono andati perduti. Li hanno rubati ai bambini e ai ragazzi le auto, il traffico, i parcheggi e chissà cos' altro. Sul finire degli anni settanta si andò alla ricerca di ogni spazio verde utilizzabile a ridosso delle mura. Così sono nati fazzoletti di verde attrezzato per i giochi dei bambini, in viale Pellini, proprio sotto la Cupa, o in via XIV settembre, poco prima del Cim, o grandi spazi, come a Porta Sant'Angelo. Questi tentativi di far fiorire altalene e giostrine sono stati brutalmente sconfitti da un nemico invincibile come la droga. Sono le siringhe abbandonate i nuovi fiori dei prati. Questo è il problema dei nostri parchi, e qui FareNight non può arrivare. Per il resto, il sorriso di un bambino può cancellare dispute inutili su un parco storico come il Frontone. Si facciano questi giochi, ma poi si guardino attorno i nostri amministratori. La città tutta intera con le sue strade, le sue piazze e i pochi spazi verdi non vede i bisogni dei nostri figli, non li conosce e di sicuro non li rispetta. Dovremo pensarci un po', magari durante le nostre serate itineranti nelle piazzette ormai deserte.

                                                   
                                             renzo.massarelli@alice.it



Renzo Massarelli

Inserito lunedì 9 agosto 2010


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